Laila divenne una statua incapace di muoversi, si sentiva paralizzata; non oppose alcuna resistenza quando la non-morta, impaziente, le infilò il pesante cappuccio sulla testa.
All'improvviso fu tutto buio, ma forse era meglio così, pensò tra se.
Sentì delle fredde mani taglienti levarle le scarpe facendola rimanere scalza; altre mani si aggiunsero strattonandola per le braccia e affondando le unghie nella carne.
A velocità impressionante la fecero scendere per delle vorticose scale a chiocciola e nel mentre avvertiva il contatto con il freddo del marmo che le congelava i piedi e l'anima.
Udì un suono familiare che tanto assomigliava a quello prodotto dalla porta della sua stanza quando si apriva, ma quel rumore era talmente forte da indolenzirle i timpani; pensò che sicuramente doveva essere un gigantesco portone blindato.
Laila capì di essere all'aperto, finalmente era fuori dalla fortezza ma prigioniera di un destino che non le apparteneva.
Avvertì di essere in cammino su di un ripido sentiero circondata da un corteo di voci, spaventose e metalliche.
Recitavano litanie in una lingua incomprensibile e un odore pungente d'incenso le faceva bruciare le narici.
I piedi cominciarono a farle molto male, le pene inflitte da sassi e spine lungo il sentiero divennero insostenibili.
Fu allora, quando i sensi stavano per cedere, che qualcosa d'inspiegabile iniziò a massaggiarle la pianta dei piedi ogni volta che essi toccavano il terreno. Lentamente si riappropriò della sensibilità persa.
Un piccolo vortice d'aria le si attorcigliò alle caviglie.
"Laila resisti! Sono Sylphie e sono qui con te. Le fate della terra si stanno prendendo cura dei tuoi piedi, non riusciranno a farti perdere i sensi!".
Ad ogni passo si sentiva più forte fisicamente ma ancora troppo debole nello spirito per affrontare l'imminente situazione.
Sylphie con tutta la dolcezza possibile della sua voce flautata si rivolse al suo orecchio:
"Siamo quasi sulla cima della montagna maledetta. Ascoltami, è molto importante. Dal momento esatto in cui ti leveranno il cappuccio, qualsiasi cosa succeda, tu devi rimanere perfettamente concentrata pensando solo e unicamente al sole... anche se non lo ricordi.
È un grosso sforzo ma anche la tua unica possibilità di salvezza. Hai il potere della luce in te, so che ce la farai!".
Laila s'impossessò di una nuova consapevolezza, determinata e sicura di poter sconfiggere i non-morti.
Le fate erano dalla sua parte, la luce avrebbe dominato restituendole la libertà necessaria per poter partire alla ricerca di Oliver.
La marcia verso la cima della montagna s'interruppe.
Con un gesto brusco una mano le sfilò il cappuccio nero dalla testa.