Ci siamo conosciuti in seconda di copertina del volume sesto e ci siamo subito piaciuti... lui mi ha invitato a salire a pagina 39 e così è cominciata... appena mi ha sfiorata ho lanciato un accento acuto (cioè nulla di grave)... seguito dall'esclamazione delle vocali mentre lui mi sfogliava le consonanti mobili.
Imparammo subito con godimento la rispettiva morfologia, dai preliminari ai casi particolari della nostra amata lingua... passandogli la mano sull'articolo singolare maschile lui assunse subito un'espressione paradigmatica, aggettivandomi con sostantivi forbiti ma irripetibili... in un attimo, più deciso di un imperativo le sue mani, prima singolari poi plurali, declinarono su di me con gemiti in nominativo, dativo e vocativo (soprattutto quest'ultimo)... io rispondevo con vocali aperte ed aggettivi imparisillabi contratti. Quindi da una posizione lineare A passammo ad una lineare B : io mi dedicavo, nel solco della tradizione orale, alle aspirate e alle tronche, lui rispondeva con sibilanti e gutturali... naturalmente intervallate da prolungati dittonghi... ormai sapevo che da una posizione regolare attiva saremmo finiti presto anche nel turbine di posizioni irregolari passive (chissà se con o senza la valigetta degli ausiliari...) per gradi di comparazione, intanto ragionavo tra me e me sul rischio di non aver fatto bene l'analisi del periodo... ma che importava ora che lo stavamo facendo in tutti i generi, numeri, persone, tempi e modi?
Nel frattempo le mie proposizioni concessive avevano fatto strada alla reciproca coniugazione, e per un pò, lui principale ed io subordinata, con un'ottima coordinazione andammo alternando imperfetto e perfetto, attivo e passivo, singolare e plurale, regolare e irregolare... stato in luogo, moto da luogo, moto a luogo... ad un certo punto della copula lui uscì dal predicato (verbale? nominale? forse tutti e due!) e fu quello il momento in cui mi sentii sola, complemento oggetto di un... ma ecco che di nuovo il soggetto, allungando di nuovo la sua forma verbale, tornò alla carica: urlando quanti più pronomi personali possibile ricominciammo a farlo di, a, da, in, con, per, su, tra, fra... i suoi attributi e la sua forma verbale non sembravano avere crasi, elisioni o sincopi... io cercando di arrivare al complemento di termine in forma volitiva lo costrinsi a liberarsi, da reggente, in uno iato accompagnato da tante consecutive... rimanemmo un tempo indeterminato a fissarci, quasi a studiarci nella più piccola particella pronominale... Ah! Dimenticavo di dirvi che per fortuna non ho sbagliato l'analisi del periodo...