Dop'aver atterrato Beatrice, la donna della vita mia, m'accorsi con gran dispiacere ch'ella a rialzarsi più non riusciva. "Beatrice, donamela! Donamela!" le gridai, ma ella in terra rimase, senza muovere un sol muscolo.
In quel triste momento, un ricordo attraversò la mia mente: mi ricordai d'avere da qualche parte, un biglietto omaggio "Alitalia" per una vacanza gratis di tre settimane, nelle mete c'ogni uomo sogna di visitare: inferno, purgatorio e paradiso.
Pensai che in quei luoghi arcani, avrei potuto trovar una cura per la mia amata, c'al momento era distesa in terra.
Mi recai in fretta e furia a Malpensa, ove un grosso aereo mi aspettava. Presi posto, e notai con piacere che seduto accanto a me, v'era... Virgilio! Il sommo poeta. Un uomo dotato di raffinata cultura, che mi disse, con fare indifferente: "Aò, ma n'do vai?"
Seppur intimorito da tal presenza, io gli risposi: "Oh, sommo poeta. Sono in cerca d'una cura per Beatrice, la donna mia amata, ch'ora per mea culpa in terra è distesa sicchè ora spero che qualcuno nell'oltretomba, abbia una cura."
Il saggio e sommo poeta, allora mi disse: "Ma nun le potevi da n'aspirina? Comunque se voi vengo co te". Io decisi, da un punto di vista, fui anche costretto, di accettare la richiesta del sommo, che sarebbe sicuramente stato un prezioso alleato. Il tempo trascorreva, fin quando... l'atteso annuncio fece la sua comparsa: "Si avvisano i gentili gentiluomini e le gentili gentildonne, che stiamo per effettuare l'atterraggio".
Scendemmo dell'aereoplano, e, tra i fuochi e le fiamme dell'inferno, trovammo un carrxi ad attenderci, per permetterci d'arrivare sani e salvi, dall'altra parte della strada, che divideva l'aeroporto, ove ci trovavamo al momento, dal resto della storia ch'io vi sto narrando...