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Una storia vera
Elena era una bella ragazza, di circa trentanni non appariscente, ma elegante nei modi di fare nel porsi agli altri, ricordava molto l'attrice che interpretava "Colazione da Tiffany", Audrey Hepburn. Alta, snella, portava sempre i capelli a caschetto con la frangia, sempre gentile quando la incontravi.
Lavorava come avvocato per una grande ditta di abbigliamento che esportava in tutto il mondo. Nei grande corridoio dove era situato il suo ufficio conobbe Fabio, un uomo sui quaranta, anche lui alto, magro, capelli neri incipienti la calvizie, un volto piacevole. Fabio le faceva una corte spietata e lei, anche se lusingata, manteneva le distanze perché lo sapeva sposato.
Elena aveva avuto poche storie importanti, aspettava l'amore per la vita, ora che si era sistemata nel lavoro, cercava una famiglia, una stabilità emotiva.
Durante una cena di lavoro, una decina di persone in tutto, conobbe più approfonditamente Fabio e in lei scattò un interesse. Cominciarono a telefonarsi, lui più che lei, le raccontava che il rapporto con la sua convivente non era vero, sincero; lui l'avrebbe lasciata, lei si sentiva in colpa ma il fatto che non fosse sposato la faceva sentire più leggera. Un giorno andò a trovarla in ufficio, lei molto seria nel suo lavoro tentò di farlo uscire ma lui, prese l'occasione e la baciò a sorpresa. In quel momento Elena capì che era innamorata di lui, non c'era solo un'affinità ma qualcosa di molto più coinvolgente, che la prendeva trascinandola lontano e dimenticando tutto: lavoro, serietà, la sua compagna.
Cominciarono ad uscire insieme, trascorrevano bellissimi e romantici momenti; era felice. Tutto andava per il meglio, ora avrebbe lasciato la convivente perché voleva sposarla, era più che felice.
Quella mattina Elena, in ufficio, non trovava una pratica importante, senza quella non ci sarebbe stato un accordo con una ditta minore e doveva farla mandare via fax il prima possibile. Dove l'aveva messa? La sua segretaria insisteva nel dire che ce l'aveva lei, Elena era sicura di non averla ricevuta... entrò Fabio con un volto bianchissimo. Elena lo guardò, aveva un brutto presentimento, Fabio non parlava. Voleva urlargli: "Dimmi", ma sapeva che qualunque cosa fosse forse, sarebbe stato meglio non sentirla. Fabio si avvicinò, le prese le mani, la guardò negli occhi e poi allontanò lo sguardo. "... Vedi, Silvia, ieri mi ha detto... che..." le lanciò uno sguardo, lei ricambiò e aspettò. "... È incinta". Le orecchie le si chiusero, una voragine si aprì dentro di lei. Non ci credeva.
"Mi avevi detto... mi avevi detto... che non c'era più niente... finito... tutto finito".
"Lei lo sa di noi, voleva un bambino e poi mi avrebbe lasciato..."
"Cosa, cosa dici?" Lo guardò incredula "Dovevi dirmelo... un bambino e poi lasciato... e tu ci credi?" La guardò e lì capì di essere stato debole.
"Tu avrai un figlio, da lei" si mise a piangere, Fabio si avvicinò voleva abbracciarla ma lei lo allontanò. "È finita! Vattene! Vai via" e lo cacciò fuori dall'ufficio.
Passò qualche mese, Fabio tentò di avvicinarsi, di chiamarla ma Elena si era messa da parte; adesso non c'era una sola persona, adesso c'era anche un bambino nel mezzo e poi, non era stato un caso, lui ci stava, andava sia con lei che con l'altra. Tante bugie, tante falsità. Basta, l'avrebbe dimenticato, avrebbe trovato un altro: serio, che amava solo lei, che voleva solo lei!
Nacque Sara, una bella bambina. Tutti alla ditta fecero un regalo a Sara e anche Elena partecipò. Solo un'amica di Elena sapeva cosa c'era stato fra lei e Fabio, c'era stato qualche sospetto ma subito taciuto dall'arrivo di Sara. Intanto Fabio aveva continuato a vivere con Silvia. Elena si era tenuta alla larga da lui e Fabio aveva smesso di cercarla.
Un anno dopo Elena venne mandata a Roma a concludere un contratto di lavoro. Durante l'incontro fra i manager che dovevano partecipare c'era anche Fabio, i due non si guardarono, fecero gli indifferenti e definirono il contratto. All'uscita, però, Fabio invitò tutti a cena fuori, Elena non accettò ma tutti i presenti insistettero e lei fu costretta. La cena si svolse in modo piacevole, Fabio fu affabile, le si mise accanto. Dopo cena volle a tutti i costi riaccompagnarla all'hotel, fecero una lunga passeggiata lui le parlò della bambina a cui era molto legato e della madre. In lei si riaprono vecchie ferite mai del tutto guarite. La notte era magica, Elena aveva un po' bevuto, le piaceva la sua vicinanza, la scintilla si riaccese e passarono una travolgente notte insieme.
Passano i giorni, da quella notte a Roma non si erano più risentiti. Fabio capì che era Elena quella che voleva. Adesso era pronto, voleva lottare per lei ma lei lo rifiutava. Non lo voleva più, non si fidava, non voleva far soffrire la bimba. Fabio fu caparbio, questa volta informò la compagna, la lasciò e tornò a vivere da sua madre. Elena vide i cambiamenti in lui, questa volta era sincero aveva lottato veramente. Tornarono insieme più felici che mai. Elena conobbe la piccola Sara, s'innamorò di lei era un bellissimo momento e Fabio le chiese di sposarlo. Non restava altro che far conoscere Fabio ai suoi genitori... il padre di Elena, una persona troppo seria, impostata, non accettò Fabio e il suo passato, le disse che era una rovina famiglie che era colpa sua se lui aveva lasciato la mamma di sua figlia. La madre era più dolce, conosceva tutta la storia travagliata; spesso era lei a dirle di lasciarlo andare ma, capì il cambiamento di Fabio, il suo interesse sincero verso Elena.
Anche con la disapprovazione del padre, fissarono le nozze per settembre. Prepararono la loro futura casa e tutto il necessario per il matrimonio; decisero anche il viaggio di nozze in Venezuela in un villaggio dell'isola di Ros Roques nei Caraibi.
Finalmente arrivò settembre, fecero uno splendido matrimonio, lei era bellissima e radiosa ancora non lo sapeva ma dentro di lei si stava formando una nuova vita. Partirono per il viaggio di nozze, l'addetto alla reception gli disse che erano fortunati; avrebbero alloggiato nella capanna più bella quella del proprietario, un italiano che, anche contro la mafia del luogo era riuscito a far fortuna costruendo quel villaggio. Adesso non c'era, era in Italia e quando mancava affittavano la capanna alle coppie in viaggio di nozze; era distante dalle altre, più grande e con maggiori confort.
Che gioia, tutto si avverava, i momenti brutti erano passati perfino il padre di Elena sembrava avesse accolto volentieri il genero. Cosa volevano di più?
Quella notte aspettarono prima di andare a letto, passeggiarono sulla spiaggia sotto la luna, volevano assaporare ogni momento.
Fabio si svegliò. Faceva fatica ad aprire gli occhi. Aveva dolore in tutto il corpo. Le sue mani erano legate. Il suo primo pensiero era per lei "Elena". La bocca era impastata, gli usciva del sangue."Elena". Riuscì a liberare le mani, dov'era Elena? La stanza era tutta in disordine, il letto rovesciato, in fondo vicino alla parete sdraiata la vede; si avvicina traballante, la chiama, la prende, la scuote. Lei dorme, sembra che dorma, sprofondata in un sonno che nessuno potrà più disturbare.
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