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Il ranocchio

Il ranocchio proprio non sapeva come fare. Le macchine gli sfrecciavano a poca distanza, davanti e dietro, e lui non osava fare un altro salto. Si fece coraggio, chiuse gli occhi e saltò; un camion gli passò proprio davanti il musetto. Il suo cuore batteva veloce e saltellò di nuovo. Sentì la terra tremare sotto la sua pancia e dovette vomitare un poco. Saltellò di nuovo e superò la sua colazione. Il sole brillava ancora sull’orizzonte; e di lì a poco, sarebbe uscito dalla scena. La rana vedeva il ciglio della strada dove l’incubo sarebbe cessato: ce la farò? sto solo sognando di attraversare questa fottuta strada o ci sto veramente in mezzo? Un altro pneumatico sfrecciò vicino, poi un altro e un altro ancora. Era la fine, peggio che giocare alla roulette russa; saltellò di nuovo, non c’era nient’altro da fare se volevi rimanere in vita, poi sentì un dolore acuto sotto la coscia sinistra. Cadde su un fianco, si risollevò e guardò in giù; la sua zampetta sinistra non c’era più.
Cristo, come faccio ora?
Strinse i denti e strisciò sull’asfalto. Sentiva le sue forze venirgli meno.
“Oh mio Dio,” udì una voce, “John, John, disgraziato, l’hai quasi schiacciato,” continuò la voce; era la voce di una fatina. Il ranocchio guardò in su e chiese:
“Sei l’angelo delle tenebre?”
“John, dobbiamo dargli il primo soccorso.”
“Ma cazzo, Luisa, è un cazzo d’una rana!”
“John, farabutto, l’avevi vista, e tu ci sei passato sopra!”
“Cristo, Luisa piantala, non l’ho fatto apposta.”
“No, no, tu l’hai fatto apposta!”
“John falla finita, dammi il colpo di grazia,” supplicò la rana.
“Oh, guarda John… ha perso la zampetta.”
“Luisa, tu hai perso il cervello!”
Luisa si chinò, sollevò il ranocchio dall’asfalto e lo pose delicatamente sul palmo aperto della mano.
“Angelo baciami,” fece il ranocchio e sollevò il musetto.
“È un ranocchio,” disse Luisa.
“Una rana, un ranocchio, che differenza fa?” disse John.
“Un ranocchio con gli occhi blu.”
“Luisa non fare la scema andiamo!”
“Lo depongo sul ciglio della strada.”
“NO, NO, NO, ” gridò il ranocchio.

Guardò la macchina allontanarsi, chiuse gli occhi blu e riprese il fiato per la gran fatica; si trovava sul lato sbagliato della strada. Aprì gli occhi e decise di aspettare; il sole spariva dietro i monti, poi avrebbe riprovato.

 

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6 commenti:

  • Bianca Albites Coen il 31/01/2012 18:12
    Comunque secondo me questo povero animaletto riesce ad attraversare la strada alla fine, sarei così contenta...
    Secondo il mio pensiero ci riesce perchè è un ranocchio ottimista.
  • Bianca Albites Coen il 31/01/2012 18:09
    Povero ranocchio. Può essere considerato un animaletto così brutto, ma in questo breve racconto sembra di immedesimarsi in questo personaggio. Solo così si capisce veramente quanto sono sfortunati...
  • Anonimo il 23/02/2009 02:03
    Bello e originale!!!
    Mi è piaciuto moltissimo... anche se è molto triste.
    Povero ranocchio.
    I ranocchi sono degli animaletti così carini, ma spesso la loro ingiusta fine è proprio quella di essere schiacciati!!!
  • rainalda torresini il 22/02/2009 21:03
    Interessante, io l'avrei baciato. Chissà se era un bel principe! Io ne sono certa!
  • Anonimo il 22/02/2009 16:59
    Povero ranocchio... ... ripensandoci, mi fanno un po'schifo... i ranocchi ... Vabbè... se decidi di farci un seguito almeno fallo trasformare in un bel principe azzurro (anzi, nerazzurro!!!)... non che mi vadano a genio più dei ranocchi, ma vuoi mettere baciare un principe e baciare un ranocchio!!!!
    Bello però, mi è piaciuto.
  • Anonimo il 22/02/2009 16:07
    Non possiamo lasciarlo cosi'.
    Serve il cap. n° 2.
    Altrimenti non ci dormo.

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