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Il maresciallo parte seconda

Gli imbecilli che conoscevamo già da piccoli erano intanto diventati adulti e applicandosi duramente si erano formati alla scuola dei furbi, specializzandosi ed entrando, con tutti gli onori, nella più grande e potente corporazione italiana che si sia mai vista, ovvero quella dei cialtroni malandrini, dei ladri e degli opportunisti.
Le cricche dei tangentisti sarebbero venute molto più tardi a consolidare la tendenza degli italiani a consociarsi in circoli non del tutto inoffensivi e meno che mai dopolavoristici.
Per me avrebbe potuto apparire patetica e senza speranza la condotta di mio padre, che aveva fatto il suo dovere in pace e in guerra, che aveva servito uno Stato ingrato e avaro, che non aveva approfittato di nessuna situazione per tornaconto personale, che alla fine era morto povero come era nato, senza essere riuscito neppure a comprarsi una modesta casa.
Grazie a Dio non fu così.
Mio padre mi aveva iniettato il virus dell'onestà senza però avvertirmi delle controindicazioni ; non mi segnalò mai quanto fosse pericoloso essere onesti.
Non mi mise in guardia dalle complicazioni che potevano rendere fortemente possibile la contrazione un male grave, ovvero la povertà, che, opportunamente amministrata, poteva addirittura mutarsi in un male incurabile: la miseria.
Attualmente mi trovo nella prima fase ma ci sono serie prospettive che giunga felicemente all'ultimo stadio.
Io sono un perfezionista, sicuramente farò di tutto per raggiungere il traguardo.
Comunque, per il maresciallo, ne sono certo, questo sarebbe stato un dettaglio del tutto trascurabile.
Lui aveva il sonno pesante; dormiva scalzo e con la finestra chiusa...
A quei tempi non tutti potevano permettersi questo lusso, considerato il vezzo dei Carabinieri, soliti a visitare certa gente per bene nel bel mezzo della notte.
"Se Dio vuole e i Carabinieri lo permettono."
Così si salutavano la sera, quei leggendari, dandosi l'appuntamento all'indomani nella piazza della fontana romana.
Considerando i vantaggi e gli svantaggi dell'esercizio dell'onestà, alla fine questo contava veramente.
Il prezzo pagato era stato in fin dei conti quello giusto; non c'era moneta che avesse potuto comprare e compensare la tranquillità della sua coscienza... che, in fondo, era la sua vera, inestimabile ricchezza.
Mamma però non lo capiva... e considerava mio padre in qualche modo egoista; forse aveva davvero ragione... oppure no?
Mah!

 

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2 commenti:

  • Michele Rotunno il 30/06/2010 19:33
    Mi piacciono i seguiti perciò spero non sia un'oasi nel deserto letterario.
    Piaciuto
    Michele
  • Guido Ingenito il 30/06/2010 12:36
    finalmente il tanto agognato finale! molto bene, monologo finale con le giuste argomentazioni

    Guido