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Antorcha hija del diablo y el inquisidor cap 1

Cap 1 (prima ora)

Siamo all'incirca nel 1630, chi scrive, è "recluso" in un Convento isolato, sui Pirenei...


"Noi, Papa….., per misericordia divina Inquisitore Generale, fidando nelle vostre cognizioni e nella vostra retta coscienza... vi nominiamo, costituiamo, creiamo e deputiamo quale fidelis filium fra gli inquisitori apostolici contro la depravazione eretica e l’apostasia nell’Inquisizione di Nostro Signore.. voi Aloisius de la Cruz e vi diamo potere e facoltà di indagare su ogni persona, uomo o donna, viva o morta, assente o presente, di qualsiasi stato e condizione... che risultasse colpevole, sospetta o accusata del crimine di apostasia e di eresia, e su tutti i fautori, difensori e favoreggiatori delle medesime".

Con oggi, son giusto 10, gli anni che porto i segni di questa Bolla; io Certosino dedito agli studi più che alla battaglia, io, impegnato nella traduzione di Platone, al quale ho dedicato anni a lui ed alla sua “de Re Publica”, sì, son proprio io, il belante animale che contrito verga queste righe, nell’ora, nella sola ora ogni 24, che m’è dato essere ancora uomo!
Ma necessita che anteponga ai fatti, la mia storia:
battezzato alla nascita, per volere di mia madre, Aloisio, ed impostomi il di lei cognome, quasi fatidico direi, essendo cadetto, m’erano offerte due strade, indossare l’armatura, al servizio del Re, o indossare il saio al servizio del Re dei Re, io nemico per istinto della guerra, ho scelto pur senza logica di fede, il saio.
L’essere uomo di Chiesa, m’ha consentito di accedere a Biblioteche per molti proibite, di conoscere ed essere allievo di uomini illuminati di scienza, invasati di sete di conoscenza, adoratori del sapere, anche se questo comporta, evidentemente il dubitare della Fede.
Non so perché, né se si trattò di uno scambio di persona, ma quando 10 anni fa, fui convocato a Roma, in udienza pontificia, il mio stupore e confesso, paura, fu veramente grande.
Pensavo, infatti, che fossero giunte fino all’Urbe le dissertazioni che nel cenacolo del convento che ci ospitava, venivano almeno una volta al mese condotte.
Grande fu la meraviglia, quando, invece di una “punizione” ricevetti la “bolla di nomina “ a Ufficiale Inquisitore, e grande fu lo stupore ed il tormento quando il Cardinale Decano, nel suo ufficio, in adunanza privata, rese edotto me ed altri due “colleghi” del nostro compito, e cosa, soprattutto, SMC si aspettasse dal nostro operare!
continua...

 

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4 commenti:

  • Anonimo il 22/07/2008 14:17
    scritto ottimamente per la descrizione di una società che in fondo anche negli archi degli anni cambiano le nomine ma non i motivi. Mi piace molto l'ambientazione medievale e le scelte dei tempi.

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