E fu come ritrovarsi. Nella semplicità sconcertante di un abbraccio e di uno sguardo che, al di là di tutte quelle parole e di quel dolore, aveva saputo dire la cosa giusta. E mentre la pioggia, carezzevole e lenta, cadeva, bagnando i loro volti, entrambi capirono. Capirano che erano fatti allo stesso modo e che dagli occhi non scorrono solo lacrime di tristezza, ma anche gocce di pioggia, perle fresche di gioia che scivolano lungo le guance, fino alle labbra, che mai furono dolci come in quel bacio. D'intorno trascorsero le estati e gli inverni, le stagioni, gli anni, o forse un solo secondo. Ma seppero che, prima di quell'addio, si erano detti e dati tutto ciò che mai avrebbero potuto in una vita intera.
Quando i loro volti furono tornati da quel viaggio dei sensi, ristettero entrambi. Lui ansimante e profondo dei suoi pensieri e scosso dalle sue passioni; lei giovane e bella, come un fiore appena schiuso nella rugiada del mattino. I capelli umidi che le ricadevano davanti agli occhi, come rami, liane e frasche a proteggere, nel fondo della foresta, il tesoro antico e sempre nuovo di uno sguardo innamorato, la nascondevano quasi, ma lasciavano vedere il suo sorriso.
Fu allora che lui parlò:
"Semmai, un giorno, sentissi il bisogno di me... Bacia la pioggia. Mi ritroverai."
Lei lo guardò, persa in quelle parole; si avvicinò al suo volto, tendendo un dito verso l'angolo del suo occhio destro, dove un'ennesima goccia si attardava a cadere. Lasciò che quella piccola sfera d'acqua si posasse sul suo indice e poi l'avvicinò alla bocca di lui. Strofinò il dito sulle sue labbra e, in tutt'uno, avvicinò le sue a quelle di lui.
D'intorno, la pioggia, le cicale e il tempo.
Dentro di loro, un bacio, una storia, un'amore.