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C'era una volta
"C'era una volta e... oggi non c'è più" è sicuramente uno dei luoghi comuni più largamente sfruttati da ogni uomo sulla faccia della terra, e senza distinzione di tempo. Potrebbe voler significare tante cose ma, di solito, il riferimento più comune è il rimpianto.
Il rimpianto, infatti, è causato dalla delusione del momento per cui è giocoforza far leva sui ricordi di un lontano passato quando, ovviamente, in medesime circostanze i sentimenti erano almeno più benevoli. Ma appunto perché coinvolge i sentimenti bisogna stare attenti a non confonderlo con la nostalgia, che è poi un'altra cosa, a volte anche perniciosa.
Spesso ci illudiamo di rimpiangere oggetti di un lontano passato come, ad esempio, una vecchia automobile quando ci troviamo in panne con la nuova, ma proprio qui sta l'illusione perché non desideriamo affatto tornare indietro nel tempo né desideriamo veramente avere oggi la vecchia arrugginita carcassa, vorremmo solo che quella nuova funzionasse e basta. In altre parole rimpiangiamo solo un appagamento che oggi ci sfugge. Ovviamente questo vale per ogni apparecchiatura, dall'auto al frigorifero, dal forno a microonde al cordless, dalla fotocopiatrice alla televisione, giusto per generalizzare un po'.
E che dire, poi, dei comportamenti umani? Al primo posto possiamo tranquillamente inserire la maleducazione e, a seguire tutti gli altri, sgarbatezza, scortesia, arroganza, irascibilità, malignità e per finire con la furbizia maliziosa.
Certo che tutti questi sentimenti, e quelli non citati per dimenticanza, fanno parte da sempre del bagaglio umano e, sotto sotto, non possiamo nemmeno farne a meno perché sono il mordente, o se vogliamo un integratore del carburante, necessario per lo sviluppo sociale e tecnologico. Così capita che animati da questi nobili sentimenti produciamo il meglio di noi stessi facendo passi da gigante nel creare sempre migliori condizioni di vita, che non sempre risulta appagante come vorremmo e quindi troviamo sfogo nei rimpianti. Insomma è un circolo vizioso.
Tutto ciò è ovviamente accettabile anche perché come sentimenti scaturiscono da momentanei stati d'animo che durano relativamente poco, è infatti raro che si viva solo di rimpianti, sebbene ci sia più di qualcuno che ostinatamente ci provi.
Personalmente appartengo alla categoria dei moderati-tenaci, nel senso che sopporto con filosofia avversità, soprusi e quant'altro e quelle volte che cedo al rimpianto al massimo me la cavo con un semplice: "Ah!, i bei tempi di una volta...!" Di solito succede sul lavoro o nei momenti più impegnativi della giornata ma, per la miseria!, non mi era mai capitato in famiglia, in un momento tra i più rilassanti e, per giunta, nei riguardi dei bambini, perché ...
Una sera, dopo aver messo a letto i miei due birbanti, Nino e Paolo, rispettivamente di nove e undici anni, mi sono sentito rivorlgere una inconsueta richiesta:
"Papà non abbiamo sonno, raccontaci qualcosa".
Per la verità metterli a letto non è stato mai un compito mio ma di mia moglie e, in quanto a favole, racconti e storielle, beh, ci crediate o non, è un campo nel quale non mi sono mai cimentato. Ricordo appena che da bambino la mamma spesso mi raccontava qualcosa ma, che io sia dannato, non me ne ricordo nemmeno una. E poi, quelli di una volta erano altri tempi, tempi diversi, forzatamente più romantici di oggi.
Allora non esisteva, almeno per molti di noi, la televisione, e la radio alle nove era già spenta. Per questo i contatti umani erano molto sentiti e ricercati e decisamente più calorosi. Oggi, invece... Ecco, questi sono già rimpianti; ma tornando a quella sera, preso così alla sprovvista non sapevo davvero che pesci pigliare, le uniche favole che ricordavo erano quelle di Cappuccetto Rosso, La bella addormentata nel bosco e Biancaneve (ammesso che non mi venga chiesto il nome dei sette nani).
Provai comunque a nominarle e, come previsto, ne ebbi in risposta un compatto coro di protesta, accompagnato da una sfilza di aggettivi che è meglio non ripetere. A soccorrermi fu il ricordo di una brevissima filastrocca che avevo sempre ritenuto molto spiritosa per cui, preso posto su una sedia tra i due lettini, mi apprestai ad accontentarli. Non l'avessi mai fatto! Quello che ne seguì non è facile da descrivere, anche perché il rincalzare degli stati d'animo fu così repentino che mettermi ora a farlo creerei solo un fastidioso intercalare. Facciamo così, nella stanzetta, tanto per cominciare, c'eravamo solo noi tre: Io, Nino e Paolo, e questa è l'esatta trascrizione del dialogo infernale che ebbe luogo.
Io : Allora bambini la storiella comincia così: "C'era una volta un re..."
Paolo : Un re!?, e che cos'è un re?
Nino : Un re? Dove e quando?
Io : Un re è... il capo di un regno...
Paolo : Un regno? Papà, ma se c'è la Repubblica!
Nino : Sì papà, c'è la Repubblica...
Io : Ma nel mondo non ci sono solo le repubbliche, ci sono anche i Reami.
Paolo : Allora è il Re d'Inghilterra?
Io : Ma no, che c'entra l'Inghilterra adesso? È un reame che oggi non esiste più.
Paolo : Allora è il Re di Francia.
Nino : Sì, sì, il Re di Francia.
Io : Ma nemmeno, è un reame antico, antichissimo, dove vivevano uomini prodi e valorosi.
Paolo : Chi?, Romano Prodi!!??
Nino : è il regno dell'Ulivo, papà?
Io : Ragazzi, per favore, non complicate le cose...
Paolo : Papà, ma hai detto tu che c'era Prodi.
Nino : E anche D'Alema?
Io : Ho detto che c'erano degli uomini valorosi e prodi...
Paolo : Allora Prodi non è valoroso?
Nino : è un vigliacco?
Io : Ragazzi, la volete sentire la storiella o no?
Paolo : Sì che la vogliamo sentire ma tu... va bene, non fa niente.
Nino : Va avanti papà.
Io : Oh, era ora! Dunque, stavo dicendo...
Paolo : Che c'era una volta un regno.
Nino : Chissà dove...
Io : (sospirando) C'era una volta un re, seduto sul sofà...
Paolo : cos'è il sofà?
Io : Acc... Il sofà è ... come un... divano...
Nino : un divano?? Puah!!
Paolo : Ma i re non stanno sul trono?
Io : Di giorno, ma la sera no, stanno stravaccati sul sofà, va bene?
Paolo : Okkei, se lo dici tu...
Nino : Si mettono anche il pigiama?
Io : Oh Dio mio! (risospirando) sì, se lo mettono, anche la vestaglia.
Paolo : Ma allora era un re gay?
Io : O santo cielo!! (in tono adirato).
Nino : (piagnucolando) sigh, sigh, ora non la racconti più la storia.
Io : (secco) Se mi fate parlare ve la racconto la storia.
Nino : Non parlo più, promesso.
Paolo : Sentiamo...
Io : "C'era una volta un re, seduto sul sofà, disse alla sua serva..."
Paolo : Era proprio un re poveraccio per avere solo una serva...
Nino : Sì, un re sfigato.
Io : Non ho detto che aveva solo una serva, ho detto...
Paolo : "Disse alla sua serva"
Io : Ne aveva tante di serve, ma quella era la sua preferita...
Nino : Preferita come?
Io : Perché sapeva fare meglio i servizi.
Nino : Gli faceva anche il letto la mattina?
Io : (quasi furibondo) Sì!!
Nino : E preparava anche la tovaglia in tavola?
Io : Anche.
Paolo : Era come una cameriera, insomma?
Nino : Anche il mio amico Pierino ha la cameriera ma il papà non è re.
Paolo : Quelli hanno la cameriera filippina, scemo.
Nino : Era il Re delle filippine, papà?
Io : Ragazzi, io non so chi devo strozzare per primo stasera...
Paolo : Papà, sei tu che non sei molto chiaro.
Nino : Voglio sentire la storia... voglio sentire la storia... voglio sent...
Io : Sì, sì, ve la racconto. Tanto è quasi finita.
Paolo : E così corta?
Io : Sì, è cortissima.
Paolo : Va bene, riprendi. Cosa ordinò il re alla serva?
Io : Non ordinò, disse alla sua serva...
Nino : Ma i re non comandano?
Io : Non sempre, qualche volta sanno essere gentili.
Paolo : Ma sì (rivolto a Nino) non hai capito? Il re se la faceva con la serva.
Nino : Uaooooh! E la regina non lo sapeva?
Paolo : Che ne so, chiedilo a papà, lui sa la storia.
Nino : Papà, è vero che la regina non lo sapeva?
Io : E no, ragazzi, così non va. Me ne vado a letto.
Paolo : Dai papà, finisci la storia.
Nino : Sì papà, per favore...
Paolo : Non è una brutta storia, anche se avrei preferito l'ultima della Star Trek.
Nino : Magari quella ce la racconta dopo.
Io : Veramente volete sentirla tutta la mia storiella?
Paolo : Sì
Nino : Sì, sì...
Io : C'era una volta un re, seduto sul sofà, disse alla sua serva : "raccontami una storia..."
Paolo : Come, come, voleva farsi raccontare una storia dalla serva?
Nino : Che razza di re fesso.
Paolo : Un re che non aveva nemmeno un poeta alla sua corte!
Nino : Proprio un re morto di fame!
Io : ADESSO BASTA!! Mi sono rotto!
In preda a un indicibile furore mi alzai di scatto dalla sedia e, incurante del coro di unanime proteste, abbandonai la stanza spegnendo la luce e sbattendomi la porta alle spalle. Imprecando come un dannato raggiunsi la mia camera, con gesti nervosi mi spogliai e rapidamente mi infilai nel letto. Pochi minuti dopo venne mia moglie chiedendomi:
" Che storia hai raccontato ai bambini, era bella?"
" Perché?" chiesi a mia volta brusco.
" Sono passata da loro per la buona notte e stavano ridendo e sghignazzando".
" Figli di..." Mormorai a mezza voce.
" Scusa, che hai detto?"
" No, niente, buonanotte".
" Buonanotte, a che ora domattina?"
" Alla solita"
" Va bene, buonanotte".
" Buonanotte".
Lei spense la luce e nella penombra mi rannicchiai sotto le coltri. "che mascalzoni!" pensai tra me. Mi avevano preso brillantamente in giro. Ah! Bei tempi di una volta, quando le storielle erano ascoltate con tanto di occhi spalancati! Oggi non ti fanno nemmeno aprir bocca.
Però che stupidi! Se la sono persa la storiella, e sì che era carina!
Chiusi gli occhi e mentalmente me la raccontai tutta d'un fiato:
" C'era una volta un re, seduto sul sofà, disse alla sua serva " raccontami una storia" la serva cominciò:
" C'era una volta un re, seduto sul sofà, disse alla sua serva" raccontami una storia" la serva cominciò:
" C'era una volta un re, seduto sul sofà, disse alla sua serva " raccontami una storia, la serva cominciò ...
E sì che era davvero divertente!
Al risveglio mia moglie disse che la sera prima mi ero addormentato sorridendo e che avevo dormito tutta la notte come un angioletto.
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