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Due ragazzi morti nel parco conclusione
I nostri lettori ricorderanno il triste caso di Alfredo e Ornella, i ragazzi che continueremo a chiamare con nomi di fantasia, perché dopo gli accertamenti dovuti, l’attuale titolare delle indagini il Dott Bardi, ha concluso che la lettera pervenuta nella nostra redazione, a oggi 30 giorni fa, è stata effettivamente manoscritta dalle due giovani vittime.
Abbiamo richiesto (seppur non obbligati, se non dalla nostra etica) l’autorizzazione alla pubblicazione, anche alle famiglie dei ragazzi, ed ottenutola, pubblichiamo qui di seguito il manoscritto in questione:
Ciao xxxx( il nome del destinatario è stato omesso perché trattasi di minore, amico dei giovani scomparsi, al quale gli stessi hanno spedito questa lettera) se ci stai leggendo, allora vuol dire che non ci hai visti a scuola, magari da qualche giorno, vuol dire che non ci hai visti, col gruppo degli amici, sul motorino, ai bastioni; vuol dire che non ci hai visti e non ci vedrai più.
Vuol dire che ce ne siamo andati, per sempre, fuori dal mondo, via da questa noia, via da questa puzza.
Sai, xxxx, quando ho visto Ornella, la prima volta, l’anno scorso, e lei, guardandomi negli occhi, ha sorriso, facendomi capire che era la donna della mia vita, non credevo fosse possibile tanto amore, tanta felicità, tanta dolce complicità.
Almeno fino a quando…no, non ho la forza di continuare, lascio che a farlo sia Ornella. Addio xxxx.
Ciao xxxx, lo capisco sai, Alfredo non trova il coraggio di dirti una cosa terribile, io stessa per accettarlo c’ho messo mesi. È accaduto a Natale, avevo invitato Alfredo a casa mia, sai che mi ci ero segretamente fidanzata, e con l’occasione di una festa, mi piaceva fargli vedere la mia stanza, fargli conoscere i miei, insomma, introdurlo pian piano in famiglia.
Ricordo come fosse oggi, mio padre, sbiancare in volto come un morto, mentre stringendogli la mano, lo accoglieva in casa nostra; lì per lì non ci feci caso, poi però la mattina dopo, alzatami prestissimo, ho trovato mio padre, accasciato sul divano in salotto, che piangeva in modo disperato. Mi sono spaventata e gli sono corsa incontro, gli ho chiesto se stesse male, o che, se fosse successo qualcosa di brutto…ma lui, disperato, continuava ad agitare la testa, mormorando parole sconnesse, fino a che abbracciandomi in modo quasi doloroso mi ha fatto questa domanda: -“ tu lo ami? Ami davvero Alfredo?” Ed io, spavalda e fiera gli ho risposto di si. Dopo poco, pur continuando a singhiozzare, papà mi ha detto :
“Tesoro mio, il tuo papà deve dirti una cosa, anzi, confessarti una cosa; sai non avrei mai creduto ad una beffa del destino così feroce, ma, vedi, quel ragazzo che è entrato nel tuo cuore, e che tu, a tua madre, giorni fa, hai confessato essere molto di più di un semplice fidanzatino, sai, lei me l’ha detto che le hai confessato d’averci fatto l’amore, e, tesoro, tesoro mio, ti prego, ti prego, ascolta quello che devo dirti; quel ragazzo, che io ho riconosciuto subito…è il frutto di una relazione che io ebbi con sua madre, pochi mesi prima che conoscessi la tua futura madre, ed ho saputo di esserne il padre solo dopo che mi ero già sposato, ed anche sua madre, nel frattempo andata in sposa ad un altro uomo, aveva taciuto di questa nostra relazione; giurammo di mantenere per sempre questo nostro segreto, ma, purtroppo, il destino crudele ci ha giocato un tiro mostruoso. Capisci tesoro mio? Tu stai vivendo una storia di amore e di sesso con tuo fratello biologico…potrai mai perdonarmi?”
Non ti dico il tempo che c’ho messo a capire che non si trattava di un orribile scherzo di mio padre, ma di una sconcertante realtà.
Ne ho parlato per ore intere con Alfredo, precipitando anche lui nella disperazione più cupa, non vogliamo accettare la separazione, a questo punto forzata, non vogliamo vivere con l’incubo che i nostri genitori ricorrano a soluzioni esemplari per tenerci divisi e lontani.
E allora caro amico, dopo averci ragionato per settimane e settimane, abbiamo deciso di trovare noi, da noi stessi, la soluzione a questo incubo, non odiarci, ti prego, e dillo anche agli altri, non odiateci, non parlate male di noi, non piangete per noi, ricordateci per quel che siamo, eravamo e saremo per sempre, due ragazzi innamorati.
Addio, caro xxxx, Ornella.
(E. M.-M. A.)
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0 recensioni:
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Anonimo il 04/08/2009 16:44
ho letto decine di romanzi con trama simile...
scrivere è fantasia... è arte, anche se molto personale e soggettiva... ma è arte, quella he sentiamo dentro... nulla può rimuoverla...
nn mi è piaciuto granchè... troppo cronistico e aritmico... una storia zoppa di sentimenti, o... poco descritti... impalpabili... le azioni vissute quasi in anestesia...
ok... una mia umile senazione nel leggerlo...
ciao
Anonimo il 04/08/2009 16:30
Ho letto la premessa e la conclusione di questo articolo che, per quanto sia scritto benissimo, ha dell'assurdo.
L'editore sarebbe dovuto essere bandito e i giornalisti interdetti per inosservanza della propria deonotologia professionale. E poi le autorità che hanno permesso la pubblicazione, oppure ne ignoravano l'esistenza e l'amico pur di far qualche soldo ne ha ceduto copia al giornale?
La scoperta della loro "fratellanza" )o a che ci siamo chiamiamo "fraternotà" la loro parentela?) ha del... Lui rivede Alfredo dopo tanti anni e riconosce il figlio del peccato... e evitiamo di analizzare i particolari.
Alla mattina presto il padre era ancora in preda agli effetti dell'alcool? Ma non era certamente lucido, né in pieno possesso delle sua capacità intellettive...
E poi la maniera in cui è scritta la lettera d'addio... del tipo "Ciao stiamo partendo per una vacanza, quando arriveremo berremo una birra alla tua salute"!
Vabbè che le americanate ormai dilagano, ma certe telenovelas dovrebbero essere messe al bando!!!
Mi fermo qui. Per me ha del ridicolo, che l'autore mi scusi, ma non si può essere sarcastici cinici con episodi di disperazione. Raccontare il suicidio di due ragazzi scrivendo una storia al limite della follia, del paradossale per non dire altro.
Se le andava di scherzare avrebbe potuto scrivere ben altro e ne possiede le capacità.
Una canzone di un certo Moro diceva "Prima di sparare pensa" ecco l'invito che dò a lei, se le venisse in testa di rifare una cose del genere: "Proma di SCRIVERE pensi" perchè forse non si rende conto di quanto le parole possono essere più micidiali delle pallootole.
I miei ossequi.
Anonimo il 20/03/2009 09:21
Molto bello e ferocemente ben scritto, spero che la tua fantasia non si fermi,
hai molto da scrivere. Un saluto.
- Sia ben chiaro che ci riferiamo a questo specifico episodio, inventato o forse(speriamo di no) verificatosi, e ai significati generali che assume. Lo dico perchè in questa generale confusione è facile essere fraintesi. Nessuno sta dicendo, credo, che il sesso tra fratello e sorella può essere considerato una forma di amore come un'altra... se non nella letteratura.
- Ehm, è (per fortuna dei protagonisti) di pura fantasia, un esercizio "giornalistico" dove ho voluto porre in evidenza un problema che potrebbe realmente verificarsi...
Angelica, ti ho straziato il cuore, toccare i tuoi sentimenti è per me un onore!
Dolce Sorriso e Ignis, grazie della cortese visita!
Maria, che dirti (si esiste una ristampa del 2006 nei tascabili Einaudi) ho letto poco della Yourcenar, e quel racconto dell'amor incestuoso (ma quando è amore, puo' avere dei limiti?) credo d'averlo assaggiato anni fa; resta il fatto che i miei "personaggi" racchiudono il mio principio d'essere, pertanto mi è sembrata giusta ed onorevole la loro scelta, che ha di fatto, reso eterno il loro amore, a dispetto dell'ipocrisia della società!
grazie, gigi
- Ho dato il voto(4) a tutti e tre i pezzi ma commento solo questo per tutti.
Mi piace molto l'impostazione, la scorrevolezza del testo, la tua capacità di trasmettere emozione mantenendo con effcacia il registro giornalistico.
Per quanto riguarda il tema, non so quanto tu ti sia isprato alla realtà, a un fatto di cronaca reale. Ci vuole coraggio e abilità per parlare di questi argomenti e meriti tutti i complimenti.
Se posso permettermi... avrei lasciato che i due protagonisti, rotto ormai di fatto il tabù dell'incesto, si vivessero la loro storia molto lontano da tutto e da tutti... almeno per qualche giorno...
Non è una minimizzazione, è un discorso simbolico. Al di là della pesantezza del fatto, della paura di essere separati, è il senso di colpa a rendere impossibile la vita ai due ragazzi.
Ricordo un bellissimo racconto di Marguerite Yourcenar, "Anna, soror...", inserito nella raccolta "Come l'acqua che scorre" di Einaudi, non so se sia stato ristampato.
- Un racconto, che cattura e commuove. Ti chiedo, come ha fatto Angelica: si tratta di un fatto vero o è solo frutto della tua fantasia? In ogni caso nulla toglie alla validità dello scritto: i giovani vivono inquietudini pressanti e a volte non riescono ad affrontare realtà difficili. E in questo dobbiamo essere loro vicini.
Ciao
Ignazio
- pelle d'oca a non finire
bello scritto
un abbraccio
Anonimo il 30/11/2008 20:51
Gigi caro,
ma non ho capito,
spero che questa storia sia frutto della tua fantasia,
perchè leggendola, questo finale inaspettato, mi ha straziato il cuore.
Poveri ragazzi, lasciati soli a gestire questo immane e crudele destino, già la vita non è semplice, poi ci si mette il fato...
L'età più difficile, dove tutto diviene pesante, e noi adulti, abbiamo il potere di rendere le vite dei figli ancora più pesanti, senza rendercene conto.
Piango, anche per quei genitori, che senza colpe consce, hanno determinato, questa disgrazia, e ora si ritrovano ad affrontare questo dolore che lacererà le loro vite, cambiandole percorso.
Forse, prima di parlarne con la ragazzina, si sarebbe dovuto mettere in moto delle persone competenti, che avrebbero potuto aiutare cuori fragili come quelli dei due innocenti adolescenti, una tragedia che traccia una realtà pesante della nostra quotidianetà, i suicidi sono all'ordine del giorno, tutto questo mi spaventa, perchè i nostri ragazzi, non sono più in grado di sostenere ne il dolore, ne le rinunce, si sentono soli, forse andrebbero aiutati proprio in questa età così complessa, per noi adulti non è facile, ma bisogna stare all'erta, non dare mai scontato niente, provare a guardare oltre la facciata e parlare con i nostri ragazzi, può forse salvargli da questo male di vivere e quando non ci sentiamo in grado, rivolgersi alle persone giuste.
Per me, che sono madre, quello che appensatisce in assoluto la mia esistenza è di essere consapevole, di avere in mano la felicità e la sicurezza delle mie due gemme, ma tutto ciò è un lavoro immane, e a volte la paura attanaglia il mio cuore.
Scusa Gigi, se mi sono dilungata, nelle mie esternazioni personale ed emotive.
Il tuo racconto, mi ha preso tanto, che non sono riuscita a trattenere le lacrime.
Grazie Gigi
Angelica
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