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La visita

Giovanni stava per chiudere la valigia sebbene mancavano ancora due giorni alla partenza.

Immerso nei suoi pensieri, la stanza quasi scomparve intorno a sé. I ricordi della sua infanzia affiorarono negli occhi della mente... il paese di pescatori sulla parte alta del promontorio, i nonni che lo avevano ospitato dopo la morte di sua madre, le corse per le strette stradine tra le case di calce bianca, suo padre che era emigrato in America del Sud cercando fortuna.

Appena diplomato si era trasferito in città, un buon impiego e una vita gratificante, ma nel suo cuore covava il turbinio della malinconia. In città aveva conosciuto Carlotta e dopo due anni di fidanzamento si erano lasciati per futili motivi e incomprensioni.

Giovanni aveva deciso di attraversare l'Atlantico per recarsi a Buenos Aires dove suo padre abitava con la seconda moglie. Voleva trascorrere un po' di tempo con loro.

Il rumore sordo e insistente del campanello lo catapultò nel mondo reale, mise da una parte la valigia semiaperta y andò alla porta. Era quasi mezzanotte. Affrettò i suoi passi affinché il visitatore non svegliasse i suoi vicini. La sua andatura non era molto agile per via dell'incidente che lo aveva costretto a letto per tre mesi e quando arrivò alla porta non trovò nessuno.

L'inatteso silenzio nel corridoio fu interrotto dal secco rumore del portone che si chiudeva. Tornò nella sua stanza e si affacciò alla finestra sulla strada, vide una figura di donna che si allontanava lentamente verso il porto.

Dopo pochi minuti uscì di casa per raggiungere colei che si era allontanata in silenzio. Una volta in strada, si avviò verso il porto, nella stessa direzione della sua misteriosa visitatrice.

Arrivò al porto, si guardò intorno e non vide nessuno. L'illuminazione era buona e la luna, ottima compagna per i cuori solitari che vagano nell'oscurità della notte, pareva sorriderle.

Giovanni decise di tornare a casa, non voleva rimanere nel porto cercando una persona che forse non era neanche nei paraggi. All'improvviso udì dei passi che si avvicinavano alle sue spalle, la paura si impadronì di lui e non ebbe il coraggio di voltarsi per vedere chi fosse. I suoi piedi restarono immobili, le ginocchia tremavano e un pensiero fugace balenò nella sua mente, non avrebbe dovuto arrischiarsi in una zona così pericolosa in piena notte.
Attimi dopo, una mano si posò sulla sua spalla e una voce tremante gli sfiorò l'anima. Era Carlotta, di ritorno da Madrid, aveva bisogno di parlargli.

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3 commenti:

  • Giacomo Scimonelli il 12/11/2010 17:26
  • Anonimo il 30/05/2010 11:59
    In poche parole mi hai fatto immaginare il contesto e hai detto tutto. Questo si chiama talento, scorevolissimo e con un ottim punteggiatura.
  • Fuvell Altego il 12/04/2010 22:56
    Bel racconto, ben scritto, che lascia al lettore ampio margine di prefigurare con la mente cio che si descrive.

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