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Remember me
Flash. Il red carpet. Il vestito disegnato e cucito da Dior. Sorrisi e sguardi da infarto.
Al microfono ti perdi in emozioni e imbarazzi, rendendoti dolce agli occhi del mondo. Una nuova stella ha varcato la soglia di Hollywood.
Il tuo primo film.
Anni di gavetta, comparsate fugaci in fiction da quattro soldi, pubblicità di cellulari, un paio di ruoli da non protagonista in film di produzione italiana e poi il grande salto.
Abbiamo fatto l'amore. In quell'albergo alla periferia della capitale tedesca durante l'Oktober Fest. Nel parco dei ciliegi che si affaccia sulla Città Eterna, Roma. Sul treno che ci stava portando nella città di Cezanne.
Eravamo a New York quando cominciò la terza guerra mondiale, quel maledetto ed echeggiante 11 settembre. Era la nostra vacanza, la nostra piccola fuga. Vedemmo Manhattan collassare come neve al sole sotto i colpi di un odio che mai potremo contemplare e controllare. Piangemmo abbracciati.
Rimanemmo bloccati nella Grande Mela straziata per una settimana, impolverati e sporchi, concedendoci un unico momento di passione, dovuto alla disperazione, alla voglia matta di cercarci e darci aiuto.
Quando tornammo nulla fu come prima.
Tutto sfugge.
Tutto vola.
Tutto si schianta.
Tutto crolla.
Avevamo assistito all'apocalisse rimanendone travolti. Ne fummo squartati.
Perchè? Perchè? Perchè?
I nostri baci, i nostri abbracci, il nostro sesso, i nostri sentimenti, i nostri regali, i nostri sacrifici, i nostri sogni, i nostri desideri. Tutto violentato.
Ma quel viaggio fece esplodere una bomba che era già stata innescata da noi stessi.
Vittime del nostro stesso crimine.
Il tempo divenne fragile e sfuggevole. Senza controllo. Senza contemplazione. La memoria cadde sotto i nostri pugni come un castello di sabbia in balia dei quattro venti. Onde su onde di distruzione.
Amore e odio.
Odio e amore.
Un viaggio dopo altri viaggi. Noi due e soltanto noi due.
L'incubo di un sogno.
Il sogno di un incubo.
Verona, Milano, Lecce, Palermo, Firenze, Pesaro. Le tappe di un giro che portò alla fine della voglia di eternità che ci permeava fin dall'infanzia.
Inutile cantare e inutile ballare. Inutile ridere e inutile piangere. Il nostro universo era ormai sgretolato, imploso per colpa delle leggi fisiche che noi stessi non fummo capaci di interpretare.
Perchè sono crollate le due torri? Perchè crollò il nostro sentimento? (Che nessuno mi incolpi di parallelismi inopportuni. Non è di questo che vado narrando. Appunto inutile. Ma opportuno.)
Ci salutammo senza salutarci sul serio. Un piccolo tautogramma involontario. La classica promessa degli amanti che si lasciano nella più grande delle delusioni, dei giuramenti infranti.
Perdersi in un incubo dopo essersi persi in un sogno.
Posso baciarti?
Posso baciarti?
Il cuore che batte l'ultima volta, l'ultimo assaggio d'amore, l'ultima saliva, l'ultimo sangue, l'ultimo umore, l'ultimo seme.
Io cominciai a finire il mio romanzo.
Tu cominciasti a fare sul serio.
Entrambi demmo il meglio di noi stessi nel momento in cui ci perdemmo e la cosa mi creò dolore e pensieri. Perchè soltanto adesso? I nostri sogni presero forma quando ci abbandonammo per non incontrarci fino a chissà quando.
Non ti chiamavo.
Non mi chiamavi.
Seguivo i tuoi rozzi flirt su internet.
Seguivi i miei rozzi flirt sul giornale.
Rimanevamo intanto all'oscuro dei nostri piccoli successi. Forse per non farci del male. Forse per non farci del bene. Forse.
Flash. Il red carpet. Il vestito di Dior. Il microfono. L'imbarazzo e i sorrisi. La dolcezza.
Ti ricordi di me?
Ti ricorderai di me?
Ti seguo su uno dei monitor di questa fredda camera di regia. È la prima volta che siamo a Venezia.
Tu col tuo film.
Io col mio film.
Un film costruito sul mio romanzo.
Un romanzo che parla probabilmente di noi.
Entrambi sappiamo dell'altro, ci siamo riscoperti alla firma del contratto. Ma non ci siamo mai incontrati.
Stasera succederà.
Verremo premiati. Andremo ai festeggiamenti. Ci guarderemo. Ci studieremo. Ti offrirò da bere. Mi offrirai da bere. Ci conosceremo. Forse le luci si spegneranno e la candela bagnerà il nostro tavolo.
Scriverò un seguito.
Chissà come sarà.
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1 recensioni:
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- Lo trovo molto ben scritto e mi congratulo vivamente.
- allora... kuanta gente da ringraziare
Salvatore Nicola Nunzio un abbracciassimo affettuosissimo a entrambi, non vedo l ora di leggermi le vostre opere che forza causa maggiore (connessione altalenante e ritmi altissimi di lavoro) non ho ancora letto
Maria e Daniela un bacissimo enorme a tutte e due, stesso discorso anche per voi
buonissima estate a tutti e tutte
ci sentiamo agli inizi di agosto, intanto per kuel che riesco ogni tanto cerchero- di leggere e commentare kualcosa
ciaooooooooooooooo
Guido
Anonimo il 19/07/2010 08:07
Bellissimo flash di un probabile incontro, di un finito amore sulle passerelle
della vita...
Guido, è veramente un momento ma rendi palpabile le sensazioni e le
insicurezze di questo istante, bravo come sempre!!
- Mi piace molto per la fluidità e le descrizioni vaghe, danno importanza alle situazioni senza renderle pesanti. Bravissimo mi piace molto il tuo stile!
- ringrazio tutti di sfuggita! un saluto da quel di Govone in provincia di Cuneo! appena torno saluto e ringrazio come si deve! tornò lunedì
Guido
Anonimo il 12/07/2010 13:12
Due persone si lasciano. Una tragedia per loro. Forse. Sullo sfondo di una tragedia immane per tutti. Forse. Convergenze parallele.
Molto bello Guido. ciao.
Anonimo il 11/07/2010 15:54
Bello e scritto bene.. La parte finale, secondo me, trasmette un po' troppa sicurezza di come si svolgerà intimamente la serata. Bella la frase "Forse le luci si spegneranno e la candela bagnerà il nostro tavolo"... Ciao Nicola
- Un incubo segna la fine del sogno di due amanti, che si divideranno. Racconto diverso dagli altri e meno onirico
- lo sto aspettando anch'io
grazie mille e buona giornata Karl
Guido
Anonimo il 10/07/2010 00:16
bellissimo intrigante... aspetterò il seguito
- grazie di cuore Lau spero nessuno, o forse tutti
un bacione
Guido
- spettacoloooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!
e chi se lo scorda?
bravo Gui..
Lau
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