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La donna del Nord

"Treviso, stazione di Trevisooo"...
Scende senza pensare. Occhio perso in abito elegante, capelli raccolti, viso bello e austero che ha perso da poco la luce d'un tempo.
Scende dalla corriera con una borsa. Con quel tailleur da elegante donna del Nord. Con quell'incedere incerto, un tempo sicuro scattante. Come "quel" giorno. Ma non le era bastato per evitare l'auto impazzita. Non le aveva fatto spostare la carrozzina. Era volata via, insieme alla sua vita... Sulle strisce di una grigia giornata tedesca.
In quale delle sette lingue che conosceva avrà pregato da quel giorno. In quale avrà maledetto. Sé e gli altri.
"La cittadina è piccola", pensa ora. Ma dal momento in cui scende da quella corriera il baratro diventa sempre più grande.
La crocchia ben raccolta si disfa. Il tailleur si logora, si bagna di incontinenze, diventa uno straccio. E le sue gambe si gonfiano, livide per le notti insonni all'aperto, a scappare da compagni di strada non scelti...
Gli occhi sempre alti di un tempo si abbassano. Guardano sempre dalla vita in giù. Ora. I capelli, lunghi, sciolti, intrigati e pazzi volano pesanti al vento freddo.
Avvolta in una coperta, sulla panchina davanti alla stazione, non può mai alzare lo sguardo.
Troppo grande il rischio di vedere passare una mamma con una carrozzina.

 

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4 commenti:

  • mariateresa morry il 15/12/2011 12:11
    Io da Venezia, saluto questa scrittrice, di origini sicuramente venete, visto il cognome. Molto ben scritto, notevole padronanza linguistica, per altro è un flash pieno di ingredienti da sviluppare in un racconto dipiù ampio respiro
  • Sergio Fravolini il 19/09/2010 15:40
    Racconto molto suggestivo.

    Sergio
  • Andrea Tessadri il 06/01/2010 18:21
    Non me lo aspettavo, davvero. La caduta e il dramma personale sono resi bene seppur esposti in una manciata di righe.
  • rainalda torresini il 06/01/2010 18:19
    bel racconto, molto suggestivo. parla di una realtà di cui non ci accorgiamo noi... io di treviso.

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