racconti » Racconti brevi » Venus City
Venus City
Nella città di Venere le campane della chiesa non chiamano più i fedeli all'ora della Santa messa.
No. Risuonano nell'aria solamente per avvertire che il pranzo o la cena sono pronti.
Infatti in questa città sono andati via tutti gli abitanti nel '29, presi in giro da un anziano italo-americano che li convinse ad andarsene a Boston per comprare le azioni di una grande impresa ormai in deficit.
C'erano palazzi signorili, chiese erette in epoca moderna, ponti che si inumidivano il culo da più di 400 anni.
Tutto rimase nascosto e disabitato per più di 40 anni, quando una coppietta arrivò lì per caso e subito si rese conto del gran potenziale di quel posto.
Si insediarono e chiamarono a poco a poco gli amici che accorsero con gli strumenti adatti a ristrutturare il paese.
Ognuno svolgeva il suo lavoro per la comunità, come i puffi, ma al contrario.
Infatti i nuovi abitanti erano tutte donne e un solo uomo che però viveva con loro 25 giorni su 30.
In quei 5 giorni andava in un rifugio per ricaricarsi, rimanendo da solo con la natura, ma in verità fuggiva dall'ondata di malumore dovuta a quella maledetta mestruazione collettiva che impregnava e rendeva invivibile quella cittadina per quasi una settimana.
Così Gerardo mollava tutto quello che aveva cominciato per andarsi a ritirare nella quiete della solitudine. Comunque era felice perché erano più i pro che i contro in quella situazione surrealista.
Era l'unico uomo della comunità!
Era stato accettato, in deroga alla regola numero 1, perché l'estate precedente aveva salvato, rischiando la propria, la vita di Antoniette, l'addetta alla raccolta della legna e allo smaltimento dei rifiuti, minacciata da un orso morso dalle api a cui aveva sottratto il miele.
Gli vennero curate le ferite riportate in combattimento nel mulino (ancora sfitto) accanto al cimitero. E così ebbe il tempo di conquistarsi la fiducia della maggioranza dell'assemblea; il mulino accanto al cimitero divenne casa sua e lui il mugnaio.
Venne istruito da Mariella, la maestra esperta in giustizia, e imparò le 8 regole del "Viver sana": una sorta di comandamenti che "disciplinavano" i comportamenti degli abitanti.
La seconda di queste regole vietava la procreazione nella città.
Per ottenere la cittadinanza bisognava aver compiuto 18 anni, esser di sesso femminile e promettere di non rimanere incinte, cosa che avrebbe comportato l'espulsione diretta da Venere.
Il che non significava che tutte non potevano avere relazioni sessuali, ma solo che dovevano essere attente e consapevoli delle conseguenze.
Così Gerardo riceveva molte visite, a qualsiasi ora del giorno e della notte, nel mulino accanto al cimitero. E di conseguenza non riusciva a lavorare a sufficienza e a produrre abbastanza farina per la comunità, che si accontentava di mangiar riso quattro volte la settimana pur di mantenere il mugnaio "disponibile".
La terza regola riguardava appunto i lavori: ognuna doveva essere produttiva a modo suo, imparare o inventarsi un mestiere che fosse di utilità per la collettività e (quarta regola) distribuire in parti uguali fra tutte quanto prodotto. Questo valeva anche per Gerardo che ogni mercoledì arrivava al consueto mercato in piazza con due sacchi di farina per 42 persone, ma sempre sorridente e affettuoso e riconoscente.
Alla fine loro lo avevano "adottato"!
La quinta regola aboliva il denaro: tutte dovevano prendersi cura della compagna che per malattia o altra forza maggiore non aveva potuto produrre in quel periodo e quindi scambiare i beni in base al proprio fabbisogno.
Beh, Gerardo invece riusciva a procurarsi quello di cui aveva bisogno tramite i regali che le altre gli facevano ogni volta che lo andavano a trovare nel mulino accanto al cimitero.
Non gli mancava mai niente! Il mulino ridondava dei beni più diversi.
La regola più pazza secondo Gerardo era la sesta. Rideva sempre ogni qualvolta che qualcuna glielo ricordava: la comunità vietava l'uso di indumenti di color nero!!
La spiegazione aveva un suo perché, anche se non convinceva del tutto il mugnaio: dato che il nero snellisce, abolendolo, nessuna avrebbe potuto nascondere una eventuale gravidanza! Quindi per le stradine del paese i più strani e variegati colori si intrecciavano tra di loro formando allegre composizioni!
Gerardo non riteneva giusta la sesta regola, ma l'accettò comunque e per polemica decise di vestirsi sempre e solo di verde!
Non si potevano avere animali da compagnia "inutili"; ovvero si dovevano (se si volevano) scegliere degli animali da compagnia utili anch'essi per la collettività, per esempio: mucche, galline, pecore, ecc.; questo implicava No gatti; No uccelli; No criceti!
Gerardo da pochi mesi aveva con sé una scimmietta che lo aiutava nel mulino.
Era la sua migliore amica. Non lo contraddiceva mai e mai parlava a sproposito.
L'ottava e ultima regola era la più solidale di tutte: ogni gruppo di sei persone doveva scegliersi un'ora solare in cui avrebbero dovuto rispettare assoluto silenzio, in modo da permettere alla altre di essere ascoltate; cosa che rende felice e serena qualunque donna.
Questa era la norma che più volte infrangeva Gerardo, essendo troppo istintivo non resisteva e rispondeva alle provocazioni delle "colleghe", che si divertivano a vederlo scontare la pena: avrebbe dovuto offrire la cena alla persona che non aveva ascoltato!
Più o meno un giorno si e l'altro pure era a cena con una compagna diversa!! Questo comportava che molto spesso in queste cene si creava una certa intimità e Gerardo finiva quasi sempre le sue "penitenze" in camera da letto.
Finché un giovedì di Marzo, con la primavera ormai esplosa, di Gerardo non si seppe più nulla. Sparì dal paesino per non farvi mai più ritorno.
Si seppe solamente che la comunità, destinata a sopravvivere millenni grazie alle regole del "Viver sana", si smantellò due mesi dopo a causa dell'espulsione obbligata di 18 dei suoi componenti.
Questa storia la conobbi in India da uno sciamano, incontrato a Goa, che si faceva chiamare "il ghepardo"; ed è la piccola storia della città delle venusiane!
123
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0