Guardo le donne, le osservo, le analizzo. Guardo i loro visi, i corpi, il modo di vestire, di camminare, di gesticolare, di parlare. Osservo gesti e manie, comportamenti che rivelano gusti e psicologie. La pettinatura, per esempio, rivela molto del carattere di una donna. I capelli corti appartengono a una donna conformista e pettegola; nei capelli medi c'è più dolcezza; nei capelli lunghi c'è senso di libertà, fino all'hippy, fino alla rivolta.
Studiando le donne ho scoperto imperfezioni di ogni tipo. Marilena è racchia. Katuscia ha un profilo del viso imperfetto: il naso è troppo lungo e gobbo. Caterina ha i seni piccoli. Loredana ha le gambe corte e il culo basso. Natascia ha i capelli rossi e troppe lentiggini in viso.
Io che sono un poeta innamorato della bellezza trovo che le donne belle sono una minoranza; le donne belle senza imperfezioni sono una rarità.
Forse la Natura avrebbe potuto creare le donne tutte belle, con un corpo perfetto e senza difetti. Ma se le donne fossero tutte belle, sarebbero tutte uguali, tutte identiche. E allora la bellezza, il concetto di bellezza, scomparirebbe. Solamente il paragone, il confronto con le donne brutte, permette l'esistenza della bellezza.
Dobbiamo ringraziare tutte le donne brutte. Sono loro che ci consentono di apprezzare quelle belle. E allora: Evviva le donne calve, le donne racchie, le zoppe e le strabiche, le nane e le grassone
Agosto 2002