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Un contratto davvero impossibile (seconda parte)
Roberto fissò l'uomo e pensò di avere di fronte un matto fuggito da qualche manicomio. Tra se lo giudicò innocuo e stette al gioco.
"Ah, Reparto Infernale! certo, che stupido non averci pensato! Così tu saresti un di.."
"No! Adesso non faccia lo stupido! La cosa non mi fa certo piacere, così come non le fa onore. Sì, sono un diavolo, e sono qui per lei" disse seccato Fapes.
"Un diavolo? Sei un diavolo venuto qui per me? Allora presto, prenditi la mia anima. Sei qui per questo, vero?" Roberto esultò all'idea di trovarsi davanti al diavolo, in un attimo pensò a tante cose, che il colpo di fortuna tanto atteso era finalmente arrivato, che avrebbe così risolto tutti i suoi problemi terreni. Ma la sua esultanza non parve affatto piacere a Fapes che lo guardò costernato.
"Come, come? Ma.. ma.." il poveretto non riuscì a dire altro, la demoniaca spavalderia era improvvisamente scomparsa per far posto alla confusione. Chinò il capo verso il basso e nervosamente prese a lisciarsi la barbetta.
"Hanno combinato un bel pasticcio laggiù!" esclamò sommessamente scuotendo il capo.
"Avanti su, cosa devo firmare? Facciamo presto" disse Roberto dirigendosi spedito verso la scrivania in cerca di una penna.
"No, no, un moment.. la prego.., si calmi. Ehm.. non c'è alcuna fretta" Fapes cercava di guadagnare tempo mentre pensava febbrilmente a come gestire quella situazione, davvero fuori da ogni norma.
"! Non c'è alcuna fretta? Parla per te amico, in non vedo l'ora di firmare. Su, tira fuori questo benedetto contratto"
"Un momento, un momento, cosa crede, che sia una faccenda così semplice?"
"Ehi, amico, come hai detto che ti chiami? Fa.. Fapes, vero? Beh, per te si tratta di normale amministrazione, per me non ci sono difficoltà, quindi cosa aspettiamo?"
"Ma glie l'ho detto, non è una faccenda semplice, occorre fare delle valutazioni, delle considerazioni.."
"Suvvia, quante storie! In fondo si tratta di stipulare un contratto, come una normale compravendita"
"Ecco, bravo! L'ha appena detto, un normale contratto di compravendita. Qui sta il punto"
"Quale punto, quale virgola, non capisco"
"Per favore rifletta, un normale contratto di compravendita cosa presuppone? Che vi sia un acquirente e un venditore, e nel nostro caso io sono il primo e lei il secondo. Stia attento, io dovrei comprare la sua anima e lei accettare l'offerta che le viene fatta. Solo così si può stipulare un contratta come il nostro.
Lei, invece, stravolge le regole, mi offre la sua anima e questo non è accettabile. Il nostro contratto sarebbe quindi nullo per un vizio di forma. Mi comprende, vero?"
"Io non ci trovo alcuna differenza. Non intendo farti un regalo, voglio un'ottima contropartita, molto soddisfacente, altrimenti non se ne fa davvero nulla"
"Purtroppo la situazione si è fatta confusa. Laggiù hanno fatto un bel papocchio! E questo mi costringe a trovare una soluzione. Lei, però, non intende ragioni, non vuol capire"
"Fapes, è tutto così semplice, io ti vendo la mia anima in cambio del successo, che poi si traduce ricchezza, fama e forse anche potere. Mi sembra di aver sentito dire che simili contratti si sono sempre fatti in passato"
"Sì e vero, ma ciò che lei non comprende è il concetto di fondo. Cercherò di spiegarglielo. Venga, si metta comodo" così dicendo guidò Roberto a prendere posto sulla poltrona, quindi sedette sull'altra disposta ad angolo.
"Effettivamente, mio caro, in passato abbiamo sempre stipulati contratti del genere ma con una sottile differenza. A prescindere dal concetto della domanda e dell'offerta, che come dicevo prima implica una precisa regola che ad offrire sia io e non viceversa, noi abbiamo sempre comprato l'anima offrendo agli umani beni voluttuari e non di prima necessità. Fama, gloria, successo, ricchezza e potenza sono stati offerti essenzialmente a persone che non ne avevano affatto bisogno, ma noi sapevamo che nel loro inconscio lo desideravano, pur potendone tranquillamente farne a meno.
Mai abbiamo offerto beni di prima necessità. Per esempio, prendiamo il potere, non è stato mai offerto a chi non riusciva nemmeno a sfamarsi, ma a chi ne aveva già assaporato il gusto e, come un drogato, non poteva più a farne a meno. Prenda un politico, non si accontenterà mai di essere un semplice rappresentante del popolo, aspirerà prima ad una carica di prestigio, vorrà diventare ministro, poi capo di governo poi, chissà, grande statista.
È a persone come queste che noi rivolgiamo la nostra attenzione, li tentiamo stuzzicandone la vanità fino a comprarne l'anima. Dapprima resistono, non mercanteggiano sebbene annegano nella bramosia ma hanno paura di farsi imbrogliare e, a volte, credono di riuscirci da soli e si illudono di essere più furbi del diavolo. Queste sono le migliori prede, quelle che ci danno le maggiori soddisfazioni perché ne curiamo la pratica con demoniaca gioia. Oh come godiamo a vederli capitolare! Più resistono e più la nostra gioia è grande! Non abbiamo alcun dubbio di fallire, con loro si va sul sicuro, sappiamo che è solo questione di tempo, quello di veder aumentare la loro cupidigia fin quando non possono più far a meno di firmare il contratto.
Questa è l'essenza del patto che viene stipulato e che prima proponiamo. Non c'è uomo senza debolezze. Tutti desiderano qualcosa di irraggiungibile e assolutamente superfluo. Chi la donna d'altri, la ricchezza del vicino, la macchina più costosa, magari apparire in tv, avere di più, ottenere di più, possedere di più, mostrare di più. Vanità e orgoglio, queste le debolezze su cui facciamo leva. Pochissimi ne sono immuni, nemmeno i santi. Vuol sapere qual è stato il mio più grande successo? Parlo di alcuni secoli fa, ebbene un papa! S'intende prima che lo diventasse. E fu un grande papa, uno dei più grandi che la chiesa ricordi. Poveraccio! Credette di recuperare la sua anima con un grandioso apostolato non sapendo che in tal modo dava maggior credito al contratto. Capisce ora la differenza tra offerta e offerta? Conosciamo la sua situazione tanto disperata e come un successo editoriale sia l'unico modo per venirne fuori. Perciò per lei si tratta di sopravvivenza per cui il contratto, mio malgrado, non può essere stipulato"
Roberto aveva ascoltato in un cupo silenzio tutte le argomentazioni ma la sua disperazione era così grande che non voleva arrendersi.
"D'accordo, ma c'è una cosa di cui non hai tenuto conto ed è quella che ormai sei uscito allo scoperto ed ora non è tanto facile tirarsi indietro. Non so come vanno le cose dalle tue parti ma non credo che esista un posto al mondo dove gli errori non si pagano e tu ne hai appena commesso uno. Ora dovrai forzatamente porvi rimedio"
"Purtroppo questo è vero! Per quanto incredibile c'è stato un errore di valutazione"
"Cos'è stato, uno scambio di persona?"
"No, affatto, era proprio lei il nostro cliente di questa sera"
"Non capisco, hai appena detto che i casi come il mio non interessano quindi con quale criterio..?"
"Le preghiere!"
"Le preghiere? No, questa volta proprio non afferro"
"Ma sì, dimentica le preghiere che ogni sera rivolge a Lui, le invocazioni accorate? Quelle ci hanno fatto cadere in equivoco. Abbiamo creduto che fosse un uomo religiosissimo, un fervido credente, non disposto a cedere facilmente l'anima, tanto da stuzzicare la nostra genialità. Abbiamo scambiato la disperazione per fede"
"Ed ora quali saranno le conseguenze, le mie e le tue?"
"Non so, mi faccia pensare!" e in un attimo Fapes si trasformò in un mostruoso essere tanto da incutere in Roberto un sacro terrore. Furono sufficienti pochi secondi poi riprese il suo aspetto bonario ma Roberto ne era rimasto irrimediabilmente stravolto.
"No, non abbia paura, non posso farle alcun male. Mi creda, il demonio non può fare alcun male ai viventi"
Disse Fapes con genuino divertimento "Ma veniamo a noi, la Direzione Commerciale mi ha suggerito una soluzione soddisfacente per entrambi"
"Davvero? E come?" chiese Roberto.
"Semplicemente non se ne fa nulla. Ognuno per la propria strada. Noi la cancelliamo dalla nostra lista dei clienti e dovrà rassegnarsi al suo destino. Mi lasci dire lei è meritevole del successo in cui spera e se dovesse arriderle non dovrà pensare affatto di averlo barattato con l'anima. Noi non siamo così infidi, i contratti li facciamo con serietà e chiarezza. Guai se dell'imbroglio ne facessimo ragion virtù. Lui, lassù, non ce lo perdonerebbe mai!"
"Questo vuol dire che le mie pene terrene non sono finite, che dovrò continuare a ingoiare bocconi amari uno dopo l'altro!" La disperazione di Roberto era così evidente che Fapes ne ebbe pena.
"Pensi che così lei mette una seria ipoteca sul Paradiso Eterno!" esclamò con un fondo di professionale interesse. Chissà?
"Non so che farmene del suo paradiso!" proruppe astioso Roberto stringendo i pugni.
"No, no, non sia blasfemo, non vorrà bruciarsi l'anima inutilmente?"
"Allora mi faccia il contratto"
"Non insista, la prego, nessun contratto è mai possibile tra noi, perciò questo è un argomento chiuso. Mi dispiace, forse sarà per una prossima volta. Ammesso che ci sia, nella vita tutto è possibile. Mi auguro sempre di rivederla un giorno Laggiù, in fondo mi è simpatico"
"Allora non può proprio aiutarmi? In nessun modo?" chiese del tutto scoraggiato Roberto. Fapes, sul punto di alzarsi si dispiacque di lasciarlo in quello stato, provava compassione per lui. Allora, dopo un lungo sospiro, decise di tirargli su il morale.
""Mi ascolti Roberto, lei mi è simpatico ed io sono un diavolo che lavora seriamente e come tale mi auguro di rivederla all'inferno un giorno ma lei è una così brava persona che mi dispiacerebbe se ci finisse inutilmente, senza trarne alcun vantaggio in vita. Come dite voi umani; finché c'è vita c'è speranza. Mi creda è un detto universale, valido per tutti, anche per noi. Vuol sapere una cosa? Badi è una grandissima confidenza questa che le faccio. Sa qual è la nostra più grande aspirazione? Quella di riuscire un giorno a firmare un contratto con LUI" Fapes pronunciò le ultime parole con terrificante solennità. Roberto ne rimase sconvolto e affascinato ad un tempo.
"Un contratto con LUI?" bisbigliò incredulo.
"Si proprio con LUI. Lo crede impossibile? Già una volta ci siamo andati vicino, molto vicino, poi come tutte le cose perfette è bastata una sciocchezza per mandare tutto a monte" Roberto stava col fiato sospeso, non aveva il coraggio di chiedere altro ma Fapes, ormai perso nei ricordi, continuò.
"Fu quando decise di creare l'uomo a sua perfetta somiglianza. Già! Quale maggiore manifestazione di orgoglio fu la sua, un orgoglio smisuratamente divino! Poi, tutto crollò quando fu chiaro a tutti che la sua creatura risultò imperfetta. Ma noi non disperiamo, prima o poi da qualche altra parte dell'universo ci riproverà. Noi non aspettiamo altro, pazientemente"
L'importanza di quella confidenza era tanto grandiosa che Roberto ne rimase psicologicamente distrutto. Allora le sue pene cos'erano in confronto? Quisquiglie! L'infinitesima parte di un eterno infinito, cioè nulla. D'altra parte il pensiero di condividere la stessa sorte con LUI gli rendeva meno deprimente il presente e il futuro meno angoscioso. Immerso in quei pensieri non fece alcun caso all'infido bagliore che per un istante apparve nello sguardo di Fapes. Avvenne quando percepì i complimenti che telepaticamente gli venivano rivolti dalla Direzione Generale Commerciale Europea.
"Ottimo Fapes, stai seminando magnificamente. Davvero un ottimo lavoro" Egli intuì le preoccupazioni di Roberto e completò la sua opera con un tocco diabolico.
"Sia ben chiaro che quanto le ho confidato dovrà restare segreto. Mai, mai dovrà farne parola con alcuno altrimenti la punizione per lei sarebbe terribile, soprattutto con conseguenze terrene" ammonì.
"Lo giuro!" esclamò Roberto, investito da così tanta importanza. Ormai si sentiva "divinamente" caricato, in fondo non condivideva forse lo stesso destino con Lui?
"Allora mi raccomando, non si perda d'animo, insista nel suo operato, vedrà che un giorno la fortuna busserà alla sua porta e sarà un successo guadagnato onestamente. Addio!"
D'incanto Fapes svanì nel nulla.
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