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Dall'altra parte
Piove. Accidenti, non di nuovo.
La valle era immersa nel grigiore di una nebbia che pian piano svaniva, lasciando posto agli ultimi deboli raggi del sole, ormai quasi completamente oscurato da nubi cariche di pioggia, e di sventura.
Il paesaggio mutò sotto l'assalto di innumerevoli goccioline d'acqua: graffiarono il cielo abbandonando fitti tratti obliqui come artisti muniti di penna, si adagiarono sulle fronde di secolari querce impassibili e nel contempo riconoscenti, mischiarono la loro essenza con il suolo polveroso riducendo il terreno ad una poltiglia fangosa e malsana.
La pioggia, infine, raggiunse anche l'ultima resistenza, l'estremo baluardo animato dai residui di una speranza ormai vacillante. Le corazze e le spade, le une ammaccate, le altre senza più filo, acquisirono nuova lucentezza; gli spiriti, abbattuti e che inutilmente il comandante cercava di risollevare, traevano forza dalla disperazione, spinti a sostenere la battaglia finale più dalla vendetta per i compagni caduti che dal desiderio d'incolumità della propria gente.
Quanto detesto quest'acqua, penetra fin dentro le mie ossa. Una gelida sensazione, come se la morte si stia divertendo a dare un primo assaggio di un'inevitabile fine. Gloria? Non c'è alcuna gloria nel lasciare il mondo dei vivi in questo modo. Gli ideali di libertà, pace ed armonia dei custodi del popolo, frantumati. Dagli invasori.
Sì, loro. Comparvero per la prima volta ai margini del bosco di Rhundwyr, erano pochi, sembravano inoffensivi. Quanto ci sbagliavamo. In poco meno di due lune la loro furia travolse l'intera regione e noi, adesso, siamo l'ultimo chiarore di una candela senza aria, asfissiati dall'inesauribile sete di conquista de...
Un acuto suono di corno echeggiò attraverso la valle tinta di colori autunnali dove il verde cedeva lentamente il passo ad un giallo troppo cupo. Il rombo secco di un tuono spezzò la monotona cantilena d'allarme: anche la natura, accortasi dell'imminente evento, saturava l'aria del sentore di battaglia.
Eccoli in lontananza, minacciosi avanzano nella pioggia protetti da quell'inconfondibile armatura dalla non più inusuale foggia. Ma non sono queste le creature che alimentano l'ansia e la paura dei nostri valorosi combattenti. Il motivo della nostra insicurezza risiede in quelle figure evanescenti che ora appaiono dietro la protettiva ombra dei primi guerrieri. Esseri capaci di sopravvivere in mezzo alla battaglia grazie alle loro cangianti corazze ed in grado di incenerire con il solo sguardo qualsivoglia cosa. Non me, spero.
Il tempo è giunto. Il tempo è relativo. La calma prima della tempesta è insopportabile, ore di tensione concentrate in pochi minuti. Anche il cielo ha smesso di bagnare la terra. Il silenzio è assoluto.
Il comandante urlò un ordine, l'intero battaglione ruppe la quiete con un grido unanime e si lanciò all'attacco con le lance abbassate. L'aria si riempì di sibili, le frecce incontrarono il ferro e la carne: alcuni caddero, l'assalto continuava ad avanzare. Una seconda salva di dardi offuscò il cielo e, prima di completare il loro mortale tragitto, s'incendiarono portando l'inferno in forma di pioggia infuocata sugli esterrefatti combattenti dalle corazze di cuoio e bronzo. Ma non interruppero la carica.
I guerrieri dalla lucente armatura bianca, che fino a quel momento erano rimasti immobili, presero posizione, serrarono le loro file e con passo cadenzato, scandito dal sommesso suono di tamburi, si spinsero in avanti, verso lo scontro.
Dopo il terribile primo impatto la battaglia si frammentò in migliaia di piccoli scontri, dove le spade volteggiavano in una danza di morte mentre gli scudi arrancavano dietro l'incalzante ritmo. Il campione si gettò nella mischia e diede alle due lame gemelle il loro primo assaggio di sangue freddando un cavaliere avversario. Disinvolto si fece strada tra i nemici, le sue armi paravano ed attaccavano, senza tregua, in una furia razionale. Quando, all'improvviso, un intenso bagliore rossastro precedette una sfera incandescente che viaggiava rapida verso di lui. Scartò di lato evitando di essere inghiottito tra fiamme avide di dolore, ma rimase accecato dalla forte luce per alcuni istanti. Quei fatali istanti segnarono l'esito della sua battaglia: ancora barcollante vide la punta di una lancia spuntare dal suo torace ed un fiotto di sangue macchiare pochi aridi ciuffi d'erba. Con uno sforzo estremo, reprimendo atroci fitte di dolore, si voltò e portò un fluido fendente al collo di un sorpreso e poi terrorizzato picchiere: un tonfo sordo, una candida armatura senza più elmo trovò spazio in un suolo imbrattato di odio. Giunto fino allo stremo delle sue forze, cadde con un ginocchio a terra e, nel mezzo di uno spietato scenario di guerra, si accingeva a pregustare i suoi ultimi attimi di pace.
Disgustoso questo sapore metallico. Ogni sospiro è agonia. Che pessima mira quell'idiota, un poco più a sinistra... Ora mi tocca sorbire la mia intera vita in questi pochi secondi. Bambino prodigio. Istruito dai migliori maestri nell'arte del combattimento. Il mio ruolo era predestinato. E c'era lei. La scintilla che ha reso ogni mio giorno imprevedibile. L'ardore di un sorriso che ha riacceso la speranza nel mio cuore.
Ti porterò in eterno nei miei ricordi. Se non esiste un dopo, sarai il mio ultimo pensiero. Ma tu, dimenticami. La memoria è dolore. Invece, non smettere di sognare. Perché io continuerò a vivere, nel tuo inconscio ti starò accanto.
La battaglia si protrasse fin quasi al tramonto, la vittoria venne strappata con fatica ma avevano trionfato dopo una lunga campagna militare. All'accampamento un uomo in abiti leggeri si diresse verso la grande e sfarzosa tenda del generale, passò in mezzo ai due soldati a guardia dell'ingresso che gli rivolsero un impercettibile cenno d'assenso e s'inchinò in segno di saluto di fronte ad un'ufficiale in armatura bianca.
- Ah, eccoti. Dunque, riferisci che abbiamo riportato una vittoria alquanto sofferta. Le vittime di questo massacro sono state superiori alle nostre aspettative: i nemici si sono dimostrati combattivi ma nessuno di loro è sopravvissuto. Si sono sacrificati per far fuggire i rimanenti del villaggio via mare. Non siamo in grado di inseguirli, ritorneremo quanto prima possibile per dare degna sepoltura ai nostri caduti.
- E` tutto, mio signore?
- Sì, ora vai che il nostro re è impaziente di sentire i risvolti della guerra contro i troll.
Il messaggero si congedò con un rapido inchino, girò i tacchi ed uscì frettolosamente dalla tenda.
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