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Il regista

L’asfalto si squarciò mentre l’orologio della piazza segnava le sette e trentasei minuti. Colonne di acqua e vapore, fumo denso e nero, schizzi di liquido nerastro, che fino a qual momento se ne era stato quieto nella sua tranquilla fogna, macchiarono il candore delle lenzuola esposte al sole ad asciugare.
In tanti guardarono il cielo, in tanti non compresero che avevano ancora pochi attimi di vita.

“Forse hai capito male, questo è il mondo vero, non è un film”.
“Ho piena consapevolezza di questo, papà”.
“Allora perché ti butti via come fossi uno straccio da piedi?”.
“Non mi butto via, sto solo cercando di mangiare questa vita a morsi fintanto che dura”.
“Tu non stai mangiando la tua vita, stai dissolvendo la tua esistenza nell’acido della futilità”.
“Acido della futilità? Ma che cavolo dici, non essere patetico”.
“Credi di vivere la tua vita e invece ti lasci strappare l’anima e la carne dall’imperativo della libertà o quello che ti fanno credere che sia tale”.
Intanto i vetri delle finestre avevano iniziato a tremare. Il lampadario oscillava paurosamente, si udivano sinistri scricchiolii provenire dalle altre stanze e pezzi di intonaco caddero ai loro piedi.
“Guardati, sembri un albero di natale addobbato da un paraplegico, hai buchi e orecchini che pendono dappertutto, il tuo viso assomiglia ad un puntaspilli”.
“Mi hai insegnato tu che l’aspetto fisico non è importante quanto ciò in cui crediamo”.
“Si ma questo non è un film dove la bottiglia che ti spaccano in testa non è di vetro e l’amore termina insieme ai titoli di coda”.
Una crepa spaccò in due la parete sull’esterno della strada e mille frammenti di vetro si persero nel caos che si stava generando.
“In questo mondo non esistono effetti speciali, gli attori non risuscitano dopo aver girato una scena”.
“Vorresti mandarmi via di casa? Faccio le valigie, non ci metto molto, non ho bisogno del tuo aiuto, in fondo non sei stato il padre che mi aspettavo”.
Il soffitto cedette dopo l’enorme sforzo per sorreggere i detriti dei piani superiori e crollò disegnando una nuvola di polvere che gli ricadde addosso.
“Questo mondo un giorno finirà e tu non sarai pronto per l’eternità, non te ne accorgerai nemmeno quando accadrà”.
“Mentre tu che sei tanto attento alla morale, alla cultura, ai bisogni del prossimo, ti senti già pronto!”.
Un lampo accecante ed il pianeta divenne polvere che vagava per l’universo.
Voce fuori campo: “In questo mondo non ci sono effetti speciali”.

Buona la prima.
Titoli di coda.
Colonna sonora.
Si torna tutti a casa.

 

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1 commenti:

  • Anonimo il 08/06/2009 11:41
    Complimenti scritto davvero bene. L'intreccio dialogo, scena ed ambientazione molto fluidi rendeva appieno le immagini che hai scritto. Bravo

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