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Sotto il Naso

Sentì il sudore freddo insinuarsi tra collo e colletto, allargò il nodo alla cravatta con un gesto svogliato e poco elegante.
Una sensazione di inadeguatezza lo soffocava e il ticchettio dell’orologio lo sfidava senza lasciargli tregua alcuna. Avrebbe voluto sfogarsi, gettare gli incartamenti in aria, guardare i fogli adagiarsi sul pavimento chiaro, tornare a casa dalla moglie.
Il dottor Foggia era stato fin troppo chiaro poco prima al telefono: Niente movente, niente cadavere, niente assassino.
Fermò le mani sui fianchi spostando leggermente la fondina, sbuffò. Abbassò lo sguardo e osservò i nastrini colorati sul nero della divisa. Gli restavano poche ore ormai: il signor Mengoli doveva essere a breve rilasciato. L’istinto si manifesta secondo leggi non scritte e come un miraggio appare in un lampo diventando un chiodo fisso che martella il cervello. Il maresciallo non nutriva alcun dubbio. Era stato lui. Lo aveva lì, in caserma, a disposizione. Eppure il presunto assassino sarebbe uscito sorridendo dalla porta principale facendosi beffa delle intuizioni dell’uomo in uniforme. Avrebbe mai potuto scrivere sul verbale di arresto del suo istinto, delle sensazioni o dell’odore acre che emana una bugia? Un qualsiasi avvocato avrebbe riso sonoramente leggendo un’incriminazione basata sul nulla. Il magistrato non poteva far altro che accertare la mancanza di prove inequivocabili.
Era stato breve, telegrafico come sempre, lapidario: Non avete niente per trattenerlo, non convalido nessun arresto, non con questi indizi.
Il caldo afoso e alterno di un’estate anomala non aiutava di certo a concentrarsi. L’afa è nemica dell’uomo in divisa, della cravatta, dei colletti bianchi, dei berretti e delle auto scure. A dire il vero c’era poco su cui riflettere; antipatia, qualche dissapore, vecchie gelosie, nulla che giustificasse un delitto. Eppure l’intuito lo aveva sempre aiutato e nessuno conosceva meglio di lui gli abitanti del paese.
Certe indicazioni si sentono dentro, si respirano come l’aria, si accarezzano con i pensieri, scorrono davanti agli occhi ancor prima di diventare prove. I carabinieri si stavano dannando per trovare quel corpo di cui solo il sangue, troppo sangue, ne aveva indicato la morte all’interno dell’appartamento.
Le tracce si fermavano proprio dietro la porta e chiudendola l’assassino aveva con una magia cancellato il percorso che lo aveva portato a svanire nel nulla con il cadavere.
Erano passati sei giorni prima che venisse fermato il signor Mengoli, arrestato nella notte quasi per disperazione, dicevano i giornali, dai carabinieri che brancolano nel buio. Il maresciallo asciugò la fronte e con un sorriso di circostanza indossò la maschera della freddezza, della decisione, dell’uomo invincibile. Aveva ritagliato quei titoli di giornale e li aveva messi in bacheca in bella vista come un monito, uno stimolo.
Entrò per l’ennesima volta nella stanza. Fece uscire con un cenno brigadiere e appuntato. Rimase solo col signor Mengoli, occhi negli occhi. L’aria si fece pesante, irrespirabile. L’adrenalina alzava entrambi un millimetro sopra il pavimento.

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3 commenti:

  • Anonimo il 20/11/2013 07:25
    bravo Andrea. prosa elegante e scorrevole e trama originale. mi è molto piaciuto.
  • Bob di Twin Peaks il 05/09/2010 14:12
    torna al tuo paese! sei diverso!
    impossibile vengo dall'universo
    il tuo racconto mi ha fatto venire in mente inevitabilmente la canzone del buon Rezza Capa... si effettivamente c'è chi pensa di servire la nazione, e vorrebbe seppellire sotto i sanpietrini altri esseri umani perchè non sono nati dentro i virtuali confini
  • Andrea Testa il 13/09/2008 10:58
    Art. 12 de La Costituzione della Repubblica Italiana

    La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

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