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GIARDINO DI DELIZIE

Un giardino di delizie, nel cuore del Punjab, si dilata immenso e fiorito da una dimora di marmi bianchi e guglie dorate.

In uno dei gazebi, prossimo a un laghetto di ninfee e papiri, due corpi nudi, appena bruniti, si confrontano nell'amore.

Rajid, giovane e nobile come i suoi natali, inginocchiato seduto sui talloni, elegante e naturale, contempla estasiato i grandi occhi, due lune di luce coricate su gote piene, di Rama, supina sotto di lui.

Lei, bella, sorriso immenso, languida come il tramonto sulla jungla, danza sinuosa con il bacino, imprigionando il membro del suo amante nel suo ventre di seta.

L'aria è tersa e tiepida sul laghetto.
Improvvisamente una giovane tigre emerge dal buio delle piante, non troppo lontano dall'alcova di Rajid e Rama, si fa sulla riva e si abbevera.

Senza smettere l'amplesso, Rajid, impugna un arco, incocca una freccia d'argento, volge la punta verso la belva e lo sguardo verso la femmina...
nell'orgasmo dei giovani, sospiri amaranto,...
sibilo della freccia... rantolo e ruggito... l'aria calda del Punjab domina su tutto.

Tra le scure fronde Ganescia e Kali danzano un ballo infinito.

 

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4 commenti:

  • carlo degli andreasi il 10/10/2010 18:51
    il raccontino altro non è che la trasposizione di un'immagine di un arazzo di scuola MOGUL, ... lieto che questo mio scritto le dia sollievo dai problemi di stipsi... e poi dicono che scrivere è un inutile esercizio... saluti alla "capa" (alla siciliana)
  • . il 10/10/2010 01:01
    Errata Corrige:
    leggasi "capo" non "capa"
  • . il 10/10/2010 00:52
    Volevo desistere dal commentare... ma ahimè è stato più forte di me, quasi un bisogno impellente, leggere questa pagina è stato come fissare il rotolo della carta igienica... non si offenda ma Lei scrive senza nè capa nè coda e senza capire l'amplesso che fine abbia fatto. Chiedo venia ma siamo su una pagina pubblica.

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