In un pomeriggio assolato passo davanti alla casa di un amico e mi fermo per salutarlo. Lui sta aprendo il portone perché sta per partire. Sua sorella invece sta stendendo la biancheria da asciugare.
Dopo brevi convenevoli saluto il mio amico che ha fretta e va via, mentre io resto in compagnia di sua sorella. Sono anni che non la vedevo e adesso la guardo: è invecchiata, un po' ingrassata ma ancora piacente. I capelli biondi le ricadono sulla schiena, il vestito bianco è stretto e corto.
Le chiedo come sta, come va la vita e lei accenna a un sorriso che è una smorfia di dolore. I genitori sono morti, lei non è sposata e vive con il fratello in questa grande casa. Poi mi racconta le asprezze di un vicino prepotente, i lunghi infruttuosi tentativi per far valere alcuni diritti, un lungo processo non ancora terminato che ha fatto morire di crepacuore sua madre.
Nei discorsi di Luisa, come in tutte le donne quando noi le lasciamo parlare, l'argomento unico è la quotidianità, i piccoli e grandi problemi della vita pratica, della vita di tutti i giorni. E io lascio parlare questa ragazza, e faccio espressioni dolorose o allegre per assecondarla. Approvo con cenni del capo, ricalco le sue negazioni, mentre il pomeriggio scorre nel caldo e nei discorsi.
Si potrebbero fare tante altre cose più belle: ci potremmo toccare, accarezzare, baciare Ma la donna vuole parlare. Potremmo parlare di Letteratura, Arte, Scienza, Natura. Ma la donna vuole esporre i suoi problemi.
Seguendo i miei pensieri ho perso il filo dei suoi discorsi e adesso devo fare attenzione per sintonizzare le espressioni del mio viso con il tema dei suoi discorsi. Sta raccontando la malattia di suo padre che ha portato la fine dell'attività, la sua scomparsa prematura
Adesso mi sta raccontando la storia della sua famiglia, i sacrifici dei suoi genitori per comprare il terreno, per fare la casa, per ingrandirla mentre erano impegnati col loro lavoro. Ancora la vita reale, la vita pratica descritta minuziosamente. È una gabbia da cui non posso sfuggire finchè sono qui con lei. Lei ha abbandonato i panni da stendere per raccontarmi queste cose. Se io cambiassi argomento di conversazione, lei tornerebbe al suo lavoro; dunque mi conviene tacere ed ascoltare. La donna è legata al mondo pratico, ai problemi quotidiani. Sono tutte così. Anche le donne ideali che abbiamo amato e conosciuto. Quando la donna non parla, solamente allora, gli uomini possono idealizzarla; e la donna quando incontra un uomo che le piace sa tacere.
Nei discorsi di Luisa siamo arrivati al cambio delle piastrelle nella casa Sono rassegnato ad ascoltare, mi impongo di ascoltare per capire le donne, per verificare la loro mentalità. In alcuni momenti lei rimane silenziosa e i suoi silenzi sono ancora più pericolosi dei suoi discorsi perché lei si aspetta che io dica quello che lei vorrebbe dire.
Il pomeriggio è quasi trascorso e arriva la sera. Lei sembra accorgersene adesso e ha un gesto di allarme. Tutta agitata si appresta a ritornare al suo lavoro, ma prima ci salutiamo.
La ragazza si complimenta con me perché sono uno che parla bene, perché sono il primo che ha realmente capito i suoi problemi. In realtà io non ho quasi mai parlato, ho solo ascoltato. Ma è proprio questo che cercano le persone, un ascoltatore che le approvi.
Anche se non ho amoreggiato con Luisa, come avrei desiderato, la vicinanza di una donna è sempre un evento piacevole.
In conclusione ho trascorso un pomeriggio piacevole del quale mi rimarrà un bel ricordo.
Agosto 2001