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La dolce visione:Prologo
LA DOLCE VISIONE:PROLOGO
1
Era una giornata fredda e buia. L’inverno era ormai alle porte, i telegiornali prevedevano giornate di freddo intenso con gelate mattutine. Andrea, un impiegato di banca, stava guardando la televisione quando una voce lo chiamò:”Andrea, Andrea, sono io”;spaventato cominciò a voltarsi per cercare una fonte da cui questa flebile voce proveniva, in seguito ad inutili tentativi decise di scendere al piano inferiore, ma la luce si spense.
2
Seduto al bancone del bar stava aspettando il suo dannato caffè, il freddo era intenso e il giaccone non bastava a respingere i gelidi attacchi.
Marco, un giovane poliziotto di provincia, era considerato un ufficiale emergente con grandi prospettive, ma l’episodio dell’anno passato, molto probabilmente aveva compromesso la sua carriera.
Era un normale pomeriggio d’estate, stava passeggiando liberamente quando un urlo richiamò la sua attenzione. Il suo intuito gli permise di capire che c’era una donna in pericolo di vita e cominciò a correre togliendo la pistola dalla fondina;fu in quel momento che la vide, coricata in uno stretto vicolo con un uomo sulla cinquantina prostrato sul suo esile corpo. Questi emetteva spregevoli grugniti di piacere, Marco puntando la pistola esclamò:”Togliti immediatamente da lei brutto cane schifoso”, egli alzando gli occhi “cosa pretendi di fare? Non vorrai mica spararmi?, non vedi che sono occupato?”. La sua ipocrisia era incommensurabile, la rabbia stava lentamente riempiendogli l’anima, non poteva aspettare, non poteva permettergli di farle del male;decise di agire, si sporse in avanti lo afferrò per il collo e gli sparò.
Ormai era trascorso più di un anno, ma non riuscirà mai a dimenticare ciò che ha fatto.
Uscendo dal bar venne investito dal vento gelido, la neve stava cominciando a cadere e un’altra dura giornata di lavoro lo stava aspettando.
3
Giunto al piano inferiore, una luce lo abbagliò, la paura prese il sopravvento ed a occhi chiusi tentò di risalire la scala dalla quale era appena sceso, ma cadde rovinosamente lesionandosi il braccio. Nel frattempo la luce andava attenuandosi e una figura parve comparire dal nulla. Era una donna, ma non una donna comune, aveva due ali al posto delle braccia e una corona d’alloro. Indossava una toga di un bianco candido inimitabile. Essa tese la mano verso Andrea come per invitarlo ad avvicinarsi, l’istinto gli avrebbe consigliato di fuggire il più lontano possibile, ma questa figura emanava un senso di sicurezza e tranquillità che lo faceva sentire felice.
La donna parlò e con una dolce voce disse:”vieni con me e ti farò vivere emozioni incredibili, sono Giada, un angelo inviato da Dio per farti capire che il mondo non è un atomo opaco dal male”
” ma non merito questo onore” rispose timidamente Andrea.
“Oh si che lo meriti, hai trascorso una vita cercando di aiutare il prossimo. Le tue opere di volontariato hanno avuto un eco nazionale;il tuo amore per la vita è unico, nessun altro potrebbe permettersi questa occasione.”
Andrea rimase immobile, lo sguardo fisso su questa figura pensando come rispondere ma non gli venne in mente niente.
4
Stava tornando a casa, aveva dimenticato le chiavi della scrivania.
Parcheggiata la macchina nel vialetto, vide tutte le finestre buie e una luce accecante provenire dal soggiorno. Istintivamente estrasse la pistola, il primo pensiero fu la presenza di ladri, si avvicinò furtivamente alla finestra, accasciandosi oltre il muretto di cinta. Osservando attentamente che non ci fossero minacce nel giardino circostante, guardò all’interno e vide una donna che emanava questa luce e tendeva la mano a suo fratello. La reazione fu immediata, con un calcio spalancò la porta e urlò:”Mani in alto!”. Improvvisamente venne disarmato, osservò l’amata pistola volare lontano verso la giovane luna. Impressionato da quanto era appena accaduto, capì che nessuno avrebbe cercato di fargli del male. La donna lo guardò dritto negli occhi e la riconobbe;era la stessa che aveva salvato nel vicolo l’anno precedente. Questa gli disse:”ciao, vedo che ti ricordi di me. Non ci siamo ancora presentati, io sono Giada”, Marco sembrava impietrito, lo sguardo fisso su di lei, senza riuscire a dire neanche una parola. Andrea gli si avvicinò e disse:”Stai tranquillo, non vuole farci alcun male,è qui solo per aiutarci”, risvegliandosi dal coma profondo e con un fare molto scettico chiese “perché sei qui? Ti ho sempre detto di non volere niente in cambio, ho solo fatto il mio dovere, il mio lavoro. L’unico mio rimprovero è di aver ascoltato troppo attentamente la mia anima, il mio cuore. Non ho mai desiderato la morte di qualcuno tanto quel giorno. Riconosco solo a Dio il diritto e il dovere di decidere la vita e la morte delle sue creature.
La donna, profondamente commossa per le sue parole disse:”tutto questo ti fa onore, non è da tutti capire i propri errori, ma soprattutto pentirsi per le proprie azioni. Dio ha infatti scelto voi per questo viaggio, perché siete esempio di misericordia, pentimento e devozione”.
Il tempo se, brava rallentare come nelle ore di noia e tristezza quando si vorrebbero trascorrere il più velocemente possibile;anche la neve sembrava rallentare nella sua caduta, forse non era il mondo reale, ma solo un sogno.
L’ora era prossima, entrambe avevano deciso “verremo con te” disse Andrea e mano nella mano si avviarono verso luoghi a loro sconosciuti.
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