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Te l'ho detto che colleziono matite colorate?
Te l'ho detto che colleziono matite colorate? No?
Mi piace tenerle in ordine, con la punta perfetta, tutte in ordine cromatico, Mi piace pensare che siano l'ennesima opportunità che mi viene concessa per colorare il mio disordine, o meglio il mio ordine disordinato, sono il mio riscatto dai due compromessi estremi del bianco e del nero. Alle scelte nette, tangibili, indiscusse, io rilancio con il mio astuccio pieno di colori. Preferisco i medi alzati agli estremi. Mi piace pensare di essere l'unica ( ir)responsabile del colore del mio umore. Le ombre sono mancanza di iniziativa. La consapevolezza è la giusta dose di una miscela pastello.
E allora ti domando "Non hai la sensazione a volte di vivere una vita di passaggio? Di costante attesa?"
È Attesa quando nasci in nove mesi, mentre quel guscio diventa sempre più stretto, attesa fino all'attimo in cui vieni alla luce, l'unico istante in cui saggi la serenità, ma dura poco, forse un secondo, infatti subito dopo qualcosa si incrina e tu piangi, piangi perché il tuo codice genetico ti suggerisce di dover cominciare a sentire, pensare, ragionare, in sostanza ti tocca vivere come un uomo e quel respiro di Dio nelle tue narici diventa improvvisamente un'ansia di ricerca, una tensione di brama, un anelito. Quella trazione primigenia appartiene a tutti, tutti gli uomini ce l'hanno di serie, alcuni però hanno paura delle conseguenze e abbandonano la ricerca camminando in equilibrio (dicono loro), in bilico (dice la vita) tra ciò che hanno già trovato e il vuoto di una ricerca smessa, di una curiosità tradita, di una spiritualità stordita. E si muovono lungo una ligne maginot danzando completamente nudi e senza musica, in punta di piedi.
Il cannibalismo psicologico ti impone verità di plastica, vuole convincerti che la vita e' uno stadio progressivo di problematiche da superare, che le nuvole sono solo grigie e che non sono appese al cielo.
E così la vita sembra uno di quegli album per bambini, di quelli che trovi in busta chiusa dal giornalaio. A priori non sai il disegno che ti tocca, ma hai da colorare, che il disegno così e' chiaro, ma bruttino!
A proposito te l'ho detto che colleziono matite colorate? No?
In realtà la vita è un vertiginoso gioco di opportunità o, se preferisci, un astuccio di colori da 36, che non sai quali scegliere per firmare le intenzioni, un orizzonte o semplicemente un caffè macchiato. Siamo troppo spesso frastornati dalle pozioni magiche chiamate profumi e non siamo in grado di riconoscere il nostro odore, quello delle persone, che puzzano di vita, ché la vita puzza, e non riusciamo a restituire una tridimensione alla realtà che accusiamo di essere sempre piatta.
Ci sembra un pessimo disegno il nostro futuro immediato, privo di colori.
Te l'ho detto che colleziono matite colorate? No?
Ecco perché ci spostiamo tra le molecole di vita con movimenti incerti, e non credere, non si tratta di vertigine o di precario equilibrio, dopo qualche anno camminiamo sul filo ché la vita è un circo e dà lavoro a tutti, siamo goffi nei movimenti, impacciati, perché falliamo nell'interpretazione delle regole del gioco. Tiriamo i dadi quando vogliamo, non accettiamo imprevisti al più qualche probabilità, che una speranza non si nega a nessuno.
Spesso decidiamo di ripassare dal via e alla fine non ci piace perdere, ma solo perché significa che dall'altra parte del tabellone qualcuno sta vincendo. E allora corriamo. Ci arrangiamo, ci armiamo di condizionamenti, ci incartiamo nei vestiti da palco òsceno e sopravviviamo che lo spettacolo può valere una pizza, un cinema e poi anche una scopata.
Ma c'è un disegno superiore, io credo. Ché lui disegna, ma con la stilografica, quella bella, elegante, "col monta rozzo bianco sopra", che tanto mica deve cancellare lui!
Una sinfonia di sfumature, un po' come la musica di Mozart, uno che ci prendeva alla prima botta, del resto pure Mozart l'ha disegnato lui.
Te l'ho detto che io colleziono matite colorate? Nooooo?
E l'inchiostro di certe trame profuma di inciampo, di imprevisti imprevedibili e divertenti che ammiccano da quel mazzo di traverso, sul tabellone del monopoli
E allora tiralo sto dado! E pesca bene ché a volte il cartellone puoi giocarlo pure contromano.
Alla fine della fiera a Dio ci orientiamo sempre, del resto anche quando ci salutiamo ci diamo appuntamento da Lui. Si fa per dire, ma si fa. E allora c'è chi vuole far esplodere quello che ha dentro di sé, chi lo cerca fuori, e chi lo trova in una mano, in una bestemmia (anche quello e' un modo di credere) in uno sguardo sensuale, ché Dio sa disegnare bene le sue i(dee), e' la nostra libera interpretazione che a volte e' un po' troppo libera. Bella fregatura il libero arbitrio quando l'arbitro e' un burlone umorista!
Se necessario, le idee indossano un perizoma, ché un'anima consapevole vale bene una partita a rubamazzo tra carte sacre e profane. I distratti, quelli che non comprendono che si può arrivare all'anima passando attraverso le gambe di una donna o attraverso le croci indossate e quelle tatuate, non hanno idea del fatto che c'è un canale di comunicazione tra introspezione ed estro, che c'è un tramite tra l'io e il D(io), che c'è un perché se la pelle profuma di suo senza es-senze, e le persone, quelle che hanno un tragitto in comune, si riconoscono alla prossima fermata dall'odore.
Eppure e' tutto così facile da lasciare senza fiato. Mi basterebbe un disegno per farlo capire.
Te l'ho detto che io colleziono matite colorate? No?
Ho una mia teoria del tutto personale su questo Dio vanitoso e fiducioso. Lui senza di noi potrebbe farcela comunque, voglio dire ne uscirebbe alla grande, ma è pur vero che anche a Lui la solitudine, e che solitudine, non piace. Allora un giorno ha creato il vocabolario ed ha cercato una parola: CoesisterE. Per esistere meglio, e resistere meglio.
Allora, ha pensato, c'è bisogno di una COMPAGNA o compagnia, un valore aggiunto, che amplifichi il confronto. Ha cercato nel vocabolario e ha trovato UOMO, scritto con una costola di troppo. Corretto in edizione postuma
Bene, il risultato sarà che siamo soli, a volte splendiamo in quanto tali, a volte, semplicemente, no! E allora lo zelo o il dubbio diventano ri-flessione.
"Gli uomini crebbero, si amarono e moltiplicarono, e Dio per poterli far sentire tutti amati allo stesso modo mise un frammento di sé in ognuno di essi"; un frammento per Dio significa l'universo intero, l'assoluto.
Ora gli uomini diventati scrigni di Dio, sentono la tensione che li riporta al nucleo, all'embrione del loro essere, ma le distrazioni da se stessi li portano a deviare dall'essenza stessa di sé. Ecco perché le nostre libertà diventano le nostre prigioni e il corpo, mappa tangibile delle nostre esperienze e della nostra vita, diviene un foglio da scarabocchiare.
Peccato far finta di avere una penna Replay, sarà per questo che preferisco disegnare!
A proposito, te l'ho mai detto che colleziono matite colorate?
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