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L'assicurazione non assicura

-Te la sei sbattuta ieri sera la biondina? Com’è che si chiamava?- mi domanda Stefano mentre si allaccia gli scarpini da calcio.
-Irene- gli faccio infilandomi i pantaloncini?"Me l’ha toccato un po’, ma niente di più-
Tiro fuori la sacca con le scarpe dalla borsa e la sbatto per terra.
-Però le ho dato due leccate come si deve- sentenzio poi.
-E allora!- urla Stefano trionfante.
-Mi raccomando- aggiunge?" Stasera bisogna farli neri. Se non vinciamo non entriamo ai playoff-
-Non preoccuparti- gli dico distrattamente mentre usciamo dallo spogliatoio.
Tutti gli anni la stessa storia. Stefano si esalta per il torneo di calcio a cinque fin da luglio, ne parla continuamente, tanto che più di una volta gli ho detto che rompe le palle. Verso fine agosto comincia a dire che tirerà su lo squadrone, che si vince facile e bla bla bla. E poi ci ritroviamo i soliti sei o sette scoppiati incapaci e senza fiato. A parte Stefano, che si sbatte moltissimo ma non è per niente capace.
Entriamo in campo e dagli sguardi di Tomas, la nostra punta, e Mattia, il portiere, capisco che hanno appena fumato un bel po’ di marijuana e sono strafatti. Tomas ha uno sguardo talmente da pirla e gli occhi scavati che sembra uno che si è appena fatto cinque seghe una dietro l’altra.
-Dai, fuori le palle- mi dice appena mi vede e gli viene quasi da ridere.
Alla fine perdiamo 11 a 6 con Tomas che riesce a segnare addirittura due gol. Dopo averne sbagliati almeno il triplo.
-Abbiamo avuto la solita sfiga- comincio a dire in spogliatoio. Ogni volta mi tocca sparare le solite cazzate per tirar su l’ambiente.
-Hanno fatto tre gol di culo, noi invece sembrava avessimo uno cazzo di maledizione. E poi l’arbitro…- con l’arbitro funziona sempre. Infatti ci incazziamo e lo insultiamo fino a ritrovare un po’ di armonia e finiamo la serata al solito bar mangiando e bevendo birra. Alla salute dell’arbitro.

Il giorno dopo alle 9 sono in ufficio. Lavoro per un’agenzia di assicurazioni e faccio la fame. “È a gavetta”, mi ripetono sempre. Per la precisione è da più di un anno che me lo ripetono.
-Hai appuntamento da Galli alle due- mi informa la segretaria.
-Come mai? Dovrei passare domani- le rispondo sbirciandole la scollatura, una bella terza abbondante.
-Ha chiamato in agenzia e vuole che passi oggi. Dice che sul cellulare non ti trovava-
-Speriamo solo non faccia storie-
Passo la mattinata a leggere vari incartamenti e a spiegare agli sventurati di turno perché la mia assicurazione (cioè la loro) non li risarcirà “questa volta”. Ho imparato a dire tante di quelle cazzate per convincere i miei clienti che riuscirei a convertire Gesù Cristo al Buddismo. Questo fino alle 10, poi fino alla pausa pranzo leggo la Gazzetta dello Sport. È lunedì e c’è il fantacalcio. Mi ha segnato solo un giocatore e uno stronzo ha sbagliato un rigore, il che significa dei punti di penalità. In più il mio avversario giocando in casa ha un bonus nel punteggio. Insomma ho perso e devo offrire da bere. Gioco di merda.

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