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... Per il periodico Insieme
Il nostro quartiere. Facciamo il punto su: Gli anziani.
In un tempo dove la realtà è spesso costruita a regola d’arte e le immagini non raccontano tutto, ma solo una piccola parte di ciò che accade, l’osservazione resta l’unico metodo attendibile per raccontare una realtà scevra da manipolazioni e illusioni, in grado di costituire un elemento con il quale confrontarci e riflettere.
Il quartiere dove si vive, diventa il luogo privilegiato di analisi per capire chi siamo e come viviamo, le cose che vanno e quelle da migliorare.
Parliamo dunque, di un luogo di vita, di incontro, di verità.
L’Alessandrino ha origine antiche, essendo nato tra gli anni 20 ed il 40 in seguito al trasferimento dei residenti del centro storico nella allora borgata.
Oggi l’Alessandrino è il tranquillo quartiere che conosciamo, dove risiedono molti anziani.
Un dato che meglio di altri è in grado di farci capire quanto gli anziani siano numerosi sul nostro territorio è la presenza dei due centri anziani, con sedi relativamente vicine: uno in via Del Campo, l’altro in via Locorotondo.
Spesso mi è capitato di vedere persone anziane che da sole si recano presso i centri anziani, salvo poi ritornare qualche ora più tardi in amichevole compagnia sorridenti e spensierati.
Probabilmente per le persone più giovani e in buona salute, fa sorridere l’idea che una partita a bocce, o a carte per gli uomini ed una chiacchierata e un’ora di ballo per le donne, possa arrecare ai loro praticanti una buona dose di benessere, eppure dovremmo riconsiderare agli anziani come persone che si accontentano di poco.
Un altro elemento benefico è senz’altro il Parco Alessandrino.
Tantissime volte mentre faccio jogging, vedo molte persone anziane rilassarsi all’aria buona e al verde del parco, oppure adagiarsi sulle panchine.
Poi correndo con la fantasia, m’immagino anch’io anziano trascorrere gran parte del mio tempo a fare quattro passi, o a leggere un buon libro.
Durante questa tremenda calura estiva, ho assistito alla fuga delle persone della terza età al centro commerciale, Ipercoop Casilino.
Certo per chi non possiede l’aria condizionata in casa, godere della frescura nei centri commerciali mi sembra una pratica davvero intelligente.
Gli episodi sgradevoli, quelli ai quali non si vorrebbe mai assistere non mancano mai.
Ad esempio, più volte sono stato testimone di episodi imbarazzanti alle casse della G. S. di via Casilina, dove molte persone della terza età sicure che la propria social card fosse stata caricata del credito, dopo una grossa spesa erano stati costretti a rinunciare ad una parte degli acquisti, poiché il denaro contante non era sufficiente a coprire la spesa.
Forse l’aumento dell’assegno della pensione sarebbe stata una buona scelta, piuttosto che costruire un sistema sofisticato e astruso come la carta MEF si è poi rivelato.
Come un fotogramma scorrono nella memoria le immagini delle tante anziane di ritorno dai mercati di via Del Grano, via Locorotondo, via Dei Meli, cariche di spesa incedere macchinose, imperfette, instabili, ma con l’obiettivo di adempiere ad un compito prescelto e affidato.
Vedo vecchi appiccicati alle vetrine dei negozi, guardare con desiderio le comode scarpe dal prezzo proibitivo, o il vestito elegante. Nei loro occhi vedo la stessa luce dei bambini golosi davanti al dolce preferito, chissà se riusciranno ad essere i prossimi acquisti dei saldi di fine stagione.
Vedo gli anziani sul sagrato della parrocchia di San Giustino, appena usciti da una messa, o forse da una riunione, o probabilmente da un servizio dedicato alla comunità.
Il loro viso è sereno, i modi composti, stanno assieme con dei ragazzi festanti.
Tante sfaccettature di un’unica condizione: l’anzianità.
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