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Angelina la conformista

Ho conosciuto Angelina, una bella e cara ragazza e mi diverto a stare in sua compagnia. Angelina possiede begli occhi, un bel viso e un bel seno, e per questo provo piacere.
Però, dietro Angelina ci sono anche cose meno piacevoli. Dai suoi discorsi percepisco tutte le convenzioni della sua famiglia che lei ha assorbito e adottato integralmente. In Angelina percepisco la sua educazione convenzionale, i conformismi familiari vecchi e rancidi.
E poi obblighi, tabù, credenze che io ho rigettato da decenni e che ora, stando insieme a lei, devo riprendere e rispettare: i piccoli riti familiari, le tradizioni, le osservanze, i costumi provinciali.
Anche io provengo da un piccolo paese e sono stato succube di questi conformismi. Poi crescendo li ho analizzati, confrontati con altri e infine superati. Ho fatto un lungo sforzo per disimparare e rendermi libero.
E adesso, se voglio frequentare Angelina, devo sottomettermi ancora alle vecchie tradizioni, devo inchinarmi ai vecchi credi, assoggettarmi a riti ridicoli. Angelina ha assorbito, introiettato tutti questi schemi di pensiero e di comportamento. Io, se voglio stare in sua compagnia, devo seguire le sue usanze: il rito del caffè, della messa, della torta alla domenica; le sere nelle quali è consentito andare a casa sua, il martedì e il venerdì, e altre cento stupidaggini.
No Angelina, no. Mi dispiace ma non ritorno indietro. Io sono uscito dal gregge, ho messo la testa fuori dal fango, e non voglio più tornare indietro. Se tu non vuoi fare lo sforzo di avanzare, io rinuncio a restare con te.

Luglio 2002

 

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