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Il lupo della foresta
Il freddo era pungente, la neve ricopriva le cime delle montagne e il cibo scarseggiava nei paraggi. Erano giorni che il lupo avanzava verso il paese, giù a valle. Affamato e intimorito, camminava a stento sulla morbida neve. Gli occhi lucidi dal freddo e dalla fame sembravano languidi. Dopo giorni di cammino, scorse un piccolo paese. Dalle ciminiere fuoriusciva del fumo. Nei caminetti la legna ardeva senza sosta.
Il lupo, pian piano entrò nelle vie del paese, era notte fonda. Il buio avvolgeva le case e l'unica luce fioca veniva dai lampioni che ornavano i marciapiedi. Dopo mezzora, ancora non aveva trovato niente da mangiare e stremato dalla stanchezza cadde addormentato in una piccola capanna dove era accatastata la legna.
Il mattino seguente alle prime luci dell'alba, il lupo si allontanò dal paese, al sentire i rumori e le voci d’alcune persone che cominciavano la loro ardua giornata.
Giovanni, il gaio vecchietto che era stato il più bravo boscaiolo di tutto il paese, infreddolito si accinse ad uscire per recarsi nel retro della sua casa per prendere della legna da ardere. Vicino alla porta della capanna, scorse delle macchie di sangue e rimase molto perplesso. Non aveva idea di chi potevano essere. Ritornò in fretta dentro casa, impugnò il fucile e ritornò fuori. Scorse delle impronte nella terra umida. Rimase in silenzio per qualche istante, cercando di immaginare di quale animale si trattasse.
Gli sembrava impossibile, ma subito gli vennero in mente immagini della sua infanzia. Abitava nella campagna poco distante dal paese, in una casetta di pietra. Una sera, nel bel mezzo della notte, sentirono ululati di lupi, sembravano lamenti o litanie al chiarore della luna piena. Si erano avvicinati troppo, era la prima volta... Con la paura addosso rimasero chiusi in casa fino al mattino seguente. Appena si fece giorno suo padre armato di un semplice bastone si avvicinò alla stalla delle pecore. Per fortuna era tutto a posto, la porta era rimasta ben chiusa come l'aveva lasciata la sera prima. Ma quando si avvicinò al pollaio vide una strage di polli mai vista.
Erano tornati i lupi!
Quell'inverno era stato molto rigido. Per fortuna non sentirono più l'ululato notturno. E perfino dimenticarono l'episodio.
Giovanni aveva conservato quell’evento nella sua memoria per tanto tempo. Sembrava che i lupi si stessero estinguendo dalla fame, dal bracconaggio e la gente non si preoccupò più dei lupi. Rimasero solamente le leggende che si erano tramandate a voce.
Si raccontava ai bambini la storia del lupo feroce che impazzito divorò cinque pecore in una sola notte. E la sazietà gli straziò il cuore. La mattina seguente lo trovarono morto nell'ovile crepato per la troppa ingordigia. Tante altre storielle erano state inventate per tenere i bambini buoni, come quella di un lupo che aveva rapito un neonato e l'aveva portato con sé nel bosco. Solo anni più tardi ritrovarono un bambino sperduto nel bosco, affamato e che camminava a quattro zampe. La fantasia della gente galoppava e perfino godevano della loro grandiosa capacità creativa. Facevano anche le gare per inventare storie fantastiche con maggiore impatto nella mente dei bambini. La vivacità dei piccoli veniva controllata e spenta dalla paura che gli adulti seminavano nelle loro menti.
Giovanni non aveva dimenticato quelle storielle inventate, aveva fantasticato moltissimo sulla vita dei lupi e sulla loro malvagità. Con il trascorrere degli anni, si era reso conto che le favole inventate erano così irreali e perfino cominciò ad avere simpatia per i lupi.
Nonostante il periodo d’assenza, la gente non smetteva d’essere vigile. Non bisognava abbassare la guardia.
Giovanni riferì ai suoi vicini quello che aveva scoperto fuori dalla sua capanna e decisero di intraprendere insieme la ricerca del lupo; se era ferito non sarebbe arrivato molto lontano.
Nelle ore più calde a metà giornata, si addentrarono nel bosco armati di fucili e un po' di cibo per l'evenienza. Camminarono instancabilmente per un’ora circa, a piccoli cerchi ogni volta. Non volevano tralasciare neanche pochi millimetri di bosco. Quando arrivarono al ruscello persero le impronte del lupo. Nel candore della neve scorsero la carcassa di un animale, sicuramente l’aveva divorato il lupo saziando la sua fame. Il pomeriggio trascorse in fretta, il freddo si stava facendo intenso e decisero di tornare indietro. Non c'era traccia del lupo.
Trascorse una settimana e il lupo non tornò nei paraggi. La tensione si stava allentando, tutti erano tornati alla loro vita di sempre.
Alle prime luci dell'alba della domenica si sentì un lamento straziante, un guaito smorzato dal dolore. I residenti uscirono con indosso la sonnolenza e si recarono nella piazza principale. Il lupo si trovava nei pressi del paese e sicuramente era ferito. La ricerca durò pochissimo, lo trovarono sdraiato a terra, sofferente, con una lacerante ferita. Riuscirono ad immobilizzarlo, attanagliandogli la bocca per evitare di essere morsi.
Era rimasto intrappolato in una tagliola che qualche bracconiere aveva messo alle porte del paese. Nessuno mai seppe chi l'aveva messa, il silenzio fece da padrone e nessuno volle approfondire.
Accorse il veterinario in gran fretta e lo portò nel suo ambulatorio per valutare le ferite e prestargli i primi soccorsi. Dopo qualche giorno il lupo cominciò a riprendersi ma la guarigione fu molto lenta.
Un mese dopo l'incidente arrivarono le guardie forestali per riprendersi il lupo e riportarlo nella riserva naturale da dove sicuramente era scappato. La bramosia di libertà gli era costata cara, quasi perdeva la vita in questo tentativo di fuga alla ricerca d’ampi spazi per vivere allo stato brado come i suoi antenati.
La strana vicenda del lupo smarrito rimase per molto tempo nella bocca dei compaesani e molti genitori ritornarono a raccontare storielle e fiabe di lupi. Il lupo arrivato in paese aveva ravvivato l'immaginazione di grandi e piccini.
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0 recensioni:
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- Grazie Anna del bel commento. La storia ha preso spunto dai lupi presenti nel Parco Nazionale d'Abruzzo. Poi la fantasia ha viaggiato nel passato in cui il lupo era temuto da tutti e si raccontavano molte fiabe su di loro. Un racconto per bambini... ma il lupo non era malvagio, solo un po' sperso.
Un bacione,
Maria G.
- Bel racconto Maria,
ciò sta a significare che non ci sono buoni o cattivi... il lupo quando ha fame deve cacciare, ma è istinto di sopravvivenza...
... queste storie comunque, a me è sempre piaciuto sentirle raccontare dai miei nonni, persone sagge a cui si deve prestare attenzione!
... complimenti, un abbraccio e un bacione!!!
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