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Necrophylia
Mia nonna ama sorseggiare il the delle cinque mentre legge i necrologi. Mi manda ogni mattina a prenderle il giornale. Non è una vecchietta interessata ai cali e rialzi della borsa. Non ha la più pallida idea di cosa sia la questione medio-orientale. A lei non interessano le nuove scoperte sulle cellule staminali. Per di più non prende spunto dalle ricette nella pagina di culinaria. Si mette al tavolo della cucina e sfoglia il giornale frettolosamente, fino ad arrivare alla pagina dove foto di persone che non ci sono più sorridono dalla carta bianca.
Ora è lì, in cucina, e beve il suo bel the non troppo caldo non troppo freddo. Ha già trovato la pagina interessata.
-Fa caldo, oggi-, mi fa senza alzare gli occhi dal giornale.
-Fa sempre caldo-, le dico. Sto trafficando alle sue spalle, dietro ai fornelli, cercando di avvitare la macchinetta del caffè.
-Ti dico che oggi fa più caldo del solito-, mi dice.
-Sarà!-
Sul paginone che questo giornale provinciale, l'unico che la mia nonnina compri, dedica ai "nuovi morti", ci sono una ventina di facce sorridenti. Per lo più sono vecchietti simpatici. Alcuni solo sono più giovani.
"Non si può mai sapere chi muore... fai caso che muore qualcuno che conosco!", mi dice sempre mia nonna.
"Infatti", le dico sempre, "non si può mai sapere chi muore".
La sento biascicare le parole.
-Alfredo Buonadonna... questo doveva essere un bel tipo... guarda con che razza di cravatte aveva il coraggio di andare in giro!-
Mi affaccio sul giornale e Alfredo è un signore di mezza età con i capelli brizzolati e due stupendi occhi azzurri. Indossa una cravatta nera molto sobria. Semplice.
-Cos'ha che non va la sua cravatta, nonna?-, le chiedo.
Nonna Ester alza per un attimo lo sguardo dal giornale e mi guarda come se le avessi appena chiesto come devo sedermi sul cesso per cagare. Si rituffa poi sul quotidiano.
-Come "cos'ha che non va la sua cravatta?" Se tu facessi una foto per il tuo necrologio non indosseresti una cravatta più colorata? Qualcosa che salti subito all'occhio? Qualcosa per cui la gente si ricordi di te poi?-
Penso che mia nonna ha sempre ragione alla fine.
-Guarda un po' questa ragazza com'era giovane... morire a quest'età poi!-
"Isabella Gelata", leggo sulla didascalia ai piedi della foto che mia nonna indica. Pensare che con questa ci ho scopato. La foto non le fa giustizia. Quasi non la riconosco. Non sembra la bellissima ragazza dai polmoni pieni d'acqua con la quale scopavo qualche sera fa.
Metto il caffè sul fuoco e mi appoggio con le mani allo schienale della sedia sulla quale mia nonna sta leggendo. Dò una sbirciatina anch'io.
-Questo the è troppo caldo... mi brucia la lingua!-, si lamenta mia nonna.
-Non capisco perché ti ostini a bere the caldo anche con quaranta gradi che ci sono fuori!-
-Bere cose calde non fa sudare-, e, di fronte all'evidenza, non puoi che ammirare la saggezza della canuta nonna.
"È mancato all'affetto dei cari...". "Ne danno il triste annuncio con immutato affetto...". "Ti saremo sempre vicini...". Voglio proprio conoscere il tipo che scrive stà roba. Me lo immagino già. Un cinese con gli occhiali dalla montatura rotta chino sulla sua macchina da scrivere con gli occhi rossi di sonno. I giorni dispari scrive le frasi dei biscotti della fortuna cinesi. Quelli pari necrologi per quotidiani cittadini.
Mia nonna scorre con lo sguardo tutti i volti.
-Michele Impepato... non era mica il figlio del lattaio? Quello che veniva sempre a chiedermi i soldini per le giostre giù al mare d'estate?-
-No nonna, Michelino è morto l'inverno scorso con un cancro ai polmoni-
-Ah sì, è vero... ah e guarda qui questo signore coi baffi... non ti ricorda quel camionista con cui tuo padre giocava a carte?-
-No nonna, quello era Alfredo ed è morto due anni fa d'infarto...-
-Ah sì, è vero... non muore più nessuno oggigiorno-
-Eh sì...-
-E questa, questa non è la figlia della dirimpettaia della casa dove abitava tua mamma?... ah no quella è morta di aids...-
Nella pagina dei necrologi ci sono persone di tutti i tipi. Professori. Avvocati. Spazzini. Orologiai. Muratori. Politici.
Mia nonna è troppo vecchia e troppo sola per conoscerne qualcuno.
Non esce di casa da sei anni. Non esce di casa a parte per i suoi funerali.
Li vedi questi signori in queste foto di scarsa qualità? Beh tra un paio di giorni qualcuno di loro diventerà per qualche ora un lontano zio di mia nonna. Il suo primo marito. Il soldato al quale suo fratello ha affidato, in trincea, l'ultima lettera per la sua cara famiglia appena prima di spirare.
Lei ne sceglie uno. Non ha criteri precisi. Ne sceglie uno ed il giorno dopo diventa una sua sorella da parte di padre venuta dalla lontana Svizzera. Si presenta con un accento francese da telefilm alla moglie del defunto e le dice che sì, lei è la sorella del morto, non lo vedeva da anni ma per lei è stato, in ogni caso, un colpo terribile venire a conoscenza dell'infausta notizia. Si butta tra le braccia della vedova e comincia a piangere. Piange sul serio, posso giurarlo!
-Questo doveva essere un riccone da strapazzo: guarda un po' che orologio porta!-
L'uomo indossa uno swatch per bambini con dei pesciolini blu e rossi disegnati sopra.
Nonna continua a leggere assorta il giornale.
-Questo ha degli occhi troppo arroganti... doveva essere un commerciante o roba del genere se aveva il coraggio di andarsene in giro con espressioni simili... o che so io, un commercialista!-
Mi verso il caffè e mi siedo di fronte a lei.
Non ha veri e propri criteri per la scelta del funerale al quale versare copiose lacrime il giorno dopo. Ma in ogni caso fa una disamina attenta di tutti i defunti cercando di capire tutta la loro vita dalla loro foto.
-Questo doveva essere un tirchio schifoso: guarda come tiene la mano sul taschino della camicia per paura che qualcuno gli rubi il portafogli-
Mia nonna non ha più nessuno da piangere e se proprio deve piangere qualcuno vuole che quel qualcuno sia stata, perlomeno, una brava persona.
-E vedi un po' questa! Con una scollatura del genere non penso l'abbiano presa a lavorare in chiesa!-
Nonna Ester è vecchia, a parte me non ha più nessuno. Ma decine di vedove e orfani tengono una sua foto del giorno del funerale del proprio marito o padre nell'album di famiglia.
Una volta l'ho accompagnata. Ad uno dei suoi funerali. Le era morto il più caro amico del fratello emigrante che da piccolo passava giornate intere a casa sua. Luigi Vitiello andava tutti i pomeriggi a casa loro a vedere alla tv i programmi per ragazzi visto che loro erano gli unici che, nel quartiere, avevano la tv. Passava intere serate nella veranda fuori casa loro a sorseggiare limonata e a gustarsi il fresco dell'aria di campagna. Arrossisce dicendolo, ma Luigi le faceva la corte ed una sera le suonò "Only you" con la chitarra giù al balcone della sua stanza.
Luigi non aveva mai vissuto in campagna. Era allergico ai limoni. Non aveva la più pallida idea di come si suonasse una chitarra. La moglie tutto questo lo sapeva. Ma quella donna, l'amica d'infanzia di Luigi, piangeva disperata. La vedova abbraccia mia nonna calorosamente. A tratti sembra addirittura consolarla. Si asciugano le lacrime a vicenda. Sono sporche l'una del trucco dell'altra.
Non importa se la vedova sa perfettamente che il marito aveva vissuto da sempre in città. Se non sapeva nemmeno lontanamente come si mungesse una mucca. Se non si era mai svegliato alle cinque del mattino maledicendo il gallo. La vedova qui, ora, vede solo una donna che piange come lei, come lei soffre e non importa se sia stata la migliore amica d'infanzia del marito. La sua prima moglie. L'amante con la quale la tradiva da anni. Ora vede solo una donna che condivide con lei il suo dolore.
Io guardo tutto questo in disparte. Mi nascondo dietro un albero fingendo di aver trovato il senso della vita nel volo di un gabbiano. Evado le occhiatacce degli uomini e delle donne vestite in nero. Io indosso un pantalone giallo con camicetta hawaiana. Sono un intruso per loro. Non condivido il loro dolore. La somma di dolore da pagare per questo nuovo morto non trova in me un dividendo adeguato. Non sconto la mia parte come tutte queste persone a tinta unica fanno.
Mia nonna nel frattempo sta consolando la figlia del morto. Le dice che assomiglia un casino a suo padre. E che, ci giurerebbe, ha il suo stesso carattere accomodante.
Mia nonna sa, per esperienza dopo tutti questi funerali, che tutti i morti sono brave persone, ottimi mariti, padri esemplari. Non importa cosa siano stati in vita. Non importa se la moglie porta ancora in viso un livido di un cazzotto del marito defunto. Ai morti niente può essere rimproverato. Tutti sono stati buoni, belli, gentili, educati, premurosi. E tutti ci credono. Persino la moglie che si passa ancora del ghiaccio sotto la palpebra.
Mia nonna dispensa abbracci e buone parole a tutti. Piange fra le braccia di chiunque le vada incontro. Alla fine, sì, tutti sono d'accordo sul fatto che il defunto qualche volta aveva parlato di lei. Alcuni sono pronti a giurare che il giorno del matrimonio si rammaricò molto per l'assenza dell'amata amica. Altri la riconoscono nelle foto di famiglia.
Mi alzo dal tavolo e dico a nonna Ester che vado a schiacciare un pisolino di là.
Lei non mi ascolta. Punta il dito sulla foto di un vecchietto dalla pelle butterata e gli occhi pieni di cataratta e sorride.
Ha uno strano modo, mia nonna, di far parte della vita. Un po' come me, d'altronde.
Quando sale in macchina dopo il funerale di Luigi tiene lo sguardo basso. Non parliamo ma nello specchietto osservo, cheti, i suoi occhi tristi. Non piange più ma ha ancora l'iride arrossato. Se ne sta rannicchiata sul sedile cercando di occupare il minor spazio possibile. Col suo cappellino nero inghirlandato e il tailler dello stesso colore che le scende fin giù le caviglie. Si asciuga gli occhi col fazzoletto di seta che la vedova le ha regalato. "Luigi ci teneva molto a questo... è l'unico ricordo che aveva di suo padre", le dice la vedova consegnandole la preziosa reliquia, "Luigi sarebbe felice sapendolo nelle sue mani".
Col prezioso fazzoletto, tra mascara sciolto e lacrime asciugate, mia nonna si pulisce il naso. Nonna Ester guarda il contenuto delle sue narici e sembra di nuovo che stia per scoppiare a piangere.
-Nonna-, le dico,-cos' hai? Tutto bene?-
-No, niente-, mi fa lei tirando su col naso,-mi dispiace troppo... era proprio una brava persona, sai... Luigi-
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