Misterioso decesso durante il concerto di apertura della stagione di musica lirica tenuto ieri al Royal Opera House. La famosa soprano francese Yvette Bourgueis aveva concluso brillantemente la prima parte della sua esibizione e si accingeva a ringraziare il pubblico per la moltitudine di omaggi floreali che continuavano a giungere sul palco accompagnati da calorosi applausi. La vedette aveva attirato, nel famoso teatro della zona di Covent Garden, un enorme numero di spettatori che aveva fatto registrare il tutto esaurito. L’intervento degli uomini della polizia è stato tempestivo ma non è riuscito a stabilire la causa di una morte tanto improvvisa quanto inaspettata.
Tutto farebbe pensare ad una paralisi cardiaca ma coloro che la conoscevano escludono l’ipotesi in quanto la donna era sanissima sotto questo aspetto; qualcuno, invece, ipotizza che potrebbe trattarsi di omicidio ma non è stata ritrovata alcuna traccia utile ad avvalorare tale tesi. Sul corpo della sventurata non è stata rinvenuta alcuna ferita ne altri segni che possano indurre a pensare ad un omicidio. Il cadavere, pertanto è stato affidato all’esame del Coroner da cui si attende un responso definitivo. Pertanto tutto sembra coperto dal massimo riserbo mentre il caso si avvolge in una coltre di mistero. Secondo voci non ufficiali, le indagini del caso sarebbero state affidate all’ispettore Norman Parker della sezione omicidi di Scotland Yard, noto per aver già risolto brillantemente altri complicati casi avvenuti nella nostra città .
Così si leggeva alle prime pagine del Times e del Daily News usciti la mattina di…
lunedì 21 febbraio 1937.
Era una mattina talmente grigia ed uggiosa che sembrava scoraggiare la gente dall’uscire dalle proprie case. La neve accumulatasi nei giorni precedenti si stava sciogliendo a causa di una pioggia frustante che, contro ogni possibile previsione, aveva preso il posto dei candidi fiocchi creando sul selciato una fanghiglia gelida ed insidiosa. I passi di Norman Parker risuonavano gracidanti nella strada deserta. Il suo sguardo di rivolse al terzo piano dell’imponente edificio della storica sede di Scotland Yard; la finestra del suo ufficio era già illuminata.
“Complimenti Norman, -disse il detective Gordon- il tuo nome è su tutti i giornali di Londra.”
“Già. -rispose- Vorrei solo sapere chi ha messo in giro questa notizia. Quel caso non è stato affidato a me!”
“Ne sei proprio certo? Se fossi in te guarderei sulla tua scrivania. Se non sbaglio dovrebbe esserci una comunicazione scritta che arriva direttamente dal gran capo. Ieri sera, quando è accaduto il fatto, ti abbiamo cercato ovunque ma tu eri letteralmente sparito. Sembra quasi che diventi invisibile quando non sei in servizio. Ma dov’eri?”
Norman lesse il biglietto dell’ispettore capo Dawson, sul suo viso apparve un sorrisetto ironico.
“È vero, -disse- pare proprio che il caso sia di mia pertinenza. Mi chiedevi dov’ero? Ero a cena con mia moglie in un ristorante di Covent Garden, nei pressi del Royal Opera. Purtroppo la notizia della disgrazia mi è giunta troppo tardi. Quando sono arrivato sul luogo voi eravate già andati via ed il corpo era già stato prelevato dal Coroner. A quel punto non mi restava che dare un’occhiata in giro e ritornarmene a casa, tanto più che non ero in servizio né tanto meno sapevo che quel caso venisse affidato a me. Ma ora che lo sappiamo, ci conviene metterci subito al lavoro.”
“Perché parli al plurale?” "domandò Gordon-
“Perché sembra proprio che in questa indagine saremo costretti a lavorare in coppia. Sei stato scelto come mio aiutante e devo ammettere che, se fosse dipeso da me, avrei fatto la stessa scelta.”
“Anche per me è un vero piacere Parker, come intendi procedere?”
“Per prima cosa bisognerà conoscere i risultati dell’autopsia poi interrogare ogni componente dell’orchestra, cominceremo dal direttore. Tu, strada facendo mi racconterai dettagliatamente ciò che hai visto ieri sera quando arrivasti sulla scena del presunto delitto.”
“Quel che mi ha colpito immediatamente, -raccontò Gordon- è stato il suo profumo, era molto dolce ma così penetrante da dar fastidio. Aveva ancora tra le mani un bellissimo fascio di fiori, ma tranne questo non c’era nulla di strano, l’ipotesi di un omicidio mi sembra assolutamente da scartare. Non riuscirei neanche ad immaginare quale arma potrebbe aver usato l’assassino. Un’arma da fuoco sembrerebbe da escludere poiché a detta dei presenti non si sentì alcuno sparo ne altro rumore simile. D’altronde il corpo della vittima non presenta alcun foro da arma da fuoco”
“Non è detto. "rispose Parker- Immagina un revolver di piccolo calibro usato durante l’esecuzione di un brano musicale in un grande teatro come il Royal Opera, nel momento in cui viene dato un colpo di gong, ad esempio, i due suoni si fonderebbero insieme e probabilmente lo sparo si sentirebbe ben poco. Naturalmente questo non è il nostro caso. L’altra ipotesi è quella di escludere qualsiasi arma da fuoco, come dicevi poc’anzi. Ma ciò ci porterebbe a pensare ad armi inusuali per il nostro tempo come balestre, archi, frecce, fionde, lance e cerbottane, ma questa ipotesi mi sembra piuttosto remota anche perchè in mancanza di ferite sono ipotesi da escludere completamente. ”
“Ecco quella che potrebbe essere la causa della morte. "disse il medico legale- Una piccolissima puntura, quella di un’ape, infatti all’interno della puntura abbiamo trovato il suo pungiglione. Come saprete si tratta di un veleno che solitamente non è letale per l’uomo, fatta eccezione per chi ne sia particolarmente allergico. In tal caso potrebbe provocare uno shock anafilattico.”
“In quanto tempo sopraggiunge la morte dopo essere stati punti?” "chiese Parker-
“Non è facile stabilirlo. "rispose- Solitamente il veleno prodotto dalle api, nell’uomo si limita a provocare un banale dolore accompagnato da gonfiore e solo in casi rari provoca la morte; si tratta di soggetti allergici ipersensibili alla tossina. Diciamo che in linea di massima la morte sopraggiunge entro un paio d’ore, se non si è intervenuti con un farmaco appropriato, anche se i tempi di assimilazione del veleno possono variare ampiamente da soggetto a soggetto. L’insetto, invece perde il pungiglione e muore quasi subito dopo.”
“Piuttosto singolare perdere la vita in questo modo, "soggiunse Parker- considerando che due ore prima del decesso la donna era ancora sul palcoscenico o forse nel suo camerino. Consideriamo, anche, che siamo in una grande città dove la presenza di questi insetti è rarissima, specialmente in pieno inverno. Che morte assurda, per quanto si possa lavorare di fantasia, non riesco a capire come sia potuto accadere. Mio caro Gordon, credo che tu debba cominciare ad indagare sulla vita privata della vittima. Io, nel frattempo comincerò ad interrogare i componenti dell’orchestra. È un incidente troppo banale per essere una semplice fatalità Ci vediamo domattina in ufficio.”
Parker si recò immediatamente al Royal Opera e dopo aver presentato il suo distintivo al direttore artistico chiese un elenco di tutti coloro che facevano parte dell’orchestra poi gli domandò se la sera dell’omicidio avesse notato qualcosa di strano.
“Assolutamente nulla. "rispose- Vede ispettore i nostri spettacoli vengono provati e riprovati fino a sfiorare la perfezione, per cui difficilmente può accadere qualcosa di anomalo.”
“Capisco ma mi scusi se insisto, non ricorda, per caso, di aver notato del nervosismo, della tensione in qualcuno dei musicisti o degli altri addetti?”
“No, non mi pare. D’altra parte si tratta di decine di persone e, sebbene siano quasi tutti dei veterani, la sera di una prima importante c’è sempre un po’ di emozione e quella sera c’era anche un po’ di tensione poiché il maestro Hunter era arrivato in teatro con un ora di ritardo e quindi le ultime prove che ritualmente si fanno prima di uno spettacolo importante dovettero essere ridotte all’essenziale. Tranne questo particolare, -concluse- non ho notato proprio nulla di strano.”
Dopo essersi congedato, Parker si fece accompagnare nel camerino della cantante nella speranza di trovare una traccia, un indizio. A prima vista sembrava essere tutto in ordine ciononostante elencò scrupolosamente tutto ciò che aveva trovato, una volta chiusa la porta del camerino estrasse la chiave e se la mise in tasca.
“Temo che dovrete fare a meno di questo camerino. L’accesso, per ora, sarà limitato ai soli agenti di polizia.
Uscì dal teatro dirigendosi verso l’abitazione del direttore d’orchestra.
Arrivato davanti al custode gli chiese:
“Abita qui il signor Hunter?”
“Certo signore, terzo piano interno dieci.”
“È da molto tempo che vive qui?” "soggiunse-
“Se intende il maestro sono circa tre anni.” "rispose il custode- Io abito qui da quasi cinquant’anni, il che significa più della metà di tutta la mia esistenza.”
“Lei lo conosce bene… il maestro?”
“Ma perché mi fa tutte queste domande? non sarà mica della polizia? non starà indagando sull’omicidio di quella cantante per caso?”
Annuendo Parker mostrò le sue credenziali quindi pregò il suo interlocutore di rispondere alla sua
domanda. L’uomo ebbe un attimo di esitazione poi, dopo aver guardato attentamente il distintivo di Parker, si decise a parlare:
“Non posso certo dire di conoscerlo bene. Il maestro non è un tipo molto loquace, se incontra qualcuno per la strada, saluta a testa bassa e cammina oltre. Posso affermare con certezza di non averlo mai visto in compagnia di alcuno e nessuno mai è venuto a fargli visita. Da tre anni esce e rincasa sempre alla stessa ora. Nel nostro condominio non riscuote le simpatie di nessuno ma nello stesso tempo mai nessuno ha avuto modo di lamentarsi di lui. Io dal mio canto ho cercato varie volte di scambiare quattro chiacchiere ma non c’è stato verso di intavolare un discorso. Dice sempre di essere molto occupato, saluta frettolosamente e sparisce su per le scale.”
Improvvisamente il custode cambiò letteralmente espressione, portando la mano destra alla fronte come se avesse ricordato qualcosa di molto importante.
“Mi perdoni ispettore, -disse- temo di aver detto un’imperdonabile inesattezza affermando che non ha ricevuto mai visite ma le giuro che mi era completamente sparito dalla memoria, tutta colpa della mia veneranda età, ormai sono prossimo ai novanta ma sono ancora attivo, mi creda. Come le dicevo qualcuno è venuto a fargli visita proprio ieri pomeriggio.”
“Suppongo che non avesse mai visto prima quell’uomo.” -disse Parker-
“Mai visto prima, -rispose- ma se devo essere sincero dovrei dire non averlo visto ne prima ne durante ne dopo.”
“Cosa vuol dire.” "chiese Parker-
“Vuol dire che quell’uomo aveva il volto coperto fin sopra il naso da una lunga sciarpa di seta bianca, indossava una bombetta nera e piccoli occhiali fumè, del suo volto non si poteva vedere assolutamente nulla.”
“Non ricorda nessun particolare, qualcosa di insolito, nel suo atteggiamento, o nella voce?”
-chiese Parker-
“Ora che mi ci fa pensare aveva una voce strana, molto bassa. Quando gli ho chiesto dove andasse mi ha risposto semplicemente Hunter. Quando poi è andato via, nel dirmi buonasera, ho avuto l’impressione che fosse addirittura rauco. ”
“Ricorda che ora era e quanto tempo si trattenne dal maestro Hunter?”
“Non doveva essere più tardi delle diciassette, il sole era tramontato da poco. L’uomo non si trattenne molto, mezz’ora, forse tre quarti d’ora. Ricordo di averlo visto andar via, passò davanti alla mia guardiola a testa bassa, mi salutò senza neanche rivolgermi uno sguardo.”
“La ringrazio, -disse Parker- mi è stato di grande utilità. Ora vorrei fare quattro chiacchiere con il maestro, non sa dirmi se è in casa?
“Veramente sono almeno un paio di giorni che non lo vedo uscire ma non me ne meraviglio, non è la prima volta che si chiude in casa senza uscire per giorni e giorni. Una volta, preoccupato, andai a bussare alla sua porta chiedendogli se stesse bene e se avesse bisogno di qualcosa. Per tutta risposta mi disse che non erano affari miei e che non aveva bisogno di nulla. Ora ho imparato la lezione e anche quando per qualche giorno non lo vedo uscire di casa mi astengo dal salire a domandargli il perché.”
“La capisco. "rispose Parker- Terzo piano interno dieci "soggiunse- non è vero?
“Esattamente. "rispose il custode- Dovrà salire a piedi l’ascensore è guasto.”
L’ispettore si incamminò su per le scale di marmo grigio. In quei giorni aveva piovuto a dirotto ed i gradini erano sporchi di fango proveniente dalla strada, trasportato dalle scarpe degli abitanti del palazzo ma arrivato al pianerottolo del terzo piano le impronte di fango si interrompevano.
“Strano saranno state pulite da poco.” "pensò-
Quando arrivò alla porta del maestro, Parker bussò più volte al campanello ma non vi fu alcuna risposta. Aspettò ancora qualche minuto poi iniziò a battere energicamente con la mano ma il risultato non cambiò. Prima di andar via l’ispettore diede un’occhiata alle scale che proseguivano per il quarto piano: fango anche lì. Ritornato al cospetto del custode gli chiese se era veramente sicuro di non averlo visto da un paio di giorni. Il custode affermò che l’ultima volta che lo aveva visto fu poco prima della visita del misterioso personaggio dagli occhiali scuri.
“Era rientrato da poco quando ebbe la visita di quell’uomo.”
“E da allora non è più uscito di casa?” "chiese Parker-
“Proprio così. Vede ispettore, non lasciamo mai la guardiola incustodita. Quando devo allontanarmi c’è sempre mia moglie a sostituirmi. Le assicuro che nessuno potrebbe passare di qui senza essere notato.”
“Devo smentirla, purtroppo. -Affermò Parker- Il maestro Hunter, ieri sera si trovava al Royal Opera a dirigere l’orchestra per l’apertura della stagione lirica, durante la quale è stata uccisa la cantante Yvette Bourgueis. A questo punto viene spontaneo pensare che lei o sua moglie non abbiate notato Hunter che usciva per recarsi a teatro, non le pare?”
“È vero, -disse- come avrò fatto a non pensarci prima. Hunter, ieri sera, doveva dirigere l’orchestra e l’ha fatto a quanto pare ma di qui non è uscito, potrei metterci la mano sul fuoco.
La pioggia non aveva dato che brevi, sporadiche tregue ma il freddo non accennava a mitigarsi. C’era da chiedersi come mai non nevicasse. Ovunque si respirava l’odore forte ed acre del fumo dei ceppi ardenti dei camini accesi, un fumo nero che sembrava tingere ogni cosa. Unici punti bianchi i lampioni ancora accesi in quel paesaggio irreale, tenebroso, del tutto simile ad un vecchio disegno a china o a carbone.
Martedì 22 febbraio ore 7, 45.
Gordon metteva al corrente Parker dei primi risultati delle sue indagini sulla vittima:
“Yvette Bourgueis era nata a Parigi trentacinque anni prima, da madre francese e padre londinese. Si trasferì a Londra all’età di quindici anni quando suo padre dovette tornare in patria per motivi di lavoro. A venticinque anni era già una cantante di grande successo, richiesta dalle maggiori orchestre d’Europa. Era continuamente in viaggio ma risiedeva stabilmente a Londra nella casa dei genitori ancora viventi. La cosa strana è che, sebbene fosse una donna indubbiamente affascinante, non era sposata ne, pare, avesse alcuna relazione.
“Non è molto ma meglio di niente. -rispose l’ispettore- Purtroppo tra le tue indagini e le mie possiamo dire, senza ombra di dubbio, di essere in alto mare. C’è qualcosa, però che mi lascia perplesso ed è la sicurezza del custode nell’affermare che Hunter non si era mosso di casa da almeno due giorni.”
“Ma di cosa stai parlando?”
“Un attimo di pazienza e lo saprai.”
“Capisci, Gordon? "disse Parker alla fine del suo racconto” Il custode asserisce di essere certo che Hunter non sia uscito di casa pur sapendo benissimo che la sera del giorno 20 il maestro dirigeva l’orchestra al Royal Opera. Vedi "soggiunse- quell’uomo sa perfettamente che la sua affermazione è in netta contraddizione con i fatti ma lungi da lui l’idea che Hunter sia potuto uscire di casa senza che lui l’abbia visto.”
“Tu cosa ne pensi?” "chiese Gordon-
“Non oso pronunciarmi, almeno per ora. Piuttosto, c’è un particolare che forse può sembrare insignificante ma che continua a tormentarmi: il pavimento del pianerottolo del terzo piano del palazzo in cui vive Hunter era perfettamente pulito, mentre l’ingresso ed i primi due piani erano piene di impronte di scarpe bagnate, così come le scale che proseguivano verso il quarto.”
“Può darsi che Hunter fosse un maniaco della pulizia ed avendo notato che fuori dal suo appartamento si era formato del fango si fosse preoccupato di ripulirlo, senza contare che aspettava una visita e che forse l’uomo in nero era una persona di riguardo con la quale, magari, aveva interesse a fare una buona impressione.”
“Non credo, amico mio. Per due buoni motivi: per prima cosa, se il pavimento fosse stato pulito prima dell’arrivo dello sconosciuto, avremmo dovuto trovare almeno le sue impronte. Perciò deduco che la pulizia sia stata fatta dopo la visita dell’uomo in nero. Per seconda, Hunter non aspettava alcuna visita, un tipo puntuale e metodico come lui non avrebbe dato un appuntamento un’ora prima delle prove generali, con il rischio di arrivare tardi a teatro come poi si è verificato. Comunque sia la prima cosa da fare è quella di procurarci immediatamente un mandato di perquisizione onde poter penetrare nell’appartamento di Hunter, forse in quella casa potremo scoprire qualcosa in più.”
Un’ora dopo i due varcavano la soglia del grande portone e avvicinatosi alla guardiola, Parker scorse il pallido viso dell’anziano custode i cui occhietti neri e vispi scintillavano al di sotto di due folte e candide sopracciglia.
“Buongiorno ispettore. "disse- Qual buon vento?”
“Le presento il tenente Gordon, è il collega che mi sta affiancando nelle indagini del caso Bourgueis. Siamo qui con un mandato di perquisizione, dovremmo dare un’occhiata all’apparta-mento di Hunter, sempre che in questo frattempo non si sia fatto vivo.”
“No, ispettore di lui non si è vista nemmeno l’ombra.”
“Bene, -replicò Parker- se permette andiamo a fare un sopralluogo. Può salire anche lei se vuole.”
“Preferisco di no. "rispose- L’ascensore è ancora fuori uso ed alla mia età tre piani di scale sono faticosi da salire.”
“A quanto ho capito lei sale solo con l’ascensore. Non è lei, quindi che si occupa delle pulizie giornaliere!”
“No! Infatti. Sono già diversi anni che, sia io che mia moglie, non ce ne occupiamo più. È un ragazzo ad occuparsene per conto nostro ed a nostre spese. Viene a giorni alterni al mattino presto, prima che gli inquilini escano per le loro faccende.”
Arrivati al terzo piano Parker e Gordon bussarono vigorosamente alla porta dell’interno dieci ma come già si aspettavano nessuno rispose. Gordon estrasse dalla tasca del paletot un astuccio con numerosi chiavistelli e cominciò ad armeggiare sapientemente nella serratura. In men che non si dica furono all’interno dell’appartamento. I due entrarono lentamente guardandosi bene dal toccare qualunque cosa. Le tende delle finestre erano completamente chiuse e la luce fioca del pianerottolo entrando dalla porta lasciata aperta non riusciva ad illuminare sufficientemente l’ambiente, bisognava aprirle. Aperte le tende Parker guardò fuori: la pioggia di un improvviso temporale arrivò inaspettata sui vetri delle finestre conferendo all’ambiente un aspetto ancora più austero, quasi lugubre.
“Allegra come casa vero?” "osservò Gordon-
“Già. "rispose Parker- Come tutti gli artisti deve essere un tipo piuttosto trascurato almeno a giudicare dalla polvere e dal disordine. Come vedi ciò smentisce che Hunter potesse essere un maniaco per la pulizia, come tu avevi supposto. Che senso avrebbe avuto preoccuparsi della pulizia del pianerottolo quando la casa era sporca ed in disordine?”
In camera da letto tutto era rimasto come il maestro l’aveva lasciato dall’ultima volta che vi aveva dormito il letto era, quindi, disfatto. Nel guardaroba numerosi abiti da sera impeccabilmente stirati emanavano un gradevolissimo profumo maschile. L’ispettore osservava attentamente ogni cosa nella speranza di poter trovare un idizio che potesse essergli utile per le sue indagini ma la fortuna sembrava non volergli arridere.
“Nulla di interessante, vero Parker?”
“Così sembra, amico mio. Converrà dare una frugatina anche ai cassetti ma mi raccomando non toccare nulla senza prima aver messo i guanti.”
Dalla minuziosa perquisizione non emersero che pochi ed apparentemente insignificanti effetti personali del maestro: diverse partiture musicali, qualche fotografia scattata in compagnia di altri musicisti o mentre dirigeva qualcuna delle molteplici orchestre sparse per l’Europa. Sulla sua scrivania ancora spartiti musicali ed alcune targhe ricordo ricevute nelle sue numerose tourneé.
“Che strano, -osservò Gordon- nemmeno una fotografia di sua moglie o dei familiari, si direbbe un uomo completamente solo.”
“È esatto fino ad un certo punto. "rispose Parker- Ho racimolato qualche notizia qua e la nell’ambito del Royal Opera House e pare che sia rimasto vedovo cinque anni or sono, quando viveva ancora nella sua terra natia, la Germania. Pochi mesi dopo si trasferì in Francia dove si stabilì per circa due anni ed infine qui a Londra in questa casa dove vive da circa tre anni per quanto riguarda i genitori non sono riuscito a reperire alcuna notizia, tranne alcune voci secondo cui Hunter padre sarebbe stato un alto ufficiale dell’esercito germanico ma come dicevo si tratta di semplici voci probabilmente senza fondamento. A quanto pare il maestro conduceva una vita piuttosto solitaria e dopo la perdita di sua moglie non ha avuto altre relazioni sentimentali ne ha intrecciato amicizie di alcun genere. Anche con gli elementi dell’orchestra aveva un rapporto formalmente professionale, nulla di più. Si ignora anche dell’esistenza di altri eventuali parenti, ad eccezione di un lontano cugino con il quale aveva uno scambio di corrispondenza ma nulla di assiduo. Come vedi amico mio è davvero una figura a dir poco enigmatica.”
“Scusami Norman mi spieghi perché ne parli al passato? Sembra quasi che tu lo creda morto.”
“Non so dirti il perché, -rispose- ma ho come il presentimento che gli sia accaduto qualcosa di spiacevole.”
I due richiusero la porta con lo stesso sistema con cui era stata aperta e cominciarono a scendere lentamente le scale. Parker procedeva a testa china con l’aria di chi è tormentato da un pensiero assillante. Non riusciva, infatti, a trovare una spiegazione alle affermazioni del custode. Come aveva fatto Hunter ad uscire dall’appartamento e recarsi in teatro senza esser visto? Chi era il misterioso personaggio che gli fece visita? e perché l’ultima rampa di scale era stata pulita nel pomeriggio e da chi, considerato che l’addetto alle pulizie svolgeva il suo lavoro esclusivamente di mattina presto?
Erano queste le domande a cui Parker doveva dare una risposta. Tutto ciò era certamente legato alla scomparsa di Hunter e forse all’assassinio della cantante ma la matassa non era certo facile da dipanare.
“A cosa devo attribuire questo tuo strano mutismo? "chiese Gordon- non dirmi che ti sei già fatto un’idea di quanto sia potuto accadere in quell’appartamento?”
“Mi sopravvaluti. -rispose- È pur vero che la persona a cui ti rivolgi è il miglior investigatore di cui Scotland Yard possa avvalersi attualmente, sicuramente colui che conta il maggior numero di casi risolti con successo, ma non certo famoso per avventatezza. Dammi il tempo necessario e qualcosa ne verrà fuori. Tanto per cominciare, ho la precisa sensazione di aver imboccato la strada giusta. Andremo avanti con l’indagare sui componenti dell’orchestra ma è per pura pignoleria. I personaggi del nostro caso stanno già prendendo forma nella mia mente, anche se non so ancora quale ruolo attribuire loro. Le vittime e gli assassini, spesso, diventano tutt’uno. A volte si trovano talmente vicini da essere confusi gli uni con gli altri. Chiaro no?”
“Ci capisco sempre meno, - rispose Gordon " complimenti per la modestia, comunque.”
Arrivati all’ingresso trovarono l’immancabile custode che ansiosamente chiese:
“Trovato niente ispettore?”
“Nulla di interessante temo. Comunque mi avverta immediatamente nel caso in cui il professor Hunter si faccia vivo nell’arco delle 48 ore in caso contrario darò ordine di sigillare l’ingresso del suo appartamento. A presto.”
Parker porse la mano al custode che, per tutta risposta, ritrasse la sua.
“Mi perdoni se non le stringo la mano, ma le mie sono tutte tinte di nero. È per colpa di questo pezzo di carbone. È stato trovato tra i contatti dell’ascensore. L’operaio dice che il guasto dipendeva proprio da questo. Ora funziona perfettamente.
“Un pezzo di carboncino da disegno. "Osservò Parker- Le risulta che qualcuno degli abitanti in questo palazzo ne faccia uso per professione o per diletto?
“Nessuno, che io sappia. Non ci sono artisti qui, tranne Hunter:”
“Le dispiace se lo tengo io?” -chiese Parker-
“Certo che no, "rispose il custode- lo tenga pure, io non saprei proprio che farmene.”
L’ispettore prese il pezzo di carbone e lo ripose delicatamente in una bustina di carta.
“Mettilo in borsa. "disse rivolgendosi al suo aiutante- Ed ora seguimi, si ritorna al terzo piano e questa volta si sale in ascensore.”
L’atteggiamento di Parker lasciò il suo collega completamente disorientato. Avevano perquisito l’appartamento di Hunter senza tralasciare neanche il più insignificante dei dettagli ed ora lui decideva di tornare su al terzo piano solo per un pezzetto di carbone trovato tra i contatti elettrici dell’ascensore. Mentre Gordon si arrovellava il cervello per capire il nesso tra il pezzo di carbone e le loro indagini, Parker osservava accuratamente l’interno dell’ascensore. Quando furono al terzo piano aprì le porte e con la lente d’ingrandimento esaminò i contatti elettrici. Sempre con la stessa lente osservò il pavimento del pianerottolo del terzo piano, palmo a palmo. Poi fu la volta della vecchia porta d’ingresso dell’appartamento di Hunter. Non un solo centimetro dell’infisso fu risparmiato ed alla fine sul volto di Parker apparve, come per magia, un sobrio sorriso di compiacimento.
“Vuoi essere così gentile da dirmi cosa sta accadendo? Hai l’aria del segugio che ha appena annusato un tartufo. Io però non vedo altro che una vecchia, consunta, porta d’ingresso.”
“Guarda tu stesso attraverso la lente, osserva questo punto preciso. Non vedi delle linee che formano una figura geometrica?”
“Perbacco! "rispose Gordon- Sono molto lievi ma con la lente riesco a vederle anch’io. Sembrano comporre un triangolo equilatero.”
“Esatto, -rispose- ma se allarghi la visuale noterai che esiste un secondo triangolo capovolto che si interseca con il primo e se guardi il disegno nella sua totalità, noterai che si tratta di una rudimentale stella a sei punte. La cosiddetta stella di David.”
“È vero. "osservò Gordon- Se non erro è un simbolo che si incontrava molto spesso nei trattati di alchimia.”
“Non solo in alchimia ma anche in magia. Infatti le si attribuiva un potere benefico che serviva a scacciare le entità maligne e ad invocare quelle benevole ecco perché veniva definita lo scudo di David. Ma chi e perché l’ha disegnata su questa porta? Di certo non il maestro, anzi credo sia stato proprio lui a cancellarla. Ho la vaga idea che l’autore del disegno sia proprio il fantomatico uomo dagli occhiali scuri.”
Dopo essersi procurato un foglio di carta assorbente, Parker lo inumidì e lo stese sul quel disegno quasi invisibile poi facendo pressione con le mani cercò di farlo aderire il più possibile al legno. Quindi lo staccò lentamente. In questo modo il carbone aveva lasciato il suo segno anche sul foglio.
“Può anche darsi che ciò non servirà a nulla ma, di sicuro, questo simbolo deve avere un significato, sia per colui che lo ha eseguito che per colui che ha cercato di eliminarlo. "disse Parker- Ad ogni modo qui non ci resta altro da fare.” "concluse-
Gordon stava per entrare in ascensore ma Parker gli fece cenno di chiuderne le porte e di seguirlo per le scale.
“Domattina manda un agente a sigillare la porta dell’appartamento di Hunter. "ordinò Parker- Nel frattempo avvertiremo il custode di stare con gli occhi ben aperti, non vorrei che qualcuno entrasse in quella casa a nostra insaputa. L’intrusione di chiunque potrebbe compromettere il lavoro della scientifica.”
“Parli di mandare la scientifica, di mettere i sigilli alla porta? Mi pare che tu dimentichi la cosa più importante: qui non è successo nulla di strano tranne un ascensore bloccato da un pezzo di carboncino da disegno ed una stella disegnata su di una porta. Non ti sembra troppo poco per scomodare anche i colleghi della scientifica? Ho l’impressione che tu ti stia arrampicando sugli specchi.”
“Sarà come dici tu… ma non senti uno strano odore nell’aria?” "rispose evasivamente Parker-
“È appena percettibile. Magari è qualcuno che sta cucinando del pesce, non trovi?.”
“Sai che ti dico? "riprese Parker- Dimentica quel che ti ho detto prima. Domattina insieme a quell’agente che manderò per apporre i sigilli ci sarò anch’io, Tu, invece, ti dedicherai ad approfondire le indagini sul passato della vittima.”
Finalmente le nuvole erano state spazzate via da un vento freddo e leggero ma costante. L’orologio della cattedrale aveva da poco suonato la mezzanotte e la pioggia aveva smesso di tintinnare sui tetti inzuppati. Solo pochi, isolati, cirri galleggiavano sparsi in un cielo nero punteggiato da poche stelle velate. Il mattino dopo le strade erano coperte da una sottile coltre di ghiaccio resa ancor più candida dal sale che qualcuno di buon senso si era prodigato a spargere senza parsimonia.
Mercoledì 23 Febbraio ore 7, 30.
L’ispettore Parker prima di recarsi in centrale passò dal Dr. Preston della scientifica. Gli raccontò del caso su cui stava indagando e di quel poco che era emerso dall’inchiesta appena iniziata.
“Ben poca cosa.” "osservò Preston-
Parker era cosciente che la sua richiesta non era del tutto regolare ma seguiva il suo fiuto, come aveva sempre fatto.
“Agisci come sempre: di tua iniziativa e non pensi al rischio che stai correndo. Se sbagli distruggerai la tua reputazione e tanti anni di ottimo lavoro.”
“Sono certo di aver imboccato la strada giusta.” "rispose-
Il medico legale annuì sorridendo. Sapeva che era inutile cercare di dissuaderlo e sapeva anche che le intuizioni di Parker si erano dimostrate sempre esatte quindi si arrese cedendo alle sue insistenze.
“Ok! Norman, mi hai convinto. "disse- Ci vediamo sul posto alle nove in punto.”
“Ti ringrazio Preston, mi troverai con un mio agente. Aspetteremo il tuo arrivo prima di entrare nell’appartamento del maestro.”
Erano appena le otto e trenta ed il palazzo di Hunter era già aperto e ben pulito. L’immancabile figura del custode faceva capolino, come sempre, dalla vecchia guardiola. Dopo averlo salutato, Parker si avvicinò all’ascensore per salire al terzo piano. Annusò per qualche istante l’aria e si accorse che il cattivo odore avvertito il giorno prima non era affatto sparito anzi ebbe l’impressione che questo fosse diventato perfino più penetrante.
“Senti niente tu.” "chiese all’agente-
“È qualcosa di maleodorante, -rispose- ma non saprei dirle di cosa si tratta.”
“Non fateci caso. "intervenne il custode- È una tubazione delle fognature. È lesionata proprio nel punto che si trova sotto la botola dell’ascensore, e quando piove più forte emana questo odore poco piacevole. Sono anni che tentiamo di convincere i condomini a farla riparare ma non c’è modo di metterli d’accordo. I preventivi sono sempre troppo esosi e la cosa cade come sempre nel dimenticatoio.”
“Oggi però non piove, "rispose Parker- ed il cattivo odore mi sembra essere aumentato rispetto a ieri pomeriggio. Come lo spiega?”
“Non saprei proprio cosa risponderle ma la cosa non mi meraviglia per niente.”
In quel preciso istante due sagome nere varcavano l’androne del palazzo, una delle due era inconfondibile per Parker: alto più di un metro e novanta, robusto e con la sua inseparabile bombetta portata leggermente di traverso. Si trattava di Preston che, in compagnia di un suo collega giungeva puntualissimo all’appuntamento.
“Preciso come sempre.” "disse Parker sorridendo-
“La precisione fa parte del nostro mestiere. "rispose- Precisione, pignoleria e testardaggine e tu di quest’ultima ne hai da vendere. Tanto che anche stavolta sei riuscito a coinvolgermi in una delle tue “intuizioni”. Comunque direi di sbrigarci, abbiamo un mucchio di lavoro da svolgere e non vorrei perdere troppo tempo.”
Preston rilevò accuratamente tutte le impronte scovandole da qualsiasi oggetto che potesse contenerne, quindi le fotografò per poterle confrontare con quelle degli schedari. Infatti nessun oggetto poteva essere prelevato dall’appartamento, l’intrusione stessa, di Preston e di Parker nella casa, non era propriamente ortodossa anzi, per essere precisi, esulava da ogni procedura legale.
“Ma guarda cosa mi tocca fare.” "borbottò Preston-
“Non farla così tragica, -rispose Parker sorridendo- in fondo non ti ho sottratto tantissimo tempo… ma guarda un po’ cosa ci era sfuggito.” "soggiunse-
Così dicendo, Parker si avvicinò al camino, ci si accovacciò davanti e con la delicatezza delle ali di una farfalla prese dalle ceneri quel che restava di un foglio di carta ripiegata più volte e non ancora bruciata del tutto.
“Interessante! -esclamò Preston- Converrà trattarlo con la massima attenzione se vogliamo che questo foglio arrivi ancora intero in laboratorio.”
Poco dopo i quattro richiusero la porta dirigendosi a passo veloce verso l’ascensore. Parker annusò ripetutamente l’aria circostante e meravigliato che nessuno se ne lamentasse chiese nervosamente:
“Possibile che voialtri non avvertiate questo odore nauseante, per lo meno inconsueto?”
“Per tutti i fulmini. "urlò Preston- Devo essermi talmente abituato da non farci più minimamente caso. È fin troppo evidente, -soggiunse- che da qualche parte, in questo stabile, c’è qualcosa di organico in stato di decomposizione, il fetore è inconfondibile. Se non me ne ero ancora reso conto è semplicemente perché nel mio laboratorio la si sente quasi ogni giorno… deformazione professionale.” "concluse-
“Di cosa potrebbe trattarsi? "chiese Parker-
“Di tante cose. "rispose- Una ciotola con il cibo del cane o del gatto lasciata in un angolo da qualche giorno, la carogna di qualche animale, della cacciagione dimenticata in dispensa e via di seguito.”
“Ma potrebbe essere anche qualcosa di peggio non è vero?”
“Già. "rispose Preston- Potrebbe essere anche un cadavere al primo stadio di decomposizione nascosto da qualche parte,”
“È proprio ciò che troveremo. "affermò Parker con, inspiegabile, ostentatezza- Sono almeno un paio di giorni che avverto quest’odore. Avevo solo bisogno della tua conferma per averne la certezza. Pertanto caro Preston ti devo pregare di trattenerti ancora.”
L’uomo annuì senza batter ciglio. Poi Parker accorgendosi di essersi sbilanciato un po’ troppo si rivolse al suo agente ridimensionando il suo atteggiamento.
“Andiamo a dare un’occhiata alla botola dell’ascensore, ho l’impressione che potremmo trovarvi qualcosa di interessante.
In breve tempo gli agenti si portarono al cospetto del vecchio custode che, dopo aver bloccato la cabina al primo piano li accompagnò nel seminterrato, dove proprio sotto agli ammortizzatori dell’ascensore, era situata la botola coperta da una spessa lastra di ferro. L’odore li vicino era nauseabondo.
“Ci siamo. "disse Parker- Ora ci vorrebbe un attrezzo per far leva sul coperchio.”
“Dovrei avere una grossa tenaglia tra i miei attrezzi. "intervenne il custode- Era proprio con quella che, quando ero più giovane e ne avevo la forza, alzavo la lastra per ispezionare la botola di tanto in tanto. Ma ora che le forze sono venute a mancare lascio che siano gli addetti alla manutenzione a farlo.”
“Immagino che questo lavoro venga eseguito periodicamente.” -rispose Parker-
“Proprio così. La botola viene aperta una volta all’anno e precisamente con l’avvento dell’inverno, quando le piogge iniziano a scendere copiose intasando i tombini. Ma è capitato di dover intervenire anche più volte nello stesso anno, per un imprevedibile temporale estivo, come successe l’altro anno ad esempio.”
L’agente afferrò saldamente il grosso utensile con il quale agganciò l’anello centrale della botola. Iniziò quindi a tirare divaricando le gambe e puntellandosi con i piedi. Doveva essere molto pesante a giudicare dallo sforzo dell’uomo tutt’altro che gracile. La lastra metallica cominciò lentamente a muoversi mentre l’odore diventava sempre più intenso e disgustoso. Quando la botola fu finalmente spalancata, Parker accese la sua torcia elettrica e uno spettacolo raggelante apparve sotto il fascio di luce: il corpo esanime di un uomo in posizione supina coperto da centinaia di fameliche larve bianche. A fianco al corpo la lama luccicante di un grosso coltello da caccia.
“Per l’inferno. "esclamò Preston- Chi diavolo può essere questo poveretto?”
“Non ne ho la più pallida idea. " rispose Parker-”
Nemmeno il custode seppe dire di chi si trattasse.
“Credo di non averlo mai visto in tutta la mia vita.” "affermò-
“Che strano. "osservò Preston- Costui nonostante il freddo non indossa un soprabito e nemmeno un cappello ma solo un vecchio abito di pessimo gusto ed un paio di scarpe che in origine dovevano essere di pelle nera.
“Non doveva passarsela troppo bene in vita, suppongo. -osservò Preston-”
“ Potrebbe trattarsi di un travestimento. -interloquì Parker-”
“Bisognerà scoprirne l’identità, la natura del decesso mi sembra evidente, un colpo alla testa molto violento e ben assestato. "disse Parker- Naturalmente si dovrà operare un’autopsia e per farlo si dovrà trasferire il corpo nel tuo laboratorio, inoltre bisognerà rilevare le eventuali impronte lasciate sul coltello, che a prima vista escluderei essere l'arma del delitto. Buon divertimento amico mio e non dimenticare di far scattare delle fotografie, principalmente del volto. Lei, agente si occupi di mandare un fonogramma urgente a tutte le stazioni ferroviarie di frontiera con l’ordine di fermare Il passeggero di nome Karl Hunter che dovrà essere ricondotto a Londra, sotto scorta, presso il mio ufficio all’FBI.”
La città si era vestita ancora una volta con l’abito ad essa più congeniale. La neve era ricomparsa fitta e lieve mentre il sole, di quando in quando, con la sua calda luce illuminava d’argento il respiro dei passanti e quello emanato dalle forti narici dei cavalli da traino.
Giovedì 24 Febbraio ore 16, 45
“Come ti dicevo stamani, sono stato a casa dei genitori della vittima. -disse Gordon- Ma non sono riuscito a scoprire nulla di interessante e inoltre ho avuto la netta impressione che avessero qualcosa da nascondere.”
“Cosa te lo fa pensare.” "chiese Parker-
“Vedi, mi ha sempre meravigliato che una donna di tale bellezza e con centinaia e centinaia di ammiratori, non avesse una storia sentimentale. Se la Bourgueis ne avesse avuta una chi poteva saperlo meglio dei suoi vecchi? Ebbene, essi, non facevano altro che tergiversare quando toccavo l’argomento. A sentir loro era una donna dedita al lavoro ed alla famiglia, usciva poco la sera e non aveva che poche selezionate amicizie. A quanto pare aveva un carattere mite e cordiale, una donna allegra e piena di vita e tutti coloro che la conoscevano nutrivano per lei una profonda stima, insomma sapeva farsi voler bene.”
“Secondo il tuo racconto quindi, nessuno poteva trarre giovamento dalla sua fine.” "disse Parker-
“Così sembra. "rispose- Ma torniamo alle amicizie della vittima, anzi dovrei dire all’amica del cuore ed è appunto questa la cosa interessante. Colei alla quale la cantante confidava anche i più intimi segreti: Annabelle Lafayette. È così che si chiama ed oltre ad essere grandi amiche avevano anche un rapporto di lavoro. Questa Annabelle infatti, era la sua amministratrice, era lei ad occuparsi delle trattative con gli impresari ed a curare gli interessi della cantante. Si conoscevano sin da ragazze e pare che costei abbia seguito la vittima in ogni passo della sua carriera, seguendola in tutti i suoi viaggi di lavoro ed in tutte le sue tourneé.”
“Ottimo lavoro. -disse Parker compiaciuto- quella donna potrebbe esserci di molto aiuto, conosci il suo indirizzo?”
“Ma certo. Il suo appartamento è proprio nel palazzo di fronte alla casa dei Bourgueis.”
“Molto bene! "esclamò Parker- vado subito a farle visita, tu invece farai un salto dal Dr. Preston e ti farai consegnare l’esito dell’autopsia, fotografie comprese. Ci aggiorneremo più tardi in ufficio.”
“Ok! Parker.” "rispose l’altro-
Il quartiere dove abitava Annabelle Lafayette era uno dei più lussuosi di tutta Londra ed il suo palazzo non era certo da meno. La donna che gli aprì la porta era alta, bruna e con i capelli raccolti sulla nuca in una impeccabile acconciatura, vestita in modo molto elegante anche se austero. Non poteva trattarsi della Lafayette poiché la descrizione fatta dal suo amico Gordon non corrispondeva alle fattezze della donna che aveva davanti. Questa, infatti, aveva certamente più di cinquant’anni ed il suo accento londinese gli diede la conferma definitiva.
“Buonasera ispettore. "disse la donna guardando la tessera che Parker aveva estratto dalla tasca prima di bussare- Immagino che lei sia qui per la morte della povera signorina Yvette. Immagino, altresì che lei voglia parlare con la signorina Lafayette, non è vero?”
“Proprio così” "rispose, non sapendo cos’altro aggiungere-
“Vado subito ad avvertirla della sua visita. Io sono solo la governante.”
L’entrata di Annabelle disattese l’immaginazione di Parker, la donna era l’opposto di come lui l’aveva immaginata: capelli corti; statura media; trucco leggerissimo, quasi inesistente; nessun gioiello tranne un braccialetto portato con molto charme alla caviglia destra. Parker lo notò subito per il semplice motivo che la donna lo ricevette scalza. La sua espressione era stranamente lontana da quella di una donna addolorata, così come colei che ha perso la sua migliore amica. Nei suoi occhi brillava una sorta di energia negativa che Parker non riusciva a tradurre. Indosso aveva una spartanissima tunica nera ricamata, di tipica fattura indiana mentre il suo incedere era sicuro ed elegantemente disinvolto. Si trattava indubbiamente di una donna dal temperamento ferreo, da cui difficilmente sarebbe trapelata alcuna emozione. Guardava l’ispettore con aria provocatoria quasi di sfida.
“Lieta di fare la sua conoscenza. "disse la donna evitando inutili convenevoli- Se posso esserle utile in qualcosa disponga pure di me ma, la prego sia telegrafico, ho pochissimo tempo e tantissime altre cosa da fare.”
“Stia tranquilla, -rispose Parker per nulla intimidito- neanche io posso permettermi delle inutili perdite di tempo quindi verrò subito al sodo: si tratta dell’omicidio della sua amica Yvette. Mi racconti brevemente le sue impressioni su quanto è accaduto. So che lei era la sua migliore, se non unica amica, quindi conosceva meglio di chiunque altro l’ambito delle sue conoscenze. Magari aveva dei nemici oppure qualcuno che avrebbe potuto trarre dei benefici dalla sua scomparsa.”
“La sua morte è qualcosa di inspiegabile, un mistero indecifrabile. Per quanto possa sforzarmi non riesco ad immaginare una persona tanto mostruosa da poter commettere una simile infamia. Mi creda ispettore e chi l’ha conosciuta glielo potrà confermare, Yvette era una donna adorabile; assolutamente priva di cattiveria e sempre disponibile verso chiunque avesse bisogno di un aiuto anche se tendenzialmente era una donna estremamente riservata. Io la conoscevo da quasi diciotto anni. La prima volta che la vidi di persona fu il giorno del mio compleanno. Ero appena ventenne ed in compagnia di alcuni amici decidemmo di andare a teatro per assistere ad un suo concerto, davano l’Aida. Mi sentii subito catturata dal suo fascino e non seppi resistere alla tentazione di conoscerla personalmente. Aspettai la fine della rappresentazione e riuscii, non ricordo neanche come, ad introdurmi furtivamente nel suo camerino. Temevo seriamente che quella inaspettata irruzione potesse scatenare il suo disappunto ma, con mio grande stupore, Yvette non si scompose minimamente, restò calma e silenziosa ascoltando le mie adulazioni che poco a poco sembrò accettare quasi con orgoglio. Mai nessuno aveva osato tanto solo per riuscire a conoscerla, mi disse, per giunta mi regalò dei biglietti per il suo successivo concerto. In pochi mesi diventammo amiche indivisibili. Ricordo che in quel periodo lavoravo come segretaria presso lo studio di un notaio. Non guadagnavo male ma non navigavo certo nell’oro! Un giorno confessai ad Yvette che ero veramente stanca del mio lavoro, avevo avuto una lite furibonda con il figlio del notaio che, forte dell’autorità di suo padre, si credeva in diritto di molestare ogni impiegata dello studio.
Fu allora che Yvette mi propose di lavorare per lei; Disse che non amava occuparsi personalmente delle trattative di lavoro e che io ero senz’altro la persona adatta per farlo. Mi offrì uno stipendio innegabilmente allettante ed io, naturalmente, accettai.”
Cosicché lei non ha neanche un piccolo sospetto, un dubbio, una traccia sbiadita che, in qualche modo ci possa condurre all’assassino?”
“No, proprio no! Spero vivamente che quell’uomo possa ricevere al più presto quel che merita ma non posso fare di più. Ora vi prego di scusarmi, ma ho ancora tantissime cose da sbrigare”
“La ringrazio "disse Parker- e la prego di non lasciare la città, almeno finché non sarà fatta piena luce sul caso.”
Sceso in strada l’ispettore ripensava al breve racconto della enigmatica donna ed alle espressioni del suo volto. Parlava della cantante come farebbe una persona innamorata ma, nei suoi occhi c’era tanta rabbia, tanto rancore.”
Più tardi negli uffici della centrale, l’investigatore Gordon era seduto dietro la propria scrivania immerso nella lettura. Le dita della sua mano destra, come martelletti di un pianoforte, si alternavano in un fastidioso tamburellare. Parker entrò nella stanza ma, l’altro non se ne avvide finchè non gli fu davanti.”
“Accidenti Parker mi hai spaventato!”
“Sei un po’ teso a quanto pare.”
“Vorrei vedere te dopo aver passato un paio d’ore in obitorio. Ti posso assicurare che non è affatto divertente.”
“Non posso darti torto, anch’io ho i brividi quando entro in quel luogo. Qualcosa di interessante nei risultati dell’autopsia?”
“In verità non molto. -rispose- La morte risale a quattro giorni fa ed è stata causata da un colpo alla testa, come ben sai. L’oggetto con cui è stato colpito doveva essere piuttosto pesante a giudicare dai danni che ha provocato, ma la cosa strana è che aveva solo una piccola ferita. Voglio dire che il colpo ricevuto doveva aprire una ferita ben più estesa e profonda; penso che la vittima indossasse ancora il cappello e che questo abbia attutito il colpo.”
“Si ha un’idea di quale possa essere l’oggetto?” "chiese Parker-
“Non si può stabilire con precisione, proprio perché aveva il capo coperto, ma a quanto dice Preston potrebbe trattarsi di un tubo metallico o di qualcosa di simile. Ah dimenticavo, aveva tracce di carbone sulle dita ed era privo di documenti, anzi per la verità le sue tasche erano completamente vuote e sul coltello le uniche impronte rilevate erano proprio le sue. In questa busta, poi, ci troverai le fotografie del suo volto.”
“Un viso non comune, -osservò Parker i suoi lineamenti sono davvero marcati: naso sottile; mascella quadrata; occhi grigi e capelli di un brizzolato misto al biondo. Doveva avere circa cinquant’anni e dai tratti somatici direi che aveva origini germaniche. Dicevi che aveva le tasche vuote, -soggiunse- ma io sarei curioso di vedere i suoi abiti.”
In meno di mezz’ora i due agenti federali erano alla scientifica, al cospetto di Preston che, data l’ora stava per concludere la sua giornata di lavoro.
“Immagino che le mie deduzioni scritte non ti abbiano soddisfatto.” "disse Preston con una vena di ironia-
“Tutt’altro amico mio. Il fatto è che mi sono ricordato che la vittima numero due non indossava un cappotto, quindi volevo dare un’occhiata agli abiti che aveva indosso.”
“A proposito, -disse Preston- ho notato qualcosa di curioso… ma guarda tu stesso: l’abito è vecchio e consumato la stoffa è di pessima qualità, sicuramente non si tratta di tessuto inglese e la giacca è talmente stretta che non riusciva nemmeno ad abbottonarsi. La camicia è di flanella ed il gilet fa parte certamente di un altro abito, comunque tutta roba molto usata. Per non parlare delle scarpe, un vero pugno nell’occhio.”
“È vero! "assentì Parker- Sono davvero orribilmente vecchie e consumate; non solo, sono enormi quest’uomo benchè non fosse molto alto ha dei piedi veramente smisurati. Saranno non meno di taglia 9 e ½; non è facile in giro trovarne un paio simile. Chissà che questo piccolo particolare non ci torni utile prima o poi.”
“Cosa significa?” "domandò Gordon-
“Ogni cosa a suo tempo, -rispose- finalmente comincio a vedere uno spiraglio di luce, ma è solo un’ipotesi quella che sto elaborando, ma che per ora preferisco tacere.”
Il cielo terso cancellava piano piano il tedio dei giorni passati. Sembrava quasi un ritorno alla vita: ovunque gruppi di fanciulli avvolti nelle loro sciarpe colorate si avviavano allegramente verso la scuola e le coppie di anziani stretti nei loro pesanti cappotti passeggiavano lentamente tra i giardini del parco. Qualcun altro più in la seduto su di una panchina affondava gli spessi occhiali tra le pagine di un giornale gualcito, forse di qualche giorno prima, forse trovato lì per caso; ma in fondo che importa “le brutte notizie sono sempre uguali”.
CONTINUA...
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