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Occasioni perdute

Arrivo alla festa in campagna a Palesella, sul tardo pomeriggio, quando ormai sta per finire. Alcuni amici mi intrattengono, ma mentre loro parlano io guardo una ragazza in mezzo a un gruppetto di persone poco lontano. Non è bella ma non è neanche brutta. È una mia compaesana che ho visto di sfuggita in varie occasioni, senza trovare mai il pretesto per parlarle, per presentarmi e fare amicizia.
Infatti non è facile per l'uomo abbordare una ragazza che vede raramente. Bisogna scegliere il momento giusto, quando lei ha tempo, quando è disponibile e non sempre accade. La avevo incontrata in passato in alcune occasioni poco favorevoli: mentre saliva sulla corriera, mentre usciva da un negozio con le sporte piene della spesa, mentre passava in bici, oppure in un giorno di vento mentre camminava affrettatamente per correre a casa. Perciò avevo sempre rimandato l'impulso di avvicinarmi per parlarle.
Anche adesso non è il momento buono: gli amici non mi lasciano solo, la festa sta per finire e tutti si preparano per partire. Viene la sera e lei va via su una bici accompagnata da un'amica.
Successivamente nel corso del tempo rivedo ancora questa ragazza, in varie occasioni. Ma sono sempre momenti inopportuni, per lei o per me: lei dimostra di avere fretta, oppure io ho fretta o sono indisposto o malvestito. Perciò rimando nuovamente la mia presentazione a una prossima volta. E in questo modo sono passati alcuni anni.
Incontro questa ragazza oggi, all'improvviso, mentre sta uscendo di casa. (Prima d'ora non sapevo dove abitava). Ha appena smesso di piovere, lei ha l'ombrello con sé e non sembra avere fretta. Ecco. È arrivata finalmente l'occasione giusta.
Io attraverso la strada per andare sul suo marciapiede. La incontrerò nel momento favorevole, un attimo prima che si incammini.
Mentre mi avvicino penso: che cosa le dirò? Si ricorderà di me? Ci siamo visti a quella festa in campagna ma sono passati tanti anni. Dopo è mancata l'occasione per conoscerla. La vedevo raramente e non potevo andare a suonare il campanello di casa sua per presentarmi.
Con questi pensieri mi avvicino di più a lei. Noto che è invecchiata, è meno bella; però ha un bel seno e un bel sederino. Sarà di buon umore? Avrà fretta? Avrà preoccupazioni per la testa? Se non sto attento farò una figuraccia. Le dirò semplicemente <Buongiorno signorina>. E dopo?
Arrivano anche altre persone che conosco di vista e passano proprio in quel punto.
Questo è il momento; adesso o mai più. Dio, se avessi parlato con lei almeno una volta, in qualche occasione passata. Ma non è mai successo! Siamo due estranei.
Mi avvicino ancora di più. Ecco, lei ha appena finito di chiudere la porta, mette la chiave nella borsetta, apre l'ombrellino e si incammina sul marciapiede.

Settembre 2001

 

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2 commenti:

  • Anonimo il 30/11/2009 15:13
    Il tempo non si ferma, non ritorna, perdersi in pensieri ed insicurezze puo' essere fatale!
  • francesca cuccia il 30/10/2009 09:22
    Beh! dovremmo correrci dietro per non perderle e farci domande come:come sarebbe andata? bella.

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