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tu!
Ti prego non farmi piangere.
Ti prego, non farlo...
sento già il freddo gelido della paura scorrere veloce lungo la mia schiena...
e quell'odore... l'odore della paura... il mio passato... gli attacchi di panico...
io non piango... non piango... non piango... non so piangere...
<<e ora cos'altro vuoi?>> la mia voce era lontana, insolitamente acuta, ma ferma, forte, sicura...
non sembrava la mia...
<<cos'è quel tono di sfida?>>. Il solito. Non era cambiato. 5 anni. 5 anni erano passati dall'ultima volta che ci siamo visti... ma, a parte qualche pelo in più sul volto, non era cambiato. Lo stesso sguardo limpido di quando aveva 21 anni... gli stessi occhi... profondi e penetranti...
<<bé allora? Non mi saluti? Non ci vediamo da quanto..?! 4? 5 anni?>>... non sapeva proprio contenersi... il solito idiota... il solito stupido... inopportuno, dissacrante, imprevedibile cretino...
<<non ci vediamo da 5 anni... quando te ne sei andato non mi hai neppure detto “ciao”... in 5 anni non una mail, un sms, una telefonata o un biglietto o qualunque altra cosa... niente! Niente! Ora che vuoi da me?>>
La mia voce era forte, rabbiosa, era... era come non mi aspettavo che fosse... era insopportabilmente espressiva... non doveva essere così... non era giusto dargli questa soddisfazione... io non provavo più niente per lui... niente!!!
ma lui... lui ha sempre avuto quest'effetto su di me... non posso mentirgli... non riesco a nascondergli neppure le cose che non so...
d'un tratto, prima che me ne accorgessi, me lo trovai a fianco... addosso...
le sue braccia mi stringevano forte... la mia bocca affondava nella sua spalla... e tutte le lacrime che non sapevo di poter piangere, iniziarono a sgorgare feroci, ad inondare le mie guance rosse...
ora la mia voce era scomparsa... le parole erano sparite... l'odore violento della paura era stato sostituito dal suo di odore... il suo odore... c'era da perdersi... amavo quell'odore... l'odore di casa...
<<se non ti ho detto niente è perchè ti voglio troppo bene... non volevo farti soffrire, non...>>
slash!
Lo schiaffo risuonò sonoro in quello spazio scomparso sotto quel turbinio di passioni contrastanti, violente... negate per troppo, troppo tempo...
<<quante donne ti sei scopato eh? A quante hai detto che le amavi? A quante eh?... ora che vuoi? Che vuoi? Io ho la mia vita, tu non ne fai parte! E non mi importa delle stupide scuse che inventi! Ti conosco! Lo so quanto sai mentire quando vuoi! Sei solo un egoista! Io provo questo, io sento quello... ma ti sei mai chiesto cosa provo io? Te lo sei mai chiesto cos'ho provato? Non ricordi neppure quand'è stata l'ultima volta che ci siamo visti... cosa pretendi ora della mia vita? Ti sei divertito fin troppo... io te l'ho permesso... ma ora basta... hai capito?! BASTA!!>>
tac, tac, tac, tac, tac... il rumore dei miei tacchi sovrastava ormai tutto il resto... ora basta... tac, tac, tac...
lui aveva già preso fin troppo della mia vita...
<<25 maggio! 25 maggio, l'ultima volta che ci siamo visti! Sono passati 4 anni, 9 mesi e 16 giorni!
Tu avevi un vestito grigio e largo... e le scarpe rosse... avevi, avevi il burrocacao alla ciliegia... e il tuo profumo sapeva di buono... tu hai detto cocco, ma io sapevo che il tuo profumo non era cocco... era te...
abbiamo cenato... tu hai preso le patatine e una birra... eri felice e stanca... ma volevi andare sull'altalena e io... e io ti ho baciata... avevo voglia di accarezzare le tue labbra e l'ho fatto!... tu lo sapevi... l'hai sempre saputo che io sono un bastardo, un puttaniere... e poi mi hai detto che, anche se non volevi, mi amavi...
quella! Quella è stata l'ultima volta che ci siamo visti!>>
il mio tac, tac non si riecheggiava più in quello strano e vuoto padiglione scolastico... le mie gambe non trovavano più il coraggio di muoversi... io non potevo andarmene così...
non riuscivo a respirare, a parlare...
un bacio intenso, dolce, lento, violento, voluto... e ancora un bacio... la mia aria... il mio cuore... la mia casa... e un bacio... e quelle braccia forti... il suo abbraccio... le sue mani... fra i capelli, sulla schiena... nelle mie mani... e le lacrime calde bagnavano ora le sue labbra... e mi mordeva... mi stringeva... e un bacio... ancora uno... quanto l'avevo voluto... quel bacio... le sue labbra sul mio collo... i suoi morsi... il suo respiro... mi rubava l'aria... mi mordeva l'anima...
la mia mente impazziva... e lui... ancora lui... ancora la sua bocca... il suo sapore...
il suo sapore...
<<volevo dirti che ti ho amata... ti ho amata tanto>>, mi aveva amata... tanto... la mia mente era ancora tra le sue labbra e quelle parole bruciavano sulla mia pelle...
<<domani mi sposo!, ma volevo dirti che ti ho amata... e che non ti merito, e che se mia moglie avesse quello che hai tu... la tua mente, la tua pelle, le tue mani... il tuo profumo... o se solo fosse come te... ma lei non è come te... e io so che così non morirò... così io... io... io ti amerò sempre... sarò sempre tuo... e so per certo... so per certo che quando la tradirò, perchè la tradirò e lo so io e lo sai tu,.. quando la tradirò, io saprò che tu sarai lì... al sicuro... che non ti avrò costretta a sopportare quest'ingiustizia... perchè io non ti merito... non ti merito... addio>>
tac, tac, tac... stavolta non erano i miei passi a riempire il vuoto...
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0 recensioni:
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- Un racconto ben scritto dal ritmo incalzante e con un finale a sorpresa. Brava!
Ignazio
- ... grande intensità, ritmo sostenuto, incalzante, forse un po' troppo caotico nella forma, non sempre si colgono i "passaggi" ... brava.
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