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Nina

Nina era una cuccioletta bastarda che mio padre mi regalò, cedendo
alle mie insistenze ed al mio forte desiderio di avere una cane. La mia famiglia
era molto piccola: mio padre, mia madre ed io e la nostra casa era troppo
angusta anche per tre persone. Nel mio egoismo di bambina non prestati troppa
attenzione ai problemi che Nina avrebbe procurato a mia madre. Nessuno di noi
tre riuscì ad educare gli sfinteri di Nina e mia madre doveva pulire in continuazione
i pavimenti. Però anche lei le voleva bene e quando io, consigliata da "esperti"
educatori di cani, la picchiavo o le strofinavo il musetto sul laghetto di pipì che
aveva appena fatto, mia madre la guardava con occhi teneri e diceva: "Povera
bestia". Nina rivelò presto una bella intelligenza ed una grande capacità di affetto.
Se qualcuno dei miei compagni di giochi fingeva di picchiarmi, Nina abbaiava,
mostrava i denti e si lanciava contro l' aggressore. Facevo appena in tempo
a prenderla in braccio e a dirle che era tutto uno scherzo, che l' aggressore
era amico mio ed anche suo. Allora accoglieva, docile, le carezze del nuovo amico.
Se prendevo in braccio la bambina di pochi mesi di nostri amici, Nina si agitava,
abbaiava. Io mi affrettavo a rimettere nelle braccia della madre la bambina,
ma sono sicura che non l' avrebbe mai aggredita. Credo che i cani considerino
i bambini loro parenti.
Dopo pranzo mio padre si sdraiava sul letto per un pisolino e invitava Nina
a distendersi con lui, nel cavo del suo braccio. Questo mia madre non lo tollerava
e se mio padre, prima di addormentarsi, avvertiva i passi di mia madre avvicinarsi
alla stanza da letto, bastava che dicesse: " Nina, arriva la padrona!" perché
questa si precipitasse giù dal letto e vi si nascondesse sotto.
Facevamo lunghe passeggiate a Villa Borghese dove le insegnai a nuotare
in modo spartano: buttandola in una delle tante fontane circolari della Villa.
Nina nuotava verso il bordo della fontana, ne usciva, si scrollava energicamente

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3 commenti:

  • tati fontana il 16/02/2011 16:02
    piacevole, fresco e simpatico. o. O
  • Franca Maria Bagnoli il 15/02/2008 14:37
    È vero. Ancora mi seno in colpa per la morte di Nina, ma purtroppo non c' erano altre soluzioni che portarla in campagna. La nostra casa era troppo piccola e Ninna non averva mai imparato ad usare la cassettina con la segaatura. Ciao. Franca,
  • Anonimo il 15/02/2008 13:03
    Il tuo racconto è piacevole fino al momento dell'abbandono di nina e poi della morte che mi è sembrato quasi surreale forse finto, ma al mondo esistono lieti fine che lieti non sono. Cmq non mi sembra adatto per descrivere il sentimento dell'amicizia perchè a quanto pare è solo nina che ha dato amicizia... fino a morirne!!!

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