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Sola

Se non altro, intuiva tutto ciò che accadeva intorno a lei e udiva le domande che gli venivano poste, anche se non riusciva a dare alcuna risposta.
La vita l'aveva sempre terrorizzata, ma la voglia di ricchezza e potere la metteva in ogni momento alla prova. Ed ora eccola lì, sola in una piccola stanza a lottare nella battaglia più dura, contro il nemico più temibile.
Un raggio di sole, l'ultimo della giornata, illuminava la parte più intima della camera, dove in un vaso si trovavano i fiori che a lei piacevano più di ogni altra cosa, le margherite. Molte persone entravano ed uscivano ordinatamente dalla sua stanza. Lei le osservava, ma non riusciva malgrado tutti gli sforzi a comunicare con loro. Alcuni volti gli apparivano famigliari e giurava di averli già incontrati, ma la stragrande maggioranza risultava estranea alla sua memoria. Si ripromise che, a battaglia finita, avrebbe fatto di tutto per conoscerli. Lei che fino a poche ore prima si sentiva potente, invincibile e che mai e poi mai avrebbe osservato la gente attorno a lei in questo modo, ora si sentiva sola, indifesa, vulnerabile.
Trentasette minuti. Tanto sarebbe dovuto durare quest'ultimo lavoretto, un affaruccio che l'avrebbe fatta diventare ricca. Dopotutto il coraggio non le mancava. Aveva pianificato ogni secondo dell'azione, ma un inconveniente dell'ultimo minuto l'aveva spiazzata. Un volto conosciuto, una sua compagna di scuola rivista ora dopo tanti anni e della quale, sua unica colpa, era quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. In un'altra circostanza l'avrebbe abbracciata, baciata e avrebbero trascorso alcune ore a ricordare i momenti vissuti insieme, ma ora non era possibile. Adesso non è più sua amica, si trova di fronte a lei, dall'altra parte di questo banco e l’ ha riconosciuta. Una nemica.
Improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, un colpo sordo. La sua amica e nemica si accascia per terra.
Lei, la coraggiosa, si dilegua, scappa in direzione della sua casa. Tutto il suo coraggio svanisce nel nulla. È appena stata riconosciuta e ora? Vaneggia e in preda al delirio, la sfiora il pensiero di farla finita, ma non ne ha il coraggio. Poi è di nuovo lucida, spietata, anche se il terrore l'attanaglia in una morsa. Loro la staranno sicuramente già cercando. Conoscono il suo nome e presto arriveranno... eccoli, li senti... Poi... più nulla... un muro.
Dal suo letto cerca ancora di farsi sentire dai dottori che in camice bianco le girano attorno, ma non ci riesce. È immobile eppure vede tutto. Cerca di farsi coraggio. È solo prigioniera della sua mente. Ha paura, ma sente tutto. Loro no. Cerca di convincersi che la battaglia non può finire adesso, così, da sola. E pensare che doveva essere la sua ultima rapina.

 

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2 commenti:

  • Aedo il 27/11/2011 11:04
    Racconto scritto bene.
  • Anna Ferrara il 06/12/2008 18:50
    Mi è piaciuto questo piccolo racconto, vieni a leggere anche me, m i farà piacere - Anna

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