Nelle sere d'inverno a volte vado all'osteria per giocare a carte. Ed è qui che ho conosciuto Adriano.
È uno scapolo cinquantenne che vive in una fattoria in campagna e ogni tanto viene in bicicletta. Questa sera Adriano arriva emozionato e dice:
"Ho conosciuto una donna, una donna separata dal marito; è gentile e le piace stare i compagnia "
"Smettila di raccontare balle!" gli risponde il mio amico.
"È la verità, vi dico. È stato mio cugino corridore a portarmici la prima volta."
"Dove abita?"
"A Porto."
"Come si chiama?"
"Myriam."
"Ma sarà racchia quanti anni ha?"
"Ha 32 anni ed è un gran bella figliola "
"Senti, se ce la presenti, noi ti paghiamo da bere."
"Va bene. Prendo un bicchierino, solamente un bicchierino "
Io e altri due amici sospendiamo la partita e usciamo fuori insieme a Adriano. È una sera fredda, ventosa e stavo meglio dentro all'osteria. Ma penso che una donna nuda sta aspettando in un letto Uno della compagnia mette a disposizione la macchina e partiamo.
Arrivati a Porto posteggiamo l'auto e raggiungiamo a piedi le vie strette della parte vecchia del paese. Adriano ci conduce in vicoli oscuri e acciottolati, con muri decrepiti, pieni di inferriate da dove esce odore di vecchie cantine. Adriano sembra incerto, guarda i nomi dei vicoli, le targhette dei campanelli. Gli amici diventano impazienti:
"Ma non ti ricordi più il posto?"
"Ero venuto di sera e c'era la nebbia, la volta scorsa. Con un po' di calma troverò il posto c'era un barbiere, una pompa per l'acqua "
Percorriamo un vicolo che si biforca; al centro sorge un edificio alto e stretto. Da un portone esce luce fioca. C'è un carretto carico di mobili e un paio di facchini che scaricano. Qualcuno sta facendo trasloco. Chiediamo agli operai dove è la casa di Myriam, ma nessuno sa niente.
Più avanti incontriamo una vecchia; ha i capelli bianchi, il grembiule nero e sta depositando la spazzatura nel bidone. Ci avviciniamo e chiediamo a lei. Ma è sorda, non capisce e inoltre sembra una ritardata mentale.
Il prossimo al quale ci rivolgiamo è un vecchio ubriacone che si trascina appoggiandosi ai muri. Riesce appena a stare in piedi e da lui non sappiamo niente.
Fa un freddo cane ed entriamo in un bar per riscaldarci. Il locale è affollato di uomini e pieno di fumo. Ordiniamo da bere al banco, poi il mio amico chiede al barista dove abita una donna di nome Myriam. Il barista, un grassone indaffarato con le bottiglie, non sa niente; ci consiglia di rivolgerci a un tizio, seduto in fondo alla sala, che fa il mediatore. L'uomo ha baffoni e faccia scura; preferiamo non domandargli niente.
Quando usciamo fuori il campanile sta battendo le ore: mezzanotte e mezza. Percorriamo come pazzi strade deserte, vicoli bui spazzati dal vento di tramontana. Suoniamo a campanelli sbagliati, e dalle finestre dei piani superiori ci arrivano insulti e parolacce. Chiediamo informazioni a baristi e nottambuli. Niente da fare. La Myriam non la conosce nessuno e se qualcuno la conosce se la tiene per sé.
Alle due di notte, stanchi e con i piedi gelati, decidiamo di tornare a casa.
Alcune sere dopo, mi trovo al bar e sto giocando a carte con gli amici. Arriva Adriano agitato ed emozionato:
"Ho conosciuto una donna Si chiama Angela "
Uno della compagnia si mostra interessato e propone:
"Se me la presenti ti pagherò da bere."
"Va bene. Prendo un bicchierino, solamente un bicchierino."
Dicembre 2001