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Il Primo Giorno
I due uomini sono seduti uno di fronte all'altro; una scrivania di robusto legno di noce avida di decorazioni intarsiate a dividerli.
Il padrone della scrivania è intento a leggere minuziosamente ogni dettaglio del fascicolo che ha fra le mani mentre l'altro uomo, molto più giovane, lo guarda continuamente nella speranza che dica qualcosa... qualunque cosa che metta fine all'agitazione che lo tormenta e che risulterebbe ben chiara anche agli occhi di un cieco. Del resto gli indizi non mancano, anzi: basta guardare la gamba destra che sta vibrando in continuazione sulla punta del piede da quando si è messo seduto, le mani che si sfregano vigorosamente ad intervalli quasi regolari e le gocce di sudore, non copioso certo, che regalano un'insolita lucentezza alla fronte e che minacciano di afflosciare quel ciuffo così ben fatto.
Il pesante aroma di sigaro che impregna l'ambiente di quella pur spaziosa stanza lo costringe a trattenere il fiato per alcuni istanti prima di riprendere a respirare con qualche difficoltà... ed il bruciore alla gola non può davvero migliorare la situazione... mai sopportato l'odore di un sigaro. Ed eccolo lì quel maledetto!
Comodamente adagiato sulla tacca del posacenere in marmo che svetta proprio davanti a lui, con quella colonnina irregolare ed opaca che sprigiona una delle estremità e che si spande man mano che sale fino ad invadere tutta l'aria respirabile. Almeno si potesse aprire un momento la finestra... ma chiaramente non può chiederlo al suo anfitrione, ancora costantemente impegnato nella lettura. E non può nemmeno sfogare la sua frustrazione con qualche vigoroso colpo di tosse; equivarrebbe a spezzare molto malamente il religioso silenzio che si è arrivato a creare già da parecchi minuti.
Quel piccolo, arrogante pezzo di tabacco e foglie di piante cubane essiccate! Pare quasi che lo osservi divertito ed orgoglioso di procurargli tale fastidio. Come se il nervosismo e l'ansia del responso non fossero sufficienti.
Il suo sguardo cerca di trovare conforto altrove... gli occhi spaziano a lungo su alcuni dettagli architettonici di quello studio... accogliente ed austero al contempo. Tante le teste di animali appese alle pareti: un buon cacciatore? Potrebbe anche averli acquistati e sfoggiarli per darsi un tocco in più, se mai dovesse averne bisogno. Tanti mobili antichi e perfettamente lucidati. Fotografie di vita quotidiana sulla superficie della scrivania: immagini che lo ritraggono sorridente con la moglie ed i suoi tre figli, tutti somiglianti al padre, così alla prima occhiata. Ed altre foto con persone presumibilmente amici o colleghi si lavoro. Dagli sguardi risoluti si direbbe che ognuno sappia il fatto loro e probabilmente è davvero così.
Colpisce molto anche l'enorme specchio sulla parete alla sua sinistra, dalla cornice in oro massiccio.
Ma per quanto quella stanza possa affascinarlo, alla fine il suo sguardo e la sua mente tornano inesorabilmente a fissare l'uomo davanti a lui; ormai dovrebbe dire qualcosa. Qualsiasi cosa, ma parli per carità!
E finalmente sembra che il momento atteso arrivi di lì a poco.
L'omone dai capelli d'argento e dalle spalle robuste poggia il fascicolo sulla scrivania e prende quel dannato sigaro per dargli una vigorosa aspirata e buttare il fumo proprio in faccia al ragazzo.
Poi, eccolo alzarsi dalla sedie in pelle nera ed avvicinarsi con gesti lenti e misurati alla finestra, fissando distrattamente il panorama.
"E così lei vorrebbe lavorare con noi... "
La risposta arriva timida:
"Sì signore. Ritengo di essere all'altezza del compito. "
"Le confesso che non ero sicuro di riceverla e che francamente non davo molta fiducia nelle sue capacità e nel risultato positivo di questo incontro... tuttavia sono costretto a ricredermi. Ho letto attentamente il suo curriculum... e ne sono rimasto piacevolmente colpito. Non certo per le sue amicizie né per i servigi che lei ha reso al nostro paese... ne sono passati a dozzine in questo ufficio con referenze molto più in alto delle sue e tutti certi che quelle conoscenze avrebbero loro aperto le porte di questo posto. Ma dopo il primo avevo già smesso di tenere conto di quale autorità li avesse spinti in questo ufficio. Io valuto le persone, la loro vera essenza e le loro reali potenzialità... e questo è uno dei motivi fondamentali perché questo posto funziona così bene e non lo dico affatto per modestia. "
"Ne sono certo, signore... ma non era mia intenzione alcuna sventolare le mie conoscenze sul curriculum né pavoneggiarmi dei passati meriti. In verità è stata solo ed esclusivamente la mia passione professionale a spingermi a chiedere questo incontro. Come può facilmente vedere sono più che nervoso e se lei ritiene che non sia idoneo a questo incarico la prego cortesemente di dirmelo subito affinchè possa andare ad esibirmi in un rigurgito liberatorio nel bagno qui vicino! "
Il probabile datore di lavoro si gira di scatto verso il candidato e gli si avvicina con passi lenti mentre la soggezione del giovane gli sta procurando un fortissimo mal di testa... ancora qualche attimo di tensione palpabile prima dell'inaspettata reazione:
"Ah, ah ah!! Si rilassi, figliolo! Si asciughi il sudore e si metta tranquillo. Vuole un po' di cognac? Whisky? "
"La ringrazio... ne ho davvero bisogno! "
"Direi che abbiamo trovato la persona giusta per questo lavoro... le sue ricerche e la sua tesi universitaria sono state il suo punto di forza. Penso che le ricerche da lei eseguite in questi anni ed i suoi studi potranno trovare facile applicazione pratica da noi... applicazione di cui non ha potuto disporre fino ad ora se non erro. "
"Dice davvero, signore? Crede che potrei trovare proseguire nelle mie ricerche? In effetti sono ad un punto morto e ne soffro terribilmente... la teoria e lo studio su cavie da laboratorio può portare fino ad un certo punto ma poi sono necessari esperimenti su scala più vasta. "
"Il suo entusiasmo mi piace. Ma è davvero convinto di poter giungere ai risultati che descrive nelle sue relazioni? Badi che questa non è una semplice domanda... le sue idee potrebbero rivelarsi determinanti per il nostro paese e per il mondo intero. "
"Io aspetto solo di poter mutare le mie speranze in realtà certe, signore. Datemene l'opportunità e non ve ne pentirete. Non vi prometto risultati brillanti nel giro di breve tempo, certo... ma possiedo le cognizioni necessarie per iniziare le sperimentazioni in maniera precisa e se potrò avere gli aiuti ed i finanziamenti adatti credo di riuscire a raggiungere risultati incoraggianti prima dell'anno prossimo. "
"La sua ferita non costituirà un problema? Non rallenterà i ritmi di lavoro? Le ricordo che avrà anche i compiti per cui sarà assunto da svolgere, parallelamente ai suoi studi. "
"Si tratta di una ferita superficiale signore. Mi è stata ricucita bene e sono sicuro che non causerà alcun rallentamento. "
"Allora possiamo brindare! " dice vivacemente l'uomo porgendo al giovane il suo bicchiere di cognac "Lei fa parte dei nostri, dottore. Il tempo di sistemare il suo alloggio e potrà trasferirsi. Daremo anche disposizioni perché alcuni chimici e biologi arrivino dalla capitale per darle il supporto che le occorrerà. "
Finalmente, il nuovo assunto può alzarsi di scatto dalla poltrona, sfoderare un largo sorriso di estrema soddisfazione e porgere il bicchiere verso l'interlocutore:
"Grazie, signore! La ringrazio infinitamente! Non la deluderò! "
"Bene. In alto i calici! "
Due giorni dopo, all'alba.
L'auto di Josef si ferma di fronte all'enorme cancello che fa da ingresso principale al complesso di costruzioni all'interno del quale lui dovrà trasferirsi e lavorare. Il giovane e rampante nuovo assunto scende alla svelta e fissa le piccole case di pietra che si radunano davanti ai suoi occhi, cercando di capire quale potrebbe essere quella destinata a lui ed alla sua ricerca, mentre l'autista si affretta a scaricare le valigie, facendo bene attenzione a non urtare la strumentazione che si trova all'interno.
La giornata non è delle migliori... sempre la solita nebbia che da giorni soffoca la luce del sole mattutino.
"questo cielo mette addosso una gran tristezza, vero? " dice allo chauffeur.
"proprio così, dottore. Sembra che andrà avanti una settimana, tutte le mattine, almeno da quello che mi hanno detto. È uno schifo. Almeno nel pomeriggio dovremmo avere il cielo pulito, però! "
"Speriamolo o finiremo per intossicarci tutti quanti! "
Superata la soglia del cancello, josef mostra il suo documento identificativo all'uomo di guardia all'ingresso, che esegue un controllo minuzioso sul registro delle presenze giornaliere prima di dare il benestare, sfoderando un sorriso di cordialità che va a sostituirsi all'aria severa e sospettosa di prima:
"Benvenuto, dottore! Ha fatto buon viaggio? "
"Non mi lamento. Il responsabile medico è già arrivato? "
"Sì. La sta aspettando. Le faccio strada. Può lasciare le valigie in guardiola. Ho già avvisato perché le portino nel suo alloggio fra pochi minuti. "
"Molto bene. "
"Mi segua"
E dopo che l'autista ha depositato tutti i bagagli e si è accomiatato, il nuovo dottore segue la guardia percorrendo tutto il cortile e dirigendo speditamente verso un fabbricato che reca il numero dieci sulla porta di metallo.
"Vedo che curate molto la sicurezza, in questo posto! " commenta Josef con soddisfazione.
"Sì dottore. In precedenza non era così ma le ultime direttive si sono dimostrate ben chiare a riguardo. Con i tempi che corrono non possiamo permettere che i lavori eseguiti nei nostri laboratori vengano a contatto con occhi indiscreti... specialmente adesso, dopo il suo arrivo. Mi permetta di dirle che è un onore averla qui. La conosco di fama e so che quello che sta cercando di fare ha dell'incredibile. Spero di tutto cuore che abbia successo! "
"La ringrazio dell'elogio, soldato ma quello che sto cercando di fare è in armonia con la mia professione. Dopotutto, il compito di ogni medico è quello di migliorare la qualità della vita delle persone. Se i miei studi dovessero essere coronati dalla vittoria... la vita di ognuno di noi subirà un'impennata di qualità che non abbiamo mai neanche osato sperare! "
"Purtroppo non tutti la pensano così... " replica il militare con un velo di rabbia mista a tristezza.
"Lo so... " condivide Josef "La storia ci ha insegnato d'altronde che la genialità a volte risulta incompresa e viene attaccata senza pietà. È nella natura umana sforzarsi di distruggere quello che non si capisce. Ma sono sicuro che il tempo ci darà ragione e non solo per quello che riguarda i miei studi medici. "
Il militare prende un mazzo di chiavi dalla tasca della giubba e ne infila una lunga nella toppa della porta blindata... un paio di giri per far scattare il chiavistello e dare l'accesso al nuovo arrivato.
Come se stesse aspettando l'evento da tutta la notte, una figura robusta si staglia all'inizio del corridoio bianco illuminato dalle fredde luci al neon, che traggono riflessi bizzarri sui capelli corvini carichi e soffocati di brillantina. Una rasatura perfetta descritta anche dal profumo del dopobarba lasciato sulla pelle che arriva alle nari del nuovo arrivato. Le mani incrociate dietro la schiena ed il camice pulitissimo quasi più elegante si uno smoking, che conferisce un alone di soggezione e rispetto.
Ed è con doveroso rispetto che Josef si rivolge alla persona che lo stava attendendo e che gli stringe la mano con vigore:
"Dottore, benvenuto. "
"Dottor Wirths? Incontrarla di persona è un privilegio. "
"Lo stesso potrei dire di lei... così giovane e così pieno di talento. Sono ansioso di mettermi a lavorare con lei. Venga; le mostro il suo alloggio, dove potrà riposarsi un poco. Sono certo che ne ha bisogno. Il viaggio è stato lungo... è andato bene, a proposito? "
Già risposto a questa domanda... ma in questo caso la risposta è più importante:
"Tutto tranquillo, grazie. Dire che una limousine è confortevole è un grosso eufemismo. "
"Ne sono lieto. Mi segua. "
Mentre la guardia fa ritorno al suo posto, chiudendo la porta del fabbricato dieci alle sue spalle, i due medici iniziano a percorrere il corridoio asettico fianco a fianco, proseguendo a conoscersi reciprocamente.
"Nervoso? "
"Dovrei esserlo? "
"Beh... molti lo sarebbero eccome. Questo è il suo primo giorno. "
"Sarà l'eccitazione di essere qui, dottor Wirths... ma non sono nervoso e non sono nemmeno stanco. Se lei non ha nulla in contrario, anzi, vorrei mettermi al lavoro quanto prima. "
"Lodevole! Davvero lodevole... e non vedo perché non debba accogliere la sua richiesta... c'è solo un piccolo esame a cui voglio sottoporla... niente di che ma fondamentale allo stesso tempo per fare al meglio questo lavoro! "
"Sta solleticando la mia curiosità... "
"Da quello che ho letto nelle sue precedenti esperienze, lei non è mai stato in sala operatoria, dico bene? "
Ahia!! Un punto debole! Una breccia nella sua corazza! Il suo posto di lavoro è a rischio? Ora sì che inizia a sentirsi nervoso! No no! Non deve! Probabilmente, questa prova non rappresenta niente di difficile... non deve essere nervoso: ce la farà ad occhi chiusi. Tanto vale mostrarsi sicuri di sé e fornire una risposta sincera.
"Purtroppo è così, signore. Non dopo la laurea. Ho svolto quasi esclusivamente sperimentazione in laboratorio. Dopo essere tornato da Mosca sono mancate le occasioni. "
"Non si preoccupi. Noto un tono di apprensione nella sua voce, ma le garantisco che l'esame a cui voglio sottoporla è un semplice pro forma. Sono certo che se la caverà al meglio. "
"Potrei sapere di cosa si tratta? "
"Una semplice dimostrazione di stomaco, Josef. Decisamente, intervenire su cadaveri da autopsia è molto diverso che eseguire un'operazione su un paziente vivo e cosciente. "
"Questo è certo. Ma non ho problemi di svenimento né mi da fastidio il sangue, dottore. "
"Pertanto non avrà problemi a sottoporsi a questo piccolo test. Io sono certo che sarà questione soltanto di un paio di minuti. "
Di colpo, la porta alla loro destra si apre, lasciando uscire un altro medico in uniforme da sala operatoria. Il camice verde sporco di sangue... molto sangue, così come i guanti di lattice e l'espressione decisamente afflitta come di chi ha appena perso un paziente sotto i ferri.
"Dottor Scheffer. Qual è il problema? " chiede Wirths al collaboratore.
"Stava andando tutto alla perfezione. Avevo già eseguito il trapianto e stavo richiudendo quando le funzioni vitali sono collassate di colpo. L'abbiamo perso nel giro di pochi minuti. Evidentemente, il fisico non era abbastanza forte. "
"Non me ne stupisco in realtà. Appena entrato in sala operatoria ero certo che non sarebbe andata a buon fine. Troppo gracile per resistere. Ma non è il caso di farsene un cruccio, Scheffer. Nel nostro mestiere dobbiamo accettare anche le sconfitte e purtroppo la materia prima della quale disponiamo non è proprio la migliore, come anche lei sa bene. Ad ogni modo compili il referto medico e me lo consegni in serata. Sono curioso di leggere l'intero procedimento. Potremmo reperire qualche informazione utile per la prossima operazione. Ed è invitato nel mio alloggio stasera. Ci rilasseremo in compagnia di un buon bicchiere di vino francese. L'ho ricevuto questa mattina. "
"Grazie, dottor Wirths. "
"Ora torni al suo lavoro. "
Percorsi pochi passi ancora, Josef ed il dottor Wirths arrivano di fronte ad una porta, l'ultima del corridoio e lì si fermano.
"Bene. È pronto, dottore? Quando aprirò questa porta lei sarà nel nostro staff a tutti gli effetti. Ribadendo ancora una volta la mia stima nei suoi confronti, le auguro un buon lavoro. La sua ricerca inizia veramente qui e adesso. "
"Lei non mi fa compagnia? "
"Ho altri pazienti da visitare. Ma aspetto anche lei nel mio alloggio questa sera. In sala operatoria c'è già la sua equipe ad attenderla per darle il supporto necessario. "
"A stasera allora"
"A stasera"
E dopo aver osservato il suo capo percorrere a ritroso il corridoio, Josef apre la porta e fa il suo ingresso per la prima volta nella sala operatoria. Attorno al tavolo, il carrello dei ferri del mestiere e quattro medici, pronti all'intervento. Tutti accolgono il nuovo arrivato con sincero rispetto e fanno posto vicino al paziente.
Ora Josef non è più nervoso... si sente calmissimo. Incredibilmente rilassato e desideroso di iniziare il procedimento. Regala un mezzo sorriso all'equipe e si avvicina lentamente posando gli occhi sul viso sofferente del paziente... il paziente che presto sarà completamente nelle sue mani.
Sempre compiendo gesti lenti e misurati, il giovane dottore sfila la fascia rossa e nera dal braccio e la ripone nel primo cassetto del comodino più vicino; poi prende mascherina e guanti e li indossa sempre senza dire una sola parola, mentre gli altri lo osservano curiosi ed ammirati al contempo.
Manca solo il camicie... adesso si può cominciare.
"Bisturi"
Una sola parola. Un comando quasi sussurrato ma colmo di autorità. Un comando prontamente eseguito dal medico alla sua sinistra che porge il piccolo ed affilatissimo strumento medico alla mano tesa del capo staff.
La lama scintilla alla luce della lampada che sovrasta la sala. Un bagliore che affascina Josef e lo fa esitare un momento, quasi come fosse in estasi... sembra che quel piccolo oggetto sia una naturale estensione della sua mano... una mano salda come un pezzo di ghiaccio. Un sorriso di esaltazione viene nascosto dalla mascherina mentre gli occhi del paziente si aprono lentamente ed, abituatasi alla luce forte che gli penetra nelle pupille, scorrono la situazione tutt'intorno per poi bloccarsi su quella figura che brandisce quella lama d'acciaio così puro e minaccioso. Eppure un dottore non è mai minaccioso. E allora com'è possibile che gli occhi del paziente siano il riflesso del terrore?
Cerca di alzarsi e di fuggire ma i robusti anelli di ferro che abbracciano braccia e gambe non glielo consentono. Non può andare da nessuna parte. Cerca di urlare, anche se sa bene che sarebbe inutile anche se fosse libero... non può più farlo dopo che l'altro dottore gli ha tranciato la lingua con quel seghetto... aveva provato talmente tanto dolore da perdere i sensi... e vorrebbe pregare di perderli ancora. Di non dovere essere cosciente in questo momento... vorrebbe che fosse solo un incubo e lo è... ma non sta affatto dormendo.
Cerca di divincolarsi ancora, inarca la schiena colma di lividi e ferite causate dalle percosse dei giorni scorsi poi, già debole, deve arrendersi ed accasciarsi sul lenzuolo, mentre Josef si avvicina al suo volto e gli accarezza dolcemente i capelli spettinati:
"Non devi avere paura" gli dice "Devi essere orgoglioso di trovarti qui. Tu sarai il primo... il mio primo aiutante. Uno dei tanti che aiuterà il mondo ad essere un posto migliore... il supporto al successo delle mie teorie. Nessuno della vostra ignobile razza avrebbe mai immaginato di far parte di un simile progetto... devi sentirti onorato. Da esseri subumani quali siete io riuscirò a costruire il meglio di tutte le razze. Il vostro sacrificio è fondamentale. Oggi si comincia a scrivere la storia! "
E mentre la lama si appoggia sullo sterno ed inizia a lacerarlo come burro ed il sangue esce a fiotti in ogni direzione, macchiando il letto, il pavimento ed il camice, l'angelo della morte scopre in quel momento di aver realizzato il suo sogno... di trovarsi proprio dove voleva essere. Nessuna ritrosia verso l'odore del sangue che impregna la camera... nessun rimorso di fronte al volto terrorizzato e ricco di atroce sofferenza che ha di fronte... solo fredda e lucida crudeltà e la ferma convinzione che ciò che sta facendo sia per il bene dell'umanità.
Il suo primo giorno. Ve ne saranno molti altri.
Auschwitz, 30 Maggio 1943.
Dal rapporto medico del dottor Wirths sulla valutazione del personale del campo:
"Il dottor Mengele, durante il suo periodo di servizio nel campo di concentramento di Auschwitz, ha messo le sue conoscenze teoriche e pratiche al servizio della lotta contro gravi forme di epidemia. Tutti i compiti che gli sono stati affidati li ha assolti con assiduità ed energia, dimostrandosi all'altezza di ogni situazione e soddisfacendo appieno, nonostante le difficili circostanze, le aspettative dei suoi superiori. Ha inoltre sfruttato ogni attimo libero da impegni di servizio per continuare i suoi studi di antropologia, nel cui campo ha raggiunto straordinari risultati. Per la sua eccellente opera è stato premiato con la croce all'onor militare di seconda classe."
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