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Una beffa pelagica
Il golfo di Genova ospita una nutrita comunità di pescatori, sia professionisti che dilettanti: tutti i tipi di pesca vengono esercitati con discreto successo. Come tutti i pescatori anche io porgo particolare attenzione agli avvenimenti che si riferiscono a questa attività, soprattutto nei mesi di frenetica attività alieutica, come nei mesi in cui c'è il passaggio dei tonni. In questo racconto, ispirato da un fatto realmente accaduto alcuni anni fa, mi riferisco però solo alla pesca dilettantistica, anche se praticata con potentissime pilotine o fisherman superattrezzati.
Ovviamente, anche fra i dilettanti esistono diverse categorie di pescatori, per esempio quelli che vogliono battelli veloci per raggiungere per primi la zona di pesca o quelli che si accontentano di velocità inferiori ma validi anche per una traina leggera sotto costa. Esistono poi gli stakanovisti, in mare da prima dell'alba a notte inoltrata ed i furbazzi, che si accodano a pescatori esperti od anche tengono accesa, persino in ufficio, la ricetrasmittente CB nei canali 10 e 16 per poter avere di prima mano notizie su dove sono state localizzate le prede più ambite, questi furbazzi sono generalmente "furesti du b..." come diciamo a Genova e possiedono le imbarcazioni più veloci, magari immatricolate in Svizzera.
In una calda giornata all'inizio d'agosto di qualche anno fa, a causa di una distorsione alla caviglia ero confinato nel mio attico e passavo il tempo leggendo, guardando il mare con il telescopio dal terrazzo o sdraiandomi nella piscina gonfiabile del figliolo, 2 metri di diametro, opportunamente riempita di acqua riscaldata dal sole. Per compagnia tenevo accesa la ricetrasmittente nei suddetti canali in quanto forse mio cugino, che era andato a pesca nel suo gozzo, mi avrebbe chiamato per combinare una bella cenetta sul terrazzo col pescato, se era copioso. Quasi appisolato al tepore del sole, una voce stentorea che chiedeva assistenza mi svegliò del tutto.
Mi avvicinai alla radio per meglio ascoltare.
Non ricordo le parole esatte, è passato tanto tempo, ma il succo del discorso è questo: un pescatore che faceva la traina da solo, con una piccola barca, si era ritrovato in mezzo ad un passaggio di grossi tonni attirato da una moltitudine di acciughe che sembrava avessero il raduno nazionale! Un grosso tonno era stato agganciato e adesso lui era in difficoltà' perchè non poteva pescare un simile mostro e governare la barca nello stesso momento. La voce era ansiosa e veniva fuori a tratti, con alti e bassi di tono, quello di una persona in difficoltà. Immediatamente iniziarono a fioccare le domande: da dove trasmetteva, se esistevano altre barche in zona, quanto erano grossi i tonni, se erano tanti, eccetera.
A tutte queste domande l'uomo rispondeva a monosillabi... ho le mani occupate... non tirare così disgraziato... dai bello vieni da papà... sono davanti a Pegli... 15/20 miglia in fuori... possibile che non arrivi nessuno? E così via.
In pochi minuti lo specchio d'acqua antistante casa mia si riempì di bianche scie, il mare sembrava il cielo dopo il passaggio della pattuglia acrobatica. Le comunicazioni radio si intensificarono: lo vedi, no si, vedo una barca... no, non pesca, è una coppietta, guarda che faccia lui, orca che belle tette lei, dai non rallentare... e così via... dove diavolo è sta cavolo di barca? La ricerca era affannosa ma la barca non si trovava. Venne allargato il raggio di ricerca, barche lontane chiamavano barche vicine, vennero attivati i radiogoniometri ma il segnale era debole ed a tratti inesistente. La voce del pescatore arrivava sempre più fievole, il tonno si era messo a tirare e trascinava la barca per la poppa, si era bloccata la frizione del mulinello e non riusciva a dare nylon... aveva paura che si immergesse a fondo trascinandosi dietro la barca. La gente iniziava a preoccuparsi, altre barche uscirono, stavolta alla ricerca del pescatore, non del branco di tonni. Il tempo passava e non si vedeva più niente.
La radio del pescatore in difficoltà ormai taceva da tempo eppure i furbazzi continuavano a percorrere il mare ad alta velocità sperando di appropriarsi dei più begli esemplari del branco. Venne anche avvertita la Guardia Costiera che inviò un guardacoste ed un elicottero. Niente, nessuna traccia, nè della barca nè dei tonni. Le barche iniziarono a ritornare lentamente, deluse, peccato, chissà che fine avrà fatto quel disgraziato. I pescatori si guardavano affranti incrociandosi: oggi è toccata a lui e domani? Un tragico silenzio calò sul mare al tramonto, forse si era perso un uomo. Anche le altre barche puntarono la prua verso riva.
All'isola galleggiante, dove attraccano le petroliere, un uomo su una lancetta da 3, 5 metri tirò su le due lenze dei bolentini, le mise a posto nel cassetto di poppa, posò il walkietalkie nella borsa, con le sigarette, prese i remi, li infilò negli scalmi e intanto pensava. Brutta noiosa giornata, neanche un pesce, per fortuna gli era venuto in mente di giocare quello scherzetto, il pensiero dei furbazzi che correvano al largo come falchi. inutilmente gli, fece apparire un fugace sorriso, si sputò sui palmi delle mani e iniziò a remare... pian piano, verso il tramonto.
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