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Sulla pietra tombale di Francesca
Giovanni aveva un’edicola a pochi passi dalla spiaggia; la teneva aperta solo durante i mesi estivi. Il resto dell’anno Giovanni viaggiava per il mondo.
Alla mattina smontava i pacchi dei giornali che arrivavano con il camioncino dalla città. Sistemava i quotidiani sul banco davanti all’edicola, le riviste invece le lasciava stipate all’interno del chiosco.
Fino verso le dieci Giovanni aveva da fare; poi andava in spiaggia. Sul lungomare c’era un bar e vi ci si recava a bere il caffè.
All’edicola rimaneva il figlio, Peter.
Peter aveva dodici anni, viveva con i nonni. Aiutava volentieri il padre all’edicola; era particolarmente interessato alle riviste specializzate 'dedicate' alle donne e di come 'sono' fatte sotto il costume.
Quella mattina (forse per pura e semplice curiosità), invece di recarsi al bar Giovanni decise di andare al vecchio cimitero.
“Forse ritarderò un poco Peter.”
“Certo, fai pure papi.”
“Ciao!”
Giovanni attraversò un campicello dietro il paese e prese il sentiero che saliva al vecchio cimitero; sepolta in quel cimitero stava la moglie Francesca.
Francesca era morta di parto dando alla luce il suo primo filglio Peter. La stessa sera Giovanni aveva ammucchiato nel mezzo del soggiorno tutte le loro cose e aveva dato fuoco alla casa. Poi se ne era andato, nessuno ebbe più notizie di lui... Ritornò due anni dopo con un po’ di soldi. Aprì l’edicola, e da allora passava l’estate in paese e restava un po’ con il figlio.
“Forse ritarderò un poco Peter.”
“Certo, fai pure papi.”
Ciò che Giovanni improvvisamente volle sapere, era se l’immagine di Francesca fosse sulla tomba; ma come mai quella idea gli era venuta proprio quella mattina?
Il sentiero era pieno di sterpaglia e il pendio per il cimitero era arduo. Da anni l’opera di traslazione delle salme era stata portata a termine e il cimitero era abbandonato. Non lontano dal paese fu costruito un crematorio. La cenere dei defunti veniva ora portava a casa, oppure veniva conservata dentro un muro mortuario, di cemento. Sulla collina era prevista la costruzione di un villaggio turistico... Giovanni se ne rallegrava.
“Forse ritarderò un poco Peter.”
“Certo, fai pure papi.”
Arrivò al vecchio cimitero e imboccò il vialetto sterrato. Si mise subito a cercare la tomba di Francesca.
Non c’era nessuno. Insomma, pensò; la desolazione di un cimitero sventrato. Pietre tombali, lapidi, lastre spezzate, buche da tutte le parti. Camminò in giro, un po’ a casaccio. Il sole era già alto e caldo; il paese, il mare, la spiaggia, i bagnanti erano svaniti dietro le mura di cinta.
Poi, all’improvviso avvertì un’indefinibile commozione. Rallentò, e scorse la lapide. Si avvicinò. Vide l’immagine. Sbiadita e sfocata, incastonata dentro una cornice ovale. Scheggiata. Una giovane donna. Francesca. Rimase deluso; gli era del tutto insignificante.
“Giovanni!... que fais-tu?”
“Nadia! mi hai spaventato! ” replicò Giovanni girandosi.
“Ti ho visto salire il sentiero e ti sono seguita...”
Nadia era sudata. I suoi capelli appiccicati sul voto e sulle spalle nude. Un foulard brillante annodato attorno ai fianchi le scendeva davanti diagonalmente e le copriva una gamba fino al ginocchio. Indossava un costume da bagno a due pezzi; un reggiseno viola e mutandine viola sopra una pelle giovane abbronzata come il miele.
“Quel tristesse... che ci fai qui?”
“È il vecchio cimitero del paese.”
“Sei venuto a trovare qualcuno?”
“No, non proprio.”
“Quel chaleur!”
“Nadia… ti sei graffiata.”
Lievi strisce bianche le segnavano i polpacci e le cosce. Da una o due di quelle strisce fuoriusciva un po’ di sangue. Anche da un avambraccio. Il leggero tessuto attorno ai suoi fianchi era impolverato da pistilli e stami di fiori secchi.
“Ero curiosa. Ho sempre voluto salire fin qui,” disse Nadia.
“Bene, ora siamo qui.”
“Oui.”
“Fammi vedere.”
Giovanni si avvicinò a Nadia. Tolse delicatamente qualche fiore dal foulard, aprì il nodo e fece cadere il foulard a terra.
Le loro lingue si toccarono... Giovanni portò un braccio dietro la schiena di Nadia e reggendola la fece adagiare sulla lastra sepolcrale. Nadia sentì le natiche bruciare, la schiena si bagnò di sudore, il sole le illuminò il volto e i capelli, allora lei allargò le gambe, e come due lunghe zampette di ragno appoggiò un piede sulla pietra tombale di Francesca.
Giovanni le scostò il costume viola dal sesso; lo vide roseo e bagnato, aprirsi come un fiore al calore, e penetrò Nadia.
“Forse ritarderò un poco Peter.”
“Certo, fai pure papi.”
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