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L'impensabile

L’impensabile


Non è possibile che stia accadendo.
Continuo a ripetere queste sei sciocche parole, mentre cammino come una marionetta nel freddo insolente di un pomeriggio quasi sera di dicembre.
Ho l’irragionevole speranza che se mi muovo velocemente, se riesco ad arrivare a casa in fretta e a chiudermi la porta alle spalle, questa folle cosa resterà indietro, non potrà raggiungermi e allora la dimenticherò. Sarà come se non fosse mai accaduta.
È cominciata stamattina presto, poco dopo essere uscito di casa. Una mattina come tutte le altre, fino a quel momento. Nulla che lasciasse presagire quel che stava per succedere. Mi sono svegliato come d’abitudine alle sette, dopo un sonno calmo e senza sogni, con la voce di Mr. Gordon Sumner  che supplicava: “Roxanne, you  don’t have to put on the red light…” Ho spento la radio e acceso la luce, mi sono trascinato in bagno dove ho perseverato nel dormiveglia per cinque minuti buoni, seduto sulla tazza del water con la testa tra le mani,  i gomiti sulle ginocchia e la vaga coscienza di avere indossato le pantofole al contrario.
Poi mi sono osservato per un po’ nello specchio, intanto che l’acqua della doccia si scaldava. È un’abitudine che ho fin da piccolo. Mia madre entrava in bagno credendomi nella vasca ad insaponarmi e invece mi trovava assorto davanti al mio viso riflesso, incurante dell’acqua che andava e già minacciava di traboccare. La cosa mi ha procurato diverse sberle ai tempi. Non abbastanza da farmi perdere il vizio, a quanto pare.
Immagino si potrebbe pensare che si tratti di vanità maschile, ma non è affatto così. Di solito inizia con una rapida occhiata quando mi sciacquo la faccia, prosegue mentre mi tampono con la salvietta e cerco di scoprire nuove rughe o vecchi segni d’espressione, poi  diventa come se stessi guardando non più il mio volto ma quello di un altro e a quel punto la faccenda può andare avanti per minuti. Fortunatamente stamattina è arrivato il suono del telefono a rompere la malia, come una volta arrivavano le sberle di mia madre… mi è venuto da pensare lì per lì. E il pensiero mi ha fatto sorridere.
Il telefono ha smesso di squillare quando sono arrivato in cucina. Ho messo su il caffè, poi sono tornato in bagno per la doccia. Il caffè è venuto uno schifo. Ingoiando l’ultimo sorso, ricordo di essermi augurato che la giornata non si rivelasse altrettanto cattiva. Sono uscito in strada alle sette e trentanove, due gradi di temperatura. Non che abbia la fissazione per i numeri, intendiamoci. È merito del display elettronico che lampeggia inesausto sull’insegna della farmacia di fronte al mio palazzo. Il fatto che questo sia il primo segnale forte che il mio cervello coglie dopo il sonno, è forse l’unica spiegazione plausibile del perché io continui a ricordare per tutto il giorno l’ora e la temperatura esatte dell’attimo in cui varco il portone.

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22 commenti:

  • luisa lorenzoni il 17/02/2011 10:02
    Cara Suz, figurati, sono io la prima sostenitrice del libero arbitrio! ognuno è libero di reagire come vuole dinanzi ad un mio racconto... ma senza pretendere di voler cambiare il mio modo di scrivere. Comunque hai colto perfettamente nel segno, qualcuno ragiona più in termini di popolarità web che non di libera espressione della creatività... che peccato, mi dispiace per costoro.
    Grazie per il comento, leggerò senz'altro qualcosa di tuo
    Con stima,
    Lou
  • Anonimo il 15/02/2011 13:15
    Scusami Luisa, avrei dovuto approfondire il mio commento.
    Intendevo che la critica è stata mossa nel modo sbagliato, ma che qualcuno trovi troppo lungo o corto il nostro racconto ci sta.
    Non capisco bene la "regola" scritta di cui parla. Io quando scrivo un racconto non lo faccio pensando che sia destinato al web. Lo scrivo e basta.
    Forse per alcuni diventare popolari in questo sito è l'obiettivo.
    Buona giornata.

    Suz
  • luisa lorenzoni il 15/02/2011 09:45
    I consigli li accetto anch'io... il sentenziare arrogante però mi dà allergia... son fatta così cara Suzanne, ke ci vuoi fare
    Lou
  • Anonimo il 11/02/2011 12:32
    Io accetto sempre i consigli, penso possa servire a migliorarmi.
    Poi magari faccio come mi pare, ma questa è un'altra storia.

    Suz
  • luisa lorenzoni il 18/07/2008 16:17
    Ah... dimenticavo... permettimi una rapida toccatina di ferro per quel discorso menagramo sul num di anni che probabilisticamente mi rimane da vivere!!! Ma tu guarda che roba! Mentre pedali, ricordati di ripassare la differenza tra "o" congiunzione coordinativa e "ho" prima persona presente indicativo verbo avere... son sottigliezze che talvolta fan comodo, quando si scrive
  • luisa lorenzoni il 17/07/2008 23:01
    Vedi amico caro... non devi sorbirti proprio nessuna pappa! questo è il punto! libertà, torno a dire... libertà per te di non leggermi, per me di non essera letta da te, di scrivere lungo o corto, insomma libertà per ognuno di fare ciò che sente e che vuole. Io pedalo, non preoccuparti. Pensa alla tua bicicletta, che la mia riesco a governarla benino, tutto sommato. Ma va là... fai il piacere
  • Anonimo il 12/07/2008 16:30
    Visto che vuoi dei pareri sulla diatriba... il racconto lungo o corto... io ho letto venti righe... non è il massimo della letteratura mondiale... o fatto un giro col mouse ed ho visto la pappa che dovevo sorbirmi. A quel punto ho chiuso. Io compaio come numero di letture ma non sò che roba è che hai scritto. Questo non implica che il racconto sia buono o meno... implica che il discorso di fulvio musso ha una logica e tu ti sei incazzata per niente. Senti bene cosa ti dice un veterano...è l'età!!! Gioca a tuo favoro solo per il numero di anni che probabilisticamente ti rimane da vivere... per il resto pensi davvero di essere una che non può nemmeno pensare di accettare un consiglko? Pedala, pedala che la strada è lunga e in salita! Giak
  • luisa lorenzoni il 08/07/2008 18:31
    Non ho offeso nessuno... ho regito ad un atteggiamento offensivo, semmai
  • Anonimo il 08/07/2008 00:17
    Ma quali imposizioni! Era solo un suggerimento per il quale t'ho anche spiegato la precisa ragione che è chiaramente estranea al valore del brano (a quello scopo si "deve" fare). Peraltro certe regole del web non le ho scritte io. Se a te non interessano, me lo dici senza offendermi riconoscendo quanto meno il palese disinteresse del mio consiglio. Fra l’altro, sono lo stesso Fulvio Musso che t'ha elogiato nell'altro tuo racconto.
    "Altrimenti m'avvantaggio io" è chiaramente una battuta per interlocutori di spirito.
    Ti saluto senza rancore perchè la tua reazione spropositate e calunniosa t’ha già offeso abbastanza ed io ho qualche simpatia per chi si fa del male da solo. (Ho cancellato la notifica dei commenti a questo brano così ti risparmio altre autoreti).
  • luisa lorenzoni il 07/07/2008 22:50
    PARTECIPA AL SONDAGGIO!!! "PALETTI ALLA CREATIVITA': SI O NO"
  • luisa lorenzoni il 07/07/2008 22:30
    Mmmm... ho ancora un sassolino nella scarpa, Fulvio... cosa intendevi dire con quel: se non mi ascolti avvantaggi me??? Vale a dire che se io scrivo lungo, contribuisco indirettamente ad incrementare la tua fama? il nesso mi sfugge...è una roba del tipo"quando una farfalla sbatte le ali a pechino... piove ad hong kong"? via, Fulvietto... non diciamo corbellerie
  • luisa lorenzoni il 07/07/2008 22:25
    Grazie Broken... e poi... e poi dimmelo tu... ognuno di noi, guardandosi un attimo dentro, è in grado di dire cosa accade dopo che il protagonista è entrato in casa.

    A Fulvio dico: che si potesse ridurlo della metà è tuo parere soggettivo nonchè assai opinabile (sia lodato il signore per il dono del libero arbitrio, che ci distingue un tantino dalla razza ovina!!!)... che si dovesse farlo è un'affermazione a dir poco impositiva e dal vago sentore dittatoriale. Sii gentile amico caro, decidi della lunghezza dei TUOI racconti e lascia agli altri la dolce briga di decidere arbitrariamente di quella dei PROPRI. Mi vengono le bolle dianzi a qualsivoglia maldestro tentativo di imposizione nella vita di tutti i giorni... figurarsi per quel che riguarda il mio modus scribendi. Può piacere o risultare brutto, ognuno dica la sua a tal proposito. Ma nessuno si azzardi a dirmi: taglia o allunga. Per concludere, nell'era del mordiefuggi triste e arido, siano lodati la prolissità e il logorroismo, sintomi inequivocabili di una buona facoltà di pensiero narrativo (Jerome Bruner docet). Chi ritiene che il racconto sia troppo lungo... non ha che da NON LEGGERLO, santa democrazia!
    Attendo commenti su queso mio punto di vista, feroci o affini che siano.
    Interessante sapere che ne pensa la community... lancio il sondaggio: PALETTI ALLA CREATIVITA', SI' O NO
  • Anonimo il 07/07/2008 07:46
    Si poteva e doveva ridurre della metà, quanto meno, come si deve scrivere nel web dove vige la lettura "mordi e fuggi" altrimenti il nr di visualizzazioni non corrisponde nemmeno lontanamente alle letture effettive. Quante volte, tutti noi, abbiamo visualizzato un brano e subito richiuso perchè troppo lungo? Oppure l'abbiamo letto come si scende una scala quattro a quattro?
    Se m'ascolti t'avvantaggi, atrimenti avvantaggi me e ti ringrazio.
  • luisa lorenzoni il 14/06/2008 10:08
    Grazie Aldo, raccolgo il fiore da te gettato e m'inchino
    Lou
  • Rosella Ardesia il 12/06/2008 17:01
    Complimenti!
  • Patrizia Cremona il 12/06/2008 15:32
    Racconto ricco di BRIVIDI trasmette leggera angoscia.. trasmette spazi
    interiori nascosti.
    Un vuoto di paura di una triste realta' .. che non si riesce superare perche'?
    Nasce il silenzio dentro di te, raccogli sole non solo notte.
    La tua voce e' un racconto che arriva e che ci circonda.
    Soggettiva, molto vissuta... bella complimenti!
  • luisa lorenzoni il 11/06/2008 14:09
    Grazie, felice che vi sia piaciuto. Vuole essere un omaggio al grande Dino Buzzati

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