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Trovare la forza di andare avanti
-Le cose non sarebbero dovute andare così! Se io fossi stato presente quella macchina non l'avrebbe mai uccisa.-
Erano oramai tre giorni che quelle parole rimbombavano in continuazione nella testa di Kevin Rainey, e per quanto i suoi sforzi fossero notevoli, non era in grado di cancellarle e forse non lo sarebbe mai stato.
Quel giorno era l'unico dei presenti in chiesa a portare gli occhiali da sole, cosa strana visto che stava assistendo ad un funerale. La scelta però era stata fortemente voluta per una semplice ragione; Kevin non voleva condividere il suo dolore con nessuno dei presenti e quelle lenti scure era come se lo separassero dalla realtà, creando una sorta di barriera tra lui e tutti gli altri. Proprio ciò di cui aveva bisogno!
Durante i primi minuti della cerimonia aveva cercato con tutto se stesso di seguire le parole del prete, ma ben presto queste avevano cominciato a diventare sbiadite, confuse e lontane. Gli occhi di Kevin ora erano fissi sulla bara sistemata un paio di metri davanti a lui e più la osservava con intensità, più si sentiva attratto verso di essa. Non era tanto il legno di cui era costituita, neppure gli ornamenti di pregevole fattura, ma semplicemente la consapevolezza di sapere chi vi giaceva al suo interno. Kimberly Knox, la donna che un giorno di tre anni prima gli aveva completamente stravolto la vita.
Kevin Rainey a quei tempi era nient'altro che una discreta guardia del corpo a rischio licenziamento; i suoi metodi erano spesso oggetto di critiche da parte dei suoi superiori, i quali li reputavano inefficaci e pericolosi. Gran parte dei colleghi dimostravano abilità di gran lunga superiori alle sue e proprio per questo mai nessun cliente lo sceglieva; quel giorno però le cose andarono diversamente. In agenzia si aspettava con impazienza l'arrivo della ex moglie di un pezzo grosso della criminalità di Orlando, tale Kimberly Knox, la quale già da tempo aveva richiesto la presenza di un agente che la proteggesse da lui. Aveva già pagato per il lavoro e doveva soltanto scegliere tra le cinque guardie che il proprietario dell'agenzia gli aveva messo a disposizione.
Ebbene, non scelse nessuna di loro!
"Non voglio nessuno di questi cinque," aveva dichiarato decisa.
"Ma signora, sono i migliori nel loro campo."
"Io non cerco il migliore che però svolge il suo lavoro appunto come se fosse un semplice lavoro. Deve metterci l'anima e se non è il massimo non m'interessa."
Avrebbe voluto continuare a spiegare le sue argomentazioni, ma poi i suoi occhi erano caduti su un uomo che passava per caso lungo il corridoio e tutto si era dissolto. Camminava a testa china e il particolare che l'aveva colpita maggiormente era stato il suo sguardo affranto; mai le era capitato di vedere qualcuno così triste e pensieroso.
"Lui!" esclamò indicandolo con la mano. "Lavora per voi giusto?"
"Esatto, ma la prego di non commettere errori! Quell'uomo non è affidabile."
"Mi risparmi le cazzate!" La sua risposta era stata talmente secca da spezzare sul nascere ogni altra polemica. "Sono io che ho pagato e voglio lui; vuole sapere il perché? Guardi i visi dei cinque agenti che mi ha proposto e guardi invece il suo. Io ho bisogno di un essere umano che mi protegga, non di un robot; una persona che sappia quando è il momento di allentare la presa e soprattutto che sia in grado di riconoscere la sottile linea che divide il suo lavoro da ciò che è la vita reale. Questi cinque agenti, con tutto il rispetto, non sono in grado di farlo e non lo saranno mai."
Kevin tornò alla realtà e al leggero odore di incenso che pervadeva le tre navate della chiesa. La cerimonia era quasi giunta al termine e di lì a poco ci sarebbe stato spazio per chi avesse avuto l'intenzione di spendere due parole per lei; dal canto suo non ne aveva la minima intenzione. Le poche parole che avrebbe voluto tanto dirle erano chiuse nel suo cuore, circondate da un muro insormontabile; un muro che soltanto Kimberly, ovunque si trovasse in quel momento, avrebbe potuto abbattere.
Arrivò il momento e dalle sedie si alzò solamente una persona, la sorella, l'unica parente che le era rimasta. Kevin la conosceva piuttosto bene e la somiglianza con Kimberly era impressionante: stessa corporatura, stessi lineamenti dolci e stessi occhi, verdi come l'erba di un prato.
Andò a sistemarsi in una delle postazioni e per qualche secondo rimase in silenzio con la testa reclinata verso il basso, poi la alzò e fissò prima la bara, subito dopo Kevin. Era così simile alla sorella che lui fu tramortito da un'ondata di ricordi, non ultimo la morte della donna che avrebbe dovuto proteggere.
Il lavoro per Kimberly non avrebbe potuto procedere meglio; quella donna era semplicemente fantastica, ma soprattutto l'unica in grado di farlo sentire sicuro di ciò che faceva. In meno di sei mesi le sue abilità erano cresciute notevolmente, così come il suo attaccamento verso di lei e la sua bambina. La Knox infatti aveva una figlia, Lily, avuta con il marito undici mesi prima che Kevin la conoscesse. A detta della donna, Lily era stata la gioia più grande che la vita le avesse donato e allo stesso tempo l'errore più clamoroso che avesse potuto fare. Era una gioia perché nel suo piccolo riusciva chissà come ad aiutarla ad andare avanti, mentre l'errore era stato quello di averla concepita insieme al suo ex marito. Uno sbaglio che rischiava di costare caro ad entrambe.
Poi un giorno lei si era buttata, infrangendo così la professionalità del loro rapporto e dicendo ciò che Kevin avrebbe voluto dirle già da tempo, se solo ne avesse avuto il coraggio. Gli disse che sentiva qualcosa di forte per lui, qualcosa che non aveva niente a che vedere con il lavoro e che la faceva sentire come se fosse in paradiso. Kevin sapeva che era sbagliato farsi sopraffare dai sentimenti, ma non riuscì a resistere e finirono a letto insieme. Intanto l'ex marito sembrava essere un problema oramai lontano.
La situazione l'aveva portato a credere (o forse a sperare) che tra loro potesse nascere qualcosa di veramente significativo, ed in effetti andò proprio così. Lei lo amava, lui l'amava e stravedeva per quel piccolo, delizioso angelo che era Lily. Niente poteva spezzare quell'armonia venutasi a creare in tre anni di frequentazioni.
Niente tranne quell'auto, che la mattina di tre giorni prima l'aveva falciata senza alcuna pietà a pochi metri da casa sua. Era stato proprio Kevin ad accettare che uscisse da sola per andare a fare la spesa nel supermercato di fronte, sostenendo non ci fossero pericoli.
L'immagine del paraurti che la centrava in pieno alle gambe facendola volare oltre la vettura era ancora nitida nella sua mente, incisa a caratteri infuocati. Così come la sua discesa disperata e il vano tentativo di rianimarla.
Era morta tra le sue braccia! Uccisa non da chi più temeva, ma da un semplice giovane che aveva bevuto troppo durante la notte!
"Non sono qui per piangere Kimberly con parole che sarebbero inutili," iniziò a dire sua sorella. "Ma per leggervi una lettera scritta da lei e indirizzata al signor Kevin Rainey, la quale forse vi farà capire che è da stupidi emettere sentenze senza essere a conoscenza di tutta la storia."
Kevin la guardò esterrefatto e per la prima volta si tolse gli occhiali, mostrando gli occhi lucidi. Sapeva che molti davano la colpa a lui per quanto successo alla povera Kimberly, ma non era al corrente di nessuna lettera.
"Me l'ha consegnata dicendomi di leggerla soltanto se fosse morta, ed è ciò che mi appresto a fare."
Caro Kevin,
se mia sorella ti sta leggendo questa lettera vorrà dire che io non ci sarò più. In questo caso non provare a darti la colpa per quanto successo, non ti devi azzardare chiaro?
Hai fatto molto di più che proteggermi dal mio ex marito, sei riuscito (insieme alla mia bambina) a ridarmi la gioia di vivere in quella che potrebbe essere definita una "vera" famiglia. Ti ho amato con tutta me stessa Kevin, e anche Lily ti voleva bene nonostante non te l'abbia mai detto apertamente. Parecchie volte prima di addormentarsi mi ha chiesto se tu eri il suo papà; la prima volta le ho detto di no, ma vedere il suo tenero visino così deluso mi ha portato ben presto a cambiare risposta. Lo sai perché? Perché io ti considero un ottimo padre e perché tutto il resto non importa.
Ti chiedo solo una cosa, una promessa che sono sicura sarai in grado di mantenere. Voglio che siate tu e mia sorella a prendervi cura di lei, voi e nessun altro. Sarà difficile ma ti prego, se necessario combatti per Lily come lo hai fatto per me. Me lo prometti?
Grazie Kevin, grazie di tutto!
Kimberly
"Questo è tutto!" annunciò sua sorella con la voce quasi rotta dalla commozione. Chiuse il foglio e tornò a sedersi, questa volta però mettendosi a fianco di Kevin.
"Tieni, ora credo che sia giusto la tenga tu," gli disse porgendogliela.
Nel dolore di quel momento, Kevin riuscì ad alzare lo sguardo, osservare la donna accanto a lui e sfoggiare un pallidissimo ma sincero sorriso.
Dal giorno della morte di Kimberly non era stato più in grado di pensare al futuro, ma ora aveva appena scoperto che non era affatto così.
-Esiste sempre qualcosa per cui vale la pena di andare avanti! Le parole di Kim te lo hanno solo confermato.-
Era vero! Non poteva lasciarsi andare nei ricordi. A casa qualcuno lo aspettava, qualcuno che aveva assoluto bisogno di lui.
Lily!
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0 recensioni:
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- grazie Massimo, sono contento che questo ti sia piaciuto!!!
Ciao!!
- Ecco, questo invece lo promuovo con il massimo dei voti. un ottimo racconto, coinvolgente. Ciao.
- Grazie mille Salvatore, il tuo commento mi fa un enorme piacere, non immagini quanto!!!
Eh sì, alle volte questi propositi sono davvero difficili da mettere in pratica, devo darti pienamene ragione!!
- Bellissimo stefano, tra gli scrittori di questo sito sei senz'altro uno dei migliori, tra l'altro lo dimostra chiaro l'affluenza dei commenti. Bel messaggio, condiviso, ma avvolte davvero difficile da mettere in pratica.
- grazie del commento Ettorina! Sul fatto che sia triste beh, dipende da come la si interpreta... io ad esempio non la reputo tale e quindi non posso che essere d'accordo con te


- una storia d'amore davvero commovente. Che strano!, non mi sembra affatto triste.
- È bello sapere che c'è sempre qualcuno che quasi sicuramente leggerà il tuo racconto... e tu ovviamente fai parte di questo piccolo gruppo insieme a Robi e altri

È vero, mi piace molto variare, magari il prossimo racconto sarà di un genere totalmente diverso da questo, non so!! Dipende da come mi sveglio la mattina e dall'ispirazione 
Come sempre grazie e alla prossima!!! 
- A me piace sempre tanto la varietà di scene e stati d'animo che riesci a mettere nei tuoi lavori, e questo racconto ne è un ottimo esempio. Piaciuto, ormai sono un tuo lettore, tanto so che scrivi sempre qualcosa che mi interessa. Ciao, Ste!!

- Grazie per il bel commento Nicolas... la scrittura asciutta è una mia caratteristica che si nota in tutti i racconti, più o meno in base all'argomento trattato!!
Alla prossima!!!
Anonimo il 04/06/2010 14:11
È il tuo primo racconto che leggo e devo dire che mi piace il modo che hai di scrivere. Bella trama e soprattutto bel finale. Scrittura asciutta, ma efficace! Complimenti Stefano! Alla prossima!
- Sì Robi, era proprio questo!! Sui flashback sai già come la penso, per questo ne faccio ampio uso. Sono curioso di vedere questo tuo racconto e comunque grazie di essere sempre presente nei commenti


- È questo il racconto di cui mi parlavi via fb?
Concordo con Paola quando parla in modo positivo della scelta dei flashback (sono un'altra caratteristica che adoro in ciò che leggo e che scrivo) --> in quello che ho appena terminato di scrivere, ne ho giusto inserito qualcuno.
Bel racconto e bel finale, Ste! 
- Nunzio, grazie anche a te per il tuo passaggio, davvero molto gradito... i finali così sono i miei preferiti


- @ Giacomo: hai ragione, forse la differenza è proprio questa... a me succede la stessa cosa con le poesie, posso pensarci per ore senza che venga fuori nulla di buono. Questi racconti invece li scrivo quasi di getto, al momento (poi ovviamente li riguardo sempre parecchie volte.
Grazie del commento!! Ciao!!
- @ Paola: il continuo spostarsi della storia tra passato e presente è un particolare che utilizzo spesso nei racconti, mi piace davvero tanto farne uso

Contento che ti sia piaciuta tutta la storia, finale compreso!!!

Anonimo il 03/06/2010 09:20
Storia d'amore ben congegnata e con finale aperto che lascia speranze per il futuro. Bravo!
Anonimo il 03/06/2010 08:03
Bella storia, originale, ben scritta e coinvolgente. Per me sarebbe impossibile riuscire ad inventare una cosa del genere... se non è autobiografico il mio racconto non parte nemmeno se mi sforzo al massimo. Forse è questa la differenza fra uno scrittore come te ed un poeta come me che scrive racconti solo nelle pause di ispirazione poetica. Bravo.
- È una bella storia! L'idea di fare dei balzi dal presente al passato più volte, la rende ancor più coinvolgente... piaciuto anche il lieto fine!!!!

- in effetti è proprio così... e lo faccio con quasi tutti i racconti!! Grazie di essere passato e del commento positivo.

Anonimo il 02/06/2010 19:23
Concordo con Guido. Si vede che lo hai visionato più volte. Ottimo lavoro per idee e stile

- Grazie Guido, il tuo commento mi fa molto piacere e posso dirti che il film di Jackson non l'ho mai visto. Per le sbavature ho cercato di fare più attenzione possibile e ora ho la tua conferma

Ciao!!
- Il lato oscuro del bodyguard di Mick Jacson. Ottima analisi di Kevin e trama ben delineata, senza sbavature nella stesura. La speranza finale nella piccola Lily è toccante e ammirabile. piaciuta
Guido

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