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Collo di Bottiglia
Il Dottor Cinico e la Dottoressa Sardonica erano soliti riunirsi intorno ad un tavolino di un bar del centro, ogni giorno, da 12 anni. Non erano moglie e marito, né fidanzati, né amici. Erano piuttosto “menti brillanti in produzione” come si autodefinivano. La cosa incredibile era che ogni giorno affrontavano nuove discussioni, essendo raramente d’accordo. Tutti quanti li salutavano con l’epiteto di “Dottore” o “Dottoressa”, ma nessuno aveva mai capito bene in cosa si fossero laureati. Tuttavia dimostravano spesso una cultura che non solo era approfondita, ma anche eccentrica e a volte bizzarra, che permetteva loro di gettarsi in voli pindarici in teorie e ragionamenti che difficilmente uno scienziato avrebbe potuto sostenere.
La discussione del giorno fu scatenata dalla visione di alcuni ragazzi che tornavano da scuola: due con fare sicuro e scanzonato erano intenti nell’infastidire un bambino leggermente più piccolo che camminava a testa bassa. Moro, cartella con entrambi gli spallacci, con gli occhiali da vista che quasi rischiavano di cadere per gli schiaffetti che arrivavano sul capo del bambino da parte dei due “bulli”. Ed infatti caddero rovinosamente a terra.
Il Dottor Cinico che era rimasto ad osservare la scena in silenzio cominciò a parlare con tono assolutamente piatto alla vista degli occhiali che si infrangevano a terra
.<<Sa dottoressa, mi sono spesso domandato il motivo della persistenza del bullismo. E alla fine ho trovato una risposta.>>
<<Intende dire>> lo interruppe Sardonica con tono altrettanto piatto <<quella serie di comportamenti inspiegabili che portano dei ragazzi che si sentono più forti a denigrare ed emarginare un loro conspecifico che possiede qualche diottria di meno della norma e preferisce evitare la scoliosi piuttosto che indossare un solo spallaccio dello zaino risultando “figo”?>>
Il dottore non raccolse la provocazione e continuò <<Esattamente, mia cara. Non lo riterrei “inspiegabile” il comportamento, tuttavia, come lei si azzarda a definirlo. Non è forse normale che vinca il più forte?>>. Alzò leggermente un sopracciglio e un sorriso beffardo comparve sul suo volto.
<<Non mi riduca il darwinismo al motteggio elementare “la legge del più forte”. Probabilmente quell’individuo beta a cui lei si riferisce un domani sarà talmente ricco che se li potrà comprare come guardie del corpo e quelli talmente stupidi da essere contenti di menare in giro le mani per soldi.>>. Fissò il sopracciglio alzato del collega fino a che questi non lo riabbassò.
<<Non mi segue. Non sto parlando di intelligenza.>> Fece una pausa studiata, la quale però non sortì l’effetto che sperava. <<Parlo di cattiveria.>>
<<Ha!>> Sbottò lei <<Come se la cattiveria avesse basi genetiche! Dunque quei ragazzi non avrebbero colpa!>>
<<Non sto dicendo questo, esimia.>> Disse con tono mellifluo. Stavolta la pausa che fece colpì la dottoressa. <<Immaginiamo che l’aggressività, la capacità di… “fregare” gli altri, di compiere soprusi… Sì, immagini che tutto ciò sia scritto nel DNA. Io penso che questo spiegherebbe la nostra società moderna, lei non trova? Un retaggio del mondo animale.”
<<Queste sono illazioni senza base alcuna. Se ciò fosse vero, caro collega, allora a causa della variabilità genetica dovrebbero esistere molti più individui “buoni” di ciò che la società attuale riesce a sfornare. Glielo dico io, la base è la stessa, è l’ambiente che plasma l’individuo. Altrimenti come mi spiega che in tutti noi è presente la cattiveria e solo in pochi è sopravvissuta la “bontà d’animo”? Non si dimentichi che Gesù Cristo era un Homo sapiens>>
<<Poniamo caso che sia avvenuto un collo di bottiglia, un bottleneck come lo chiamano gli anglofoni. Saprà certamente di cosa sto parlando, non è vero dottoressa?>>
<<Ma certo, con chi crede di confrontarsi, collega?>> rispose lei sorniona <<Un evento che riduce drasticamente una popolazione riducendo di molto il pool genico, della stessa. In parole povere, una catastrofe a cui solo alcuni elementi sopravvivono, che trasmettono poi il loro patrimonio genetico ai figli.>>
<<Esauriente, come sempre>> riprese Cinico. <<Saprebbe dunque individuare nei nostri trascorsi di “popolazione” umana tale catastrofe?>>
<<La peste bubbonica, l’AIDS, il tifo..>>
<<Dottoressa, mi riferisco alle guerre mondiali. Quelli che lei mi ha sciorinato non sono altro che pandemie. Nessuno poteva scegliere di contrarre o non contrarre una malattia. Chiunque invece credo possa scegliere se uccidere o non uccidere un’altra persona.>>
<<Se lei fosse stato cresciuto e plasmato all’obbedienza cieca verso i suoi superiori, se anche lei avesse una famiglia e dei cari da proteggere invece che una cena congelata come unico bene, scommetto che non esiterebbe nel premere un grilletto per difenderli. E sopravviverebbe anche alla vista del sangue. Perciò, non sono sicura che ognuno di noi può scegliere se uccidere o meno.>> Scoccò un’occhiata maliziosa al suo anulare privo di fede.
<<Le sue osservazioni pungenti sulla mia vita da single le fanno perdere di vista il nocciolo del discorso. Se anche fosse che siano esistite delle persone modello “macchina da guerra”, come lei dice, ammetterà che ci siano stati elementi che non lo erano o che comunque esitavano nello spezzare una vita. E secondo lei, tra un individuo che prova piacere nell’uccidere per delirio di onnipotenza ed un’anima pia che si rifiuta di sparare di fronte al nemico, chi sparerebbe prima?>>
<<Il megalomane, senza dubbio. O per chiamarlo come lei vorrebbe che fossi portata a dire dal suo ragionamento, il “cattivo” della situazione.>>
<<Esattamente. In X scontri vinceranno X cattivi; il risultato è che il collo di bottiglia lo provocano proprio essi stessi: i buoni nelle guerre si sono estinti.>>
<<E chi non era né cattivo, né buono, ma codardo, ha comunque superato il collo di bottiglia, rifugiandosi da qualche parte.>>
<<Non credo che i partigiani si sarebbero fatti chiamare così. Ma comunque sì, dottoressa, anche loro sono sopravvissuti. Ma aggiungiamo alla prole legittima dei “cattivi” anche quella risultante dagli stupri. Lo so, è una visione truce, ma i loro geni sono passati alla generazione successiva anche per questo. Ora moltiplichi per due conflitti mondiali.>>
<<Insomma, lei mi sta dicendo che a causa di questi due “colli di bottiglia”, se così li vuole chiamare, nel secolo passato, ora siamo tutti più cattivi? E i buoni sopravvissuti sono destinati a soccombere? Proprio come quel ragazzo che abbiamo visto prima, giusto? Ciò vuol dire che andando avanti con il tempo ci incattiviremo sempre di più e magari giungeremo al punto di autodistruggerci.>>
<<La mia è solamente un’ipotesi dottoressa. E già so che sebbene appaia straordinariamente plausibile lei dirà che sono solamente idiozie per non darmi ragione.>>
<<Oh no, dottore>> sorrise lei <<Se non le dessi ragione, lei avrebbe correttamente previsto ciò che avrei fatto, quindi le darei ragione; al contrario, dandole ragione non le darei ragione al tempo stesso. Non è un paradosso delizioso??>>
<<Mi sono perso nelle sue elucubrazioni, dottoressa>> Disse lui sorpreso.
<<Come sempre, collega, come sempre… È il mio modo di essere…Cattiva>>
Sardonica portò al volto la tazza con il caffè, ormai freddatosi, per nascondere il sorriso vittorioso che era comparso sulle sue labbra.
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