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Chissà

Chissà dove sei adesso, amore mio adolescente. Chissà dove. E come sei. Sei morto forse, sepolto sotto uno strato freddo di terra, dentro un loculo stretto incasellato in una alveare di morti. O forse sei lontana, hai viaggiato, ti sei spostata dalla tua città d’origine, hai incontrato volti e voci nuovi, hai imparato un mestiere, diverso da ciò che studiavi, e ora lavori, determinata, a realizzare un tuo sogno privato. Forse sei ancora single, ma è difficile. Amavi la compagnia e non volevi mai stare sola. Ti sei sposata, allora? Hai un marito che ti vuol bene e che, rientrando a casa, ti chiama, e nei fine settimana ti porta in giro, con la vostra macchina o con il camper a vedere posti e a mangiare in ristoranti strani. Hai figli, forse. Bambini che sono diventati ormai ragazzi, adolescenti più grandi di te quando io ti conobbi. Hai dato loro nomi inconsueti, e forse sono due, due maschi, oppure due femmine, o, chissà, un maschio e una femmina. Forse non ne hai più di due. Sei diventata madre, allora, chissà. Hai partorito e lasciato il lavoro, forse per un po’, il tempo di crescerli. E se invece, per qualche triste motivo, non avessi potuto avere figli, cosa hai fatto? Starai ancora viaggiando, magari con un uomo che non è tuo marito, ma solo un compagno, vi scambiate impressioni e progettate imprese per mantenervi, aprite un locale dopo l’altro in posti sempre diversi e lontani tra loro, e accumulate soldi e ricordi, e forse senti già una stanchezza dentro di te, che ti chiede, ti implora, di fermarti. E, chissà, se ti sei fermata, dove ti sei fermata? Avrai scelto un posto caldo, lontano da qui, da dove ti conobbi io, un posto dove la tristezza è preclusa dall’ambiente stesso, dove l’ombra quando scende non mette inquietudine, e non esistono i brividi. Amerai ancora gli animali? Credo di sì, sono cose che non cambiano queste, chissà, forse addirittura stai facendo qualcosa per loro, adesso, sei nel loro mondo, aiutandoli come hai sempre sognato. Eppure non sei famosa, non l’hai mai cercata la fama, discreta come sei, schiva. Chissà, amore mio adolescente, dove sei finita? Avrai salute o no? Sei malata? Hai un difetto che ti impedisce una vita regolare? Hai avuto sfortuna nella vita? O forse ti è sempre andato tutto bene, ed è ciò che ti spaventa un po’: col tuo buon senso, avrai di sicuro pensato più volte, che tutto quello che uno ha, alla fine, è costretto a renderlo. Ma forse non hai mai pensato a cose del genere, non sei come me, non ti appesantisci di questi turbamenti, la tua parte di luce, interna, non te lo permette, non sei fatta così, non ti piace il crepuscolo, ma l’aurora, e risani chi ti sta attorno, come hai fatto con me. Chissà dove sei, amore mio adolescente, forse sei vicina, nella stessa mia città, ma forse, è più probabile, sei lontana un mondo. Lontana da me e dal passato. E sei diventata un’altra, irriconoscibile, seppur non peggiore di come quando io ti conobbi. Ma forse, chissà, c’è anche un’altra possibilità, remota? Non so, ma c’è, questa possibilità che mi turbina in testa, e mi appare adesso con una fioca luce di contorno. Brilla questa idea come una stella al mattino, l’ultima. Forse, chissà, sei ancora quella che ho sposato, trenta e passa anni fa, e che ora, in cucina, prepara da mangiare, che tra poco mi chiama a tavola, e che io amo, e che ancora, dopo tutto, mi ama.

 

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