“La gente ha proprio i nervi a pezzi.”
“si dice a fior di pelle.”
“e che ho detto io?”
“a pezzi.”
“beh, a pezzi siamo un po’ tutti. hai sentito la cosa di ieri?”
“ieri mi sono guardato ben hur, quo vadis e i dieci comandamenti.”
“... quello che è successo in città!”
“io in città non ci metto più piede...”
“di quel pedone che ha sparato all’autista perché gli avevano clacsonato?”
“sì, quello l’ho visto da qualche parte in mezzo a quo vadis.”
“e il poliziotto che poi ha sparato al pedone?”
“sì, sì, in che mondo ci tocca vivere!”
“e quel tale che, bloccato in colonna, ha accoppato il poliziotto perché non faceva circolare le macchine,”
“e quei due portantini poi, arrivati con l’ambulanza.”
“sì, e uno di loro si è incazzato perché non avevano con loro i sacchi necessari per i corpi,”
“che roba,”
“e poi quello al terzo piano, sopra la strada, che butta giù il pianoforte perché con quel casino non riusciva a suonare la quinta di beethoven,”
“e il pianoforte che piove giù e schiaccia quella povera bimba,”
“e poi i neri che si sono messi a picchiare i gialli,”
“e i gialli i neri, e poi qualche bianco,”
“e i bianchi i gialli per poi prendersela con i verdi.”
“i verdi?”
“sì, quelli ecologisti, si sono incazzati perché un proiettile aveva perforato il serbatoio di una macchina,”
“e la strada si era coperta di benzina…”
“e quello che ha buttato il fiammifero poi; chi era quello del fiammifero?”
“uno qualsiasi.”
“uno stronzo qualsiasi.”
“tutti stronzi in città,”
“già.”
“gente con i nervi a pezzi,”
“a fior di pelle!”
“a fior di pelle.”
“ci facciamo un’altra birra?”
“è il tuo turno.”
“adesso è il tuo!”
“no, tocca a te pagare, cretino.”
“cretino sarai tu,”
“vacci piano,”
“piano,”
“piano,”
“eh, calmiamoci un pò!”