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Gli amanti imperfetti

Ogni riferimento a fatti, persone, luoghi o cose deve ritenersi puramente casuale. L'Autore si assume la responsabilità per eventuali omissioni, errori. Si ringraziano quanti hanno contribuito con opinioni, informazioni di vario tipo per la realizzazione opportuna del presente testo.

Le due di notte. Il silenzio è piombato sui nostri corpi accesi, fasciati un po' solo dall'appiccicoso lenzuolo di cotone bianco. Che splendida serata! La cena al club, al lume di candela, un salottino in cuoio rosso scuro, così invitante ed ora, io e te, qui, insieme, stretti sul tuo letto ad una piazza e mezza, liberi di toccarci, baciarci, avvinghiarci in abbracci e giochi multiformi. Liberi sì, ma col peso dei casini quotidiani che rallentano la nostra voglia di sperimentare nuovi appetiti, nuove provocazioni.
La porta finestra è aperta: assieme all'afa, entra un debole raggio di luna, che s'illude di illuminare le inquiete sensazioni che si aggrovigliano nelle nostre menti; fuori in giardino, il frinire pacato delle cicale si mescola al rombo delle auto che passano di tanto in tanto per la strada. Con una mano sento il cuore, cieco nella sua corsa. Le due di notte: già, è facile ascoltare il nostro respiro irregolare che vaga distratto dalle reciproche carezze che spendiamo tentando di carpirci desideri impronunciabili. Brevi, semplici parole, tra noi, formule rituali che celano un timore, "ansia da prestazione" dicono gli psicologi, chissà, ...
Io e te: il tuo corpo comodamente adagiato sopra il mio, gli occhi esplodono in baci folli, ripetuti; le mani, le gambe si cercano e si lasciano, si perdono nel piacere profondo. Le labbra turgide inseguono il tuo odore dietro il collo, sulle spalle, poi giù, sempre più Gli sguardi amano fissarsi un po' per trovare conferme. Entrare ed uscire da me: un brivido di irrinunciabili secondi, che sale al cervello confondendo l'essere tra cielo e terra. Le due e mezzo di notte: sì morire d'un amplesso che pare insaziabile, non la ragione, solo l'istinto governa attimi eterni. Notte di fine agosto, è il tempo per un'anima anelante, che ha trovato infine se stessa e che ha in disprezzo la luce del nuovo giorno.

Le tre di notte. "Ehi, stai bene piccola?" Nella penombra, due occhi vivaci scrutano ansiosi una mia risposta. Con le dita, scosto placidamente un biondo ricciolo ribelle dal tuo viso. Che dirti adesso? " Sì certo, grazie, Luca." Ma la mente va oltre: tra i ricordi, in fondo ai pensieri, forse no, forse m'è indifferente sapere, forse non ho ricevuto da te ciò che in quei momenti ignoravo di volere. Appoggio il volto contro il tuo petto, ancora intriso d'acqua di colonia: la pace che m'infonde il tuo affetto monopolizza il mio corpo, si scioglie nel sapore inebriante ed esclusivo della tua morbida pelle. La tua voce scherzosa mi sussurra infine all'orecchio: "Ti va di farlo ancora?" Sì il tuo desiderio mi ha contagiato, m'induce ad osare un'altra volta.
Lontano, sul marciapiede che cinge la strada, odo uno scalpicciare furtivo di ragazzi, i vicini probabilmente, leggeri ritornano da una festa, magari in riva la mare. Ricordo il nostro primo incontro mentre le palpebre socchiuse attendono che tu con arte lavori la mia essenza primordiale: era un mattino nuvoloso di primavera, sul mare spirava una debole bora che asciugava le fatiche, le delusioni non ancora sopite. Io vittima dei fumi dell'alcol al party in barca della sera prima, ero scesa sul piccolo molo che affiancava il Castello di Miramare, per fumarmi una sigaretta. Ero sfatta, vestita da cocktail, mi reggevo a fatica su tacchi vertiginosi, ma ho iniziato comunque a camminare. Tu eri là, seduto al limitare della banchina grigiastra e riprendevi fiato dopo un'estenuante corsa. "Ciao, "Con un ingenuo sorriso mi hai salutato mentre ti passavo a fianco. Non so, forse temevo di avere delle allucinazioni da ebbrezza reiterata, non mi sembravi vero, non alle sei del mattino. In seguito mi hai confessato con molta tranquillità, "Non sai quanto sono stato felice di aver percorso circa cinque chilometri a piedi come quel sabato, perché ho avuto la possibilità di conoscere te, di deliziarmi della compagnia d'un angelo che da allora non ha più lasciato i miei occhi". Eh, sì quanto tempo è trascorso

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8 commenti:

  • Emanuela Lazzaro il 27/08/2008 17:48
    Premetto che con questo racconto io non pretendevo nulla se non delle opinioni finalizzate ad un miglioramento del mio stile, Il tema dell'amore inquieto è liberamente interpretabile, ognuno può dare visione diversa... e comunque se mai scriverò la continuazione magari qualcuno cambierà idea anche perchè alcuni suggerimenti, alcune emozioni che avete manifestato sono alquanto interessanti e meritevoli di approfondimento...
  • fulvio laudi il 27/08/2008 13:35
    sembra il giusto o naturale coronamento ad un bacio perfetto. Ma non è così, perchè nulla vi è di perfetto in un'anima inquieta, e perchè la perfezione appartiene solo alle idee purtroppo. Il bacio perfetto voleva essere un'idea che, come sempre, quando si cala nella realtà perde la sua aura di perfezione.
    Ho letto con piacere, mesto piacere, il tuo racconto.
  • Aldo Occhipinti il 14/08/2008 02:37
    Ps: il passo - il frinire pacato delle cicale si mescola al rombo delle auto che passano di tanto in tanto per la strada - è molto poetico, altro che "convenzionalità letteraria urticante" - a Gianfrà?
  • Aldo Occhipinti il 14/08/2008 02:32
    "Vedi Amore io vorrei soltanto capire che ti passa per la testa, quel di più che il tuo corpo mi da, magari involontariamente, non so Io vorrei comprenderti istante dopo istante, anche adesso che stiamo uno con l'altra.".
    È bellissimo rivelare al proprio partner i pensieri che accompagnano la silente passione... a volte però, forse, è difficile confidarli perchè "particolari" o "evasivi"... a volte invece la mente è vuota e ci si concede alla pura e ineguagliabile ricezione sensoriale, al Godere - quello con la maiuscola. Se lui non pensava a nulla: sicuramente la sua essenza, era completamente tua, in estrema dediziozione.
    Bel raccontino erotico/passionale - molto intenso. E molto ben curato anche a livello sintattico formale... fluisce, e la lettura è godibilissima. Brava, hai buon stile. ti rileggerò. Ciao : - )
  • Emanuela Lazzaro il 18/09/2006 16:48
    veramente si tratta del frinire pacato delle cicale, mi hai fatto venire un dubbio e sono andata a controllare.
  • billiejoe. il 18/09/2006 09:59
    ...è tutto racchiuso nel titolo... amanti imperfetti...è la stessa imperfezione che rende belli molti istanti trascorsi insieme al proprio amante...è il mistero.. la curiosità che tiene vivi molti rapporti... conoscere ogni singola parola.. azione... espressione... di chi ci è accanto..è noioso... tremendamente... le risposte che cerchiamo.. ce le da l'istinto stesso... le sensazioni.. le emozioni... che scorrono "sottopelle".. in quei momenti...
  • Emanuela Lazzaro il 07/06/2006 20:44
    potete anche dirmi che ne pensate mi piace evolvermi...

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