La neve cade a un metro e cade dritta,
e sento di poter governare la tempesta che ho sempre schivato.
Mi batte in testa, picchia addosso,
rosso vivo come l'unghia dentro il sangue... ma non la temo.
Lei provoca e io sfido, mi rivesto di verde come carta su panno, e gioco la partita senza nulla da perdere, non ho nulla da perdere adesso!
Ma Dio, perché soltanto adesso è tutto chiaro?
Solo adesso guardo in faccia alle responsabilità, al pudore, ai quadrati, ai prefissi, alle intenzioni, alle previsioni.
A te che mi guardi e che sai chi sono.
A me che mi ostino ad essere ciò che vedi.
A me, sotto la tempesta, ma con un piede al riparo, troppo saggio per saltare, troppo stupido per capire, troppo complicato per guardare e non interpretare, guardare e soffrire, così...
Sotto. Dentro.
Non di fianco.