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Una totale mancanza di empietà

La promessa stessa di amore eterno (un'eternità limitata: finché morte non separi) crea l'illusione dell'esistenza dell'amore e lì tutto sembra avvenire come se fosse proprio l'amore a provocare e guidare gli eventi.
L'assenza di dubbi diminuisce e rende accettabile la fatica di tenersi nel sonno. Un sonno in cui la coscienza aumenta, nel tempo, come il torpore, fino ad arrivare ad una quasi piena coscienza accompagnata da una quasi totale paralisi, nell'attimo del risveglio.
Nel sonno un personaggio passa con regolarità. È corpulento. Lui acquista oro vecchio (ma io non l'ho mai visto negoziare). Cammina in strada e scandisce ad alta voce: "Oro vecchio, vecchio!". Deve averne raccolto già molto, perché la borsa di cuoio sembra piena. La porta via.
Un altro personaggio si fa vedere, meno regolarmente, dove io lavoro. Mi sottopone dichiarazioni inutili, che potevano interessare anni fa, ora non più. Ogni volta va via soddisfatto perché io non ho firmato. Ha un motivo per ritornare, ogni volta uguale.

 

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11 commenti:

  • Nicola Saracino il 11/05/2010 11:11
    Non sono solito ringraziare per i commenti, ma stavolta farò un'eccezione. Giuseppe e Solo hanno riempito uno spazio che era rimasto a lungo vuoto, dopo una cinquantina di letture. Perplessità sullo scritto? Potrebbe essere espressa con un commento. Grazie a Giuseppe e Solo. N
  • Solo Commenti il 10/05/2010 18:54
    Se si vuole esprimere la confusione con un perfetto ragionamento, si deve stare nel campo della filosofia, mentre in poesia e nella poetica narrazione la forma si armonizza con il contenuto, l'autore si risveglia nel nido del suo scritto come un libero uccello. Non è il caso del ragionatore. Lui costruisce voliere per uccelli che devono occupare volumi ben definiti.
  • Giuseppe ABBAMONTE il 08/05/2010 16:52
    Per SC
    ho raccolto il tuo ultiimo commento "in diretta" e devo riconoscere che non avevo interpretato correttamente, o meglio, avevo trascurato la tua "chiusa".
    In questo caso mi correggo e chiudo questo, comunque piacevole, scambio di battute.
    A riileggerci
    GA
  • Solo Commenti il 08/05/2010 16:29
    Ho scritto anche, in conclusione, "sopravviverà al rifiuto". Non ho modo più forte per esprimere un giudizio positivo.
  • Giuseppe ABBAMONTE il 08/05/2010 08:13
    Pe SC
    non credo tu intendessi attaccare Nicola. Hai solo espresso un giudizio, assolutamente lecito, ma severo sulla composizione ( Racconto confuso come nel risveglio, illuso come nel sonno ). Non ho scritto che il tuo fose un giudizio illegitimo, ho solo constatato che il racconto è scritto nello stile di Nicola. Che può piacere o meno e che non appare sempre limpido e lineare, laddove viceversa la personalità dell'autore lo è.
    Insomma, non mi pare proprio di essere stato severo con Nicola.
    In altre parole, anche se mi piace e trovo interessante il modo in cui hai cercato di rivoltarmi contro il commento, onestamente stavolta non hai convinto. Come invece hai fatto in tante altre occasioni (leggo spessissimo i tuoi comenti e li trovo sempre piuttosto stimolanti).
    Grazie comunque dell'attenzione e a presto
    GA
  • Solo Commenti il 07/05/2010 17:03
    Non "segnalarle" ma "segnalare".
  • Solo Commenti il 07/05/2010 17:02
    Per G. A.. Nel tuo ultimo commento mi sembra di vedere la difesa di retroguardia per l'opera di un amico che però non è stato attaccato, né di fronte né di spalle. Tale difesa, esercitata impropriamente dal punto debole della formazione amica, sortisce l'effetto di segnalarle proprio tale supposto punto debole, senza produrre benefici. Volontariamente o involontariamente, GA è stato eccessivamente severo con Saracino.
  • Giuseppe ABBAMONTE il 07/05/2010 13:45
    Beh, il giudizio di SC mi sembra eccessivamente severo. Nicola ci ha abituato ad uno stile criptico ed a passare tra vari temi nella stessa composizione. Con accostamenti non sempre intellegibili.
    Ma è l'essenza della sua opera e caratterizza il suo modo di essere eclettico.
    Non cambiare Nicola!
    Anche se puoi apparire confuso, chi ti conosce sa che per te la linearità e la coerenza sono alla base dell'essere. Forse un po' meno dell'apparire.
    Un abbraccio
    Giuseppe
  • Solo Commenti il 06/05/2010 21:41
    Illusione nel sonno, torpore e paralisi nel risveglio. L'oro vecchio è portato via. Intorno, si sviluppa una forma di sopravvivenza. Intorno ad un rifiuto. Racconto confuso come nel risveglio, illuso come nel sonno. Sopravviverà al rifiuto.
  • Nicola Saracino il 06/05/2010 21:23
    Empietà è la più totale e marcata forma di colpevolezza, che coinvolge sia la sfera umana che quella divina. L'opposto, la sua totale mancanza, non equivale all'essere 'pius', che è una dote positiva, una qualità altissima (ricordi il 'pius Aeneas' di Virgilio?) Invece la mancanza di empietà è quando non troviamo prorio nulla per dirci colpevoli, e non comprendiamo perché non ci sentiamo ispirati da un dio dentro di noi, entusiasti. Rendersene conto è come un ribellarsi all'ignavia, ma non riuscire a fare il bene perché il mondo che ci circonda è inossidabile, viscoso, resistente alle nostre azioni e alle nostre intenzioni. Grazie per il tuo intervento, Giuseppe. Diciamo che sei stato coraggioso... dandomi un aiuto. Nicola
  • Giuseppe ABBAMONTE il 06/05/2010 19:11
    Nicola
    mi viene un dubbio. Empietà, a mia conoscenza, significa "Mancanza di venerazione e di rispetto verso ciò che è ritenuto sacro e/o mancanza di rispetto e di pietà verso gli uomini".
    Ora, "una totale mancanza di empietà", suggerisce l'idea di un totale rispetto verso ciò che è sacro ed un totale amore e pietà verso i nostri simili. Se devo essere sincero, nel tuo breve racconto, scritto come sempre in modo mirabile, non ho però trovato ciò che mi sarei aspettato di trovare. Dov'è l'errore nel mio ragionamento? Mi sfugge forse qualcosa?
    Ti abbraccio
    Giuseppe

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