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Il peso delle parole
"Michelle, cosa ci facevi dietro alla mia porta?"
La cameriera alzò lo sguardo verso il signore del castello, il suo datore di lavoro.
"Nulla, capitano Kenneth"
"Origliavi, forse?"
Il capitano domandava, ma già sapeva la verità dietro al suo quesito.
Il castello era un piccolo mondo, con i propri intrighi, i propri interpreti ed i propri cantori.
E la bella Michelle era una di questi, l'aedo più grande, più abile e più presente di tutto il castello.
Nulla di grave, ovviamente.
Un uomo moderno e di mentalità aperta come lui non dava alcun peso alle voci di corridoio, allo schiamazzante spettegolare della servitù.
O almeno, questo accadeva prima della morte della signora.
La dama del castello, moglie di Kenneth, Sofia Luventfal, era una donna splendida.
Amata da tutti per la sua bontà e generosità, era la donna più perfetta che il capitano avesse mai conosciuto.
Così solare, così devota al marito...
Da non poter pensare una vita senza lui ed il suo amore.
E fu così che, quando le arrivò alle orecchie piccole e candide la notizia del presunto rapporto tra il marito e la serva di nome Lisa, in attesa di un bambino, non vide altra soluzione che lasciare questa valle di lacrime abbandonandosi al mondo esterno dalla finestra più alta del castello, nella torre.
Il volo non fu abbastanza lungo perchè la donna scoprisse che il padre del figlio di Lisa era in realtà il fattore, e che il coinvolgimento del marito non era altro che una sciocca e falsa chiacchera messa in giro da una cameriera annoiata.
Il capitano però, dal canto suo, comprese bene il peso di quelle parole futili, e, folle d'ira, preparò la sua vendetta nelle lunghe notti successive.
"No, signor capitano. Non stavo origliando", rispose la cameriera.
"Sarà meglio così. Ora ho da fare", disse allora l'uomo, che con passo rapido si allontanò subito dalla porta socchiusa, dietro la quale l'occhio vispo di Michelle notò immediatamente la figura di Rada, una delle cuoche del castello, giovane e bella, intenta ad aggiustarsi il vestito.
Una notizia del genere era da raccontare immediatamente a tutti.
La cameriera sfrecciò tra le varie sale del castello, fino ad arrivare alla cucina.
"Ehi, voi! Non sapete cosa appena visto!"
Tutte le donne nella stanza si voltarono immediatamente verso la ragazza.
"Su, nella camera del padrone! Ho visto chiaramente Rada svestita abbracciata a lui!"
"Ma che stai dicendo? Rada è qua nella dispensa", rispose la vecchia Zelda, la più anziana.
"Ma non è possibile! L'ho appena vista su!"
"Ah, sì? Rada!", urlò allora la donna.
La ragazza sbucò fuori dalla dispensa, guardando con occhi enigmatici le donne nella stanza.
"Dimmi, Zelda"
Michelle rimase ammutolita.
Non era possibile, Rada era su, nella camera del capitano!
Non poteva essere lì.
"Io... devo andare", disse allora, scappando della cucina.
Come aveva fatto a sbagliarsi? Era impossibile, i suoi occhi erano sempre attenti come quelli di un falco!
Si diresse ad ampie falcate verso la sala da pranzo, e cominciò a prepararla per l'imminente cena.
Dopo qualche ora, quando la notte era già calata nella sua totalità, Michelle si recò nel parco di fronte al castello. Spesso le coppie si recavano lì e la cameriera aveva di che parlare per giorni e giorni da una sola visita serale al parco.
Quella sera però trovò più di quanto si sarebbe mai aspettato.
Il capitano era lì, sotto il pino più grande e stringeva a se Rada.
Aveva visto giusto dunque! Ora le altre comari le avrebbero creduto, pensò.
Corse immediatamente nelle stanze della servitù, ed entrò urlando:
"Venite subito a vedere! Nel parco, il capitano con Rada!"
"Tu sei pazza!", le rispose Zelda, seduta in un angolo.
"Vieni a vedere tu stessa! E vedrai chi è pazza!"
"Rada è qui, sciocca!"
La ragazza spuntò improvvisamente dallo stanzino con cui comunicava la stanza della servitù, guardando con occhi rossi d'ira Michelle.
"Bugiarda! Quali voci vai a mettere in giro?"
"Ma non è possibile! Tu eri lì!"
"Basta calunniare! Queste tue menzogne ci hanno stufato tutte!"
"Vattene da questo castello!", urlò allora Zelda, e anche le altre presenti partirono con un invettiva.
Michelle era fuori di sè per la vergogna.
Pazza e calunniatrice, le avevano detto!
Non poteva resitere ancora in quella stanza!
Corse immediatamente fuori, gli occhi resi ciechi dalle lacrime. Tanto ciechi da non farle vedere la balaustra delle scale, contro la quale si scagliò, prima di precipitare.
Il rumore e le urla fecero accorrere tutti gli abitanti del castello.
"Mio Dio, è morta!", disse il fattore.
In quel momento giunse anche il capitano.
La sosia di Rada era dietro di lui e fissava sconcertata il cadavere di Michelle.
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