username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Lo strano caso della porta alchemica

“Ben arrivato professore, ha fatto buon viaggio?”
“Poteva andar meglio mio caro Carlo. "rispose l’uomo con un accento tipicamente nordico- Il mio aereo è partito da Londra con ben quattro ore di ritardo. Contavo di arrivare a Roma per ora di cena e invece….”
“Non si preoccupi professore, se vuole posso servirle qualcosa da mangiare. Non sono uno chef ma da buon italiano so cavarmela bene anche in cucina.”
“ Vi ringrazio ma non è proprio il caso, "rispose- sono talmente stanco, a quest’ora, che non vedo altro che un buon letto. Piuttosto mi usi una gentilezza: Ho già chiamato mia moglie non appena arrivato all’aeroporto di Ciampino, non più di mezz’ora fa ma sa come sono le donne? Nel caso domattina non dovessi svegliarmi per le otto, chiami lei stesso questo numero da parte mia, chieda di mia moglie e me la passi direttamente in camera.”
“Stia tranquillo professore, sarà fatto!”
Howard Breadley aprì la tenda e guardò fuori della finestra della sua camera d’albergo. Erano appena le sette del mattino, il cielo era terso ma si accorse che durante la notte la temperatura doveva aver raggiunto valori molto bassi, i tetti circostanti, infatti, erano completamente ghiacciati.
Sbadigliò un paio di volte poi stiracchiò le braccia per ridestarsi dal torpore. Intanto, attraverso i vetri, guardava S. Pietro in Vincoli sonnecchiare ancora. A quell’ora la vita della città non aveva certo ripreso il suo pieno ritmo. Si trovava a Roma solo dalla notte prima ma conosceva la città abbastanza bene. C’era stato molte altre volte ed ogni volta ne rimaneva completamente ammaliato. Mentre osservava distrattamente quell’ inconsueto scenario, iniziò ad organizzarsi mentalmente la mattinata, non voleva perdersi neanche un’ora di quella vacanza ma non aveva fretta, quindi l’avrebbe vissuta con la massima calma ed in tutto relax. In realtà non si trattava di un viaggio di piacere vero e proprio. Stava sviluppando alcuni studi sull’architettura italiana dei primi del 600, per conto della scuola inglese dove insegnava, a lavoro ultimato, a scopo divulgativo, gli articoli sarebbero stati inseriti in alcune pubblicazioni scolastiche di storia dell’arte, quindi oltre alle visite ai vari monumenti, piazze e musei, avrebbe dovuto scattare fotografie e consultare le varie biblioteche per documentarsi adeguatamente. Aveva più di un mese a disposizione, poi ci sarebbero state le feste di Natale perciò avrebbe potuto lavorare con calma e, magari, divagarsi anche un pò. Sua moglie, Nora, conservatore capo del British Museum, era rimasta a Londra per impegni di lavoro ma lo avrebbe raggiunto non appena si fosse liberata.
Si avvicinò allo scrittoio ed alzò il ricevitore del telefono, compose il numero nove ed in pochi secondi si collegò con la direzione dell’albergo.
“Ben alzato professore, "esordì l’impiegato- posso metterla in comunicazione con il numero che mi ha lasciato stanotte?”
Dopo aver rassicurato Nora e dopo una buona doccia calda si vestì, quindi scese nella sala ristorante per consumare la prima colazione. Quando ebbe finito si diresse al bar, si avvicinò alla cassa e chiese dei gettoni telefonici, quindi andò al telefono. Estrasse una piccola rubrica dalla tasca interna della giacca, la consultò e subito dopo compose un numero.

1234567891011121314151617181920212223242526272829303132

0
1 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

1 commenti:

  • anna gerace il 16/07/2009 16:11
    benissimo... fino ad'ora davvero bello... non vedo l'ora di leggere il seguito!!!

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0