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Doppia personalità

Doppia personalità

All’occhio del viaggiatore in osservazione affettuosa, le molli pareti e i versanti non troppo erti degli Iblei raccontavano, con orgoglio e con rispetto, qualcosa dei tempi di cui son figli e di cui portano il ricordo, affidando a una tenue brezza il bisbiglio che impercettibile narra di quando la terra si torse e si crepò, e dal suo straziato corpo, tra i lamenti e i rammarichi del parto, le cime e i crinali destinò fuori.
Magari Patonsio, su tali belle quaternarie storie, non rifletteva acutamente e troppo, ma oltre il parabrezza della lapa poteva, a suo bell’agio, ?" volendo prescindere dall’insignificante ostacolo delle pillacchere dei moschini a migliaia suicidatisi negli anni ruggenti del trabiccolo audace?" lanciare come un beffardo grido di sfida alle vanitose alture che osservava disegnate sull’orizzonte dello sterrato ch’egli percorreva, concedendosi, tra una curva e l’altra?" disordinata felicità! ?" la fregola della derapata nel tripudio del polverone lungo tratturi aspri, dove le peste di capre avevano arabescato il suolo di screzi, e il brivido asprigno della marcia gloriosa su due ruote, per metri pochi, ?" (vero è…) ?" ma esaltanti.
Ed era il grido d’orgoglio che Davide lanciò a Golia, l’urlo d’intrepidezza ch’Ettorre oppose al figlio borioso di Peleo, il bercio d’impudenza che la volpe sostenne appetto all’uva succosa e inaccessibile?" (del resto, un che di favolistico e leggendario conteneva la carcame dell’eroe nostro…).
Correva, Patò il briccone, col grintoso catorcio rombando, l’isterilita e riarsa contrada?" caduta in dimenticanza nella mente di Dio quando mise mano alle terre doviziose?" in un luminoso meriggio di giugno?" stravagante mese portator di misteriose preveggenze e malefici sensi, in cui s’aveva l’impressione che le stagioni con i loro torpori e le loro concitazioni vogliano scapricciarsi di correre in senso inverso a quelle degli uomini contrariandoli nei sentimenti?" : aveva a far ordinativi di sementi, e bene misurati pure, a meno di non incorrere nelle ire dello zio, crudo e selvatico un’anticchia.
***
Solo una volta infatti, ?" ma bastò… ?" Patonsio aveva preso, per sventatezza, lucciole per lanterne?" o per esser più precisi, miglio al posto di avena?" e la ricompensa che n’ebbe da parte dello zio Santo?" di nome, ma non di fatto?" fu:
?" O Patò, disonesto amaro, che è ’sta purcarìa?
?" E che è zio..? la robba che mi cercasti tu…
?" Ah sì? Vieni, al nipote di tuo zio… vieni qua, che ti dico un fatto…
Però non gli disse, il fatto, invece agguantò con la destra?" ch’era simile per grandezza a una pala di muratore?" il capoccione d’adolescente ancor tutto zazzeruto e lo ficcò con forza selvaggia nel gran sacco di becchime finché non ritenne che si fosse, finalmente, emendato della colpa dell’esistenza sua citrulla spandendo dagli orifizi maggiori l’ultimo sbuffo vitale.

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