Ancora oggi si discute su quali siano le doti migliori necessarie agli uomini per piacere alle donne e viceversa.
In clima di frivolezza si tende a privilegiare l'aspetto fisico, senza considerare che si tratta di una falsa dote; le bellezza o la bruttezza non sono meriti personali. Al massimo può valere la cura di sé e in questo so di essere prodondamente inadeguato: non sono sportivo, me ne infischio di seguire mode o di conciarmi in modi particolari.
Ma nella mia esperienza di vita una cosa che ho capito con assoluta certezza è la illusorietà di determinate doti maschili che vengono ancora sbandierate in programmi televisivi di serie B e C o nei vergognosi telegiornali disinformativi delle nostre reti Rai e Mediaset (che peccano per cose anche molto più gravi).
Mi riferisco in particolare a quando molte intervistate dicono frasi del tipo "deve essere intelligente" o "deve farmi ridere". Riguardo alla seconda dote mi limito a rammentare quanto avessi fatto ridere la ragazza di cui mi ero innamorato e che mi ha poi spezzato il cuore.
Ma soprattutto vorrei chiarire a chiunque ancora ne dubiti quanto relativa sia la prima delle 2 doti su citate. Essere intelligenti non significa assolutamente nulla, in parte perché l'intelligenza è un termine complesso, che si presta ad equivoci, in parte perché ho conosciuto maschi che non brillavano per intelligenza, ma che non avevano alcuna difficoltà a piacere alle donne.
Sarebbe meglio dire che piacere alle donne è possibile ma non scontato se non si ha un intelligenza sub-normale, tutto quì. Le intervistate penso che, col loro "deve essere intelligente", sottointendano in realtà "non deve essere un ritardato".
Riassumendo commenti, discorsi e consigli che ho ricevuto da altri maschi (senza mai dar credito ad oltre il 50% delle cose che mi ha raccontato ciascuno di loro) sono giunto alla conclusione che l'unica vera qualità per non sentirsi dei falliti (di sensazione e di fatto) con le donne, è semplicemente la "fiducia in se stessi".
Si tende erroneamente, da ambo le parti, a citare come doti delle conseguenze comportamentali di questa sola ed unica dote essenziale.
Se uno è sicuro di sé può illudere chi corteggia abbastanza da ottenere qualcosa prima di essere meglio smascherato, può infischiarsi dei propri fallimenti e rammentare alle orecchie degli amici solo i successi; ma soprattutto non arriverà mai a dubitare di quelle risorse che è sicuro di avere.
Da quando ho capito tutto ciò non sono meno amareggiato di prima, ma almeno più sicuro di quello che sono e di quello che mai sarò. Al diavolo chi da consigli senza considerare problemi che in realtà ha solo il suo interlocutore, non lui.