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Tracce

La guardò distrattamente su quel pezzo di carta e questo lo fece sorridere. Cercò di immaginare cosa stesse facendo lei in quel momento.
Probabilmente era tra le braccia di qualche maiale desideroso di giochini perversi a divertirsi nei modi più inimmaginabili.
Chissà se a volte pensava a lui.
Distolse lo sguardo. La stanza era buia. Sorrise ancora mentre notava che i suoi occhi erano bagnati. Gli bruciavano.
Forse avrebbe dovuto smetterla di farsi con roba di così scarsa qualità.
Ma forse non era colpa della roba.
Lo attanagliò un senso di vuoto. Sicuramente lei era andata avanti e lui? Lui dov'era? Nel limbo. In un posto intermedio tra passato e futuro. Un presente fatto di camere buie e droga cattiva. E pensare che era stata lei a promettergli che l'avrebbe salvato. Che non si sarebbe più fatto. Che non si sarebbe più autolesionato. Che non avrebbe più pianto.
Tutte cazzate.
Lentamente gli si appannava la vista e il mondo spariva.
Tirò fuori dal cassetto un pezzo di carta sgualcito. Lo annusò ma inutilmente: ormai l'odore di lei era svanito.
Ora puzzava solo di calzini sporchi.
Notò che la musica in sottofondo si faceva più forte... prima non l'aveva neanche sentita.
Era una musica violenta, assordante, straziante.
I tempi della batteria si sommavano ai suoi battiti creando un fastidioso disaccordo.
Era la droga che sicuramente gli faceva questo effetto.
Strinse quel pezzo di carta tra le mani. Forte. Poi lo aprì. Le parole si rincorrevano come una nenia o un'antica preghiera imparata a memoria che non serviva a nulla. Lesse le ultime parole della lettera.
Ti amo.
Rise istericamente. Ci aveva creduto. Aveva creduto a quelle due fottutissime parole senza senso.
Automaticamente le sue labbra si mossero... scandirono lentamente qualcosa. Qualcosa senza senso. Una richiesta di aiuto. " vieni a salvarmi" diceva.
E le sue lacrime erano salate.
Pensò a lei e a quello che doveva essere il suo ragazzo ora. Chissà se pensava a lui mentre trombava.
Lui che non se l'era mai scopata.
Lui che non aveva osato scoparsi un angelo.
Diede con violenza un pugno al pavimento ferendosi.
Chiuse gli occhi e fece ciondolare la testa da un lato mentre giaceva scomposto al suolo. Bevve un altro sorso di liquore e lasciò alle sue labbra il piacere di pronunciare il nome di lei.
Dolcemente. Come forse non aveva mai fatto prima.
Poi si abbandonò al sonno sperando che al suo risveglio vi fosse un altro mondo in cui lei era rimasta con lui.

 

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5 commenti:

  • Anonimo il 17/03/2011 12:15
    Il mondo immaginato da chi dev'essere salvato ha il sapore di vodka e l'odore della stanza in cui ci si rifugia ad immaginarlo. La salvezza può arrivare dagli angeli, anche solo per qualche istante. Anche solo immaginandolo possibile. Cruda, ma in fondo più reale di quanto il muso fintamente schifato di un qualunque perbenista possa fingere di giudicare
  • Guido Ingenito il 13/06/2010 15:16
    la crudezza se gratuita è "ammosciante" - se dovuta è ovvia e matematica. Va molto bene, lo dici anche tu: "ma non sarei riuscita a renderla altrimenti". è proprio questo il succo

    Guido
  • ayumi il 13/06/2010 15:11
    grazie^.^ anzi io temevo fosse un po' troppo cruda... ma non sarei riuscita a renderla altrimenti... u. u
  • Guido Ingenito il 13/06/2010 14:15
    yeah Katia. me la sono immaginata un po' cyberpunk questa atroce storia di perdizione. tutto funziona alla grande - un appunto al caro Nino: nessun parere sulle parolacce ? - davvero molto brava. un argomento trito e ritrito scritto, descritto e analizzato con una una bella dose di freschezza.

    Guido
  • Anonimo il 12/06/2010 19:26
    Certo... non lesini espressioni forti Sintetico ed espressivo

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